giovedì 5 aprile 2012

Il bene più prezioso: l’acqua, simbolo di benessere e libertà


25/4/2011
La vita senza acqua è impossibile, il nostro corpo è formato in gran parte da questo prezioso liquido, al quale sono legate la fertilità della terra, la possibilità di allevare bestiame, le principali tecniche di produzione industriale.
Il benessere senza una cospicua dotazione idrica è pura utopia e non da oggi, infatti le grandi civiltà del passato, dai Sumeri ai Romani, ne avevano compreso l’importanza vitale ed attraverso grandiose opere idrauliche: acquedotti maestosi ed efficaci impianti di irrigazione, avevano trasformato l’abbondanza dell’acqua nel volano dello sviluppo e l’emblema stesso della civiltà.
Nel medioevo poi la scarsa disponibilità di acqua, crollati in rovina i poderosi acquedotti dell’antichità, provocò una disastrosa crisi economica durata secoli.
La preziosa linfa si poteva attingere solo dai pozzi; divenne un lusso l’igiene, bestie e campi patirono la sete, mentre trionfavano ovunque carestie ed epidemie.
Oggi, mentre bellicose multinazionali cercano di accaparrarsene la privata proprietà in tutto il mondo, la battaglia per l’acqua può rappresentare la chiave per scardinare le diseguaglianze tra i popoli, arginare le ondate migratorie bibliche, creare nei paesi poveri, afflitti da siccità e desertificazione, le condizioni per lo sviluppo.
A differenza dell’oro nero: il petrolio, l’acqua non si può trasferire molto lontano da dove sgorga, lì dove mancano fiumi e laghi, deve essere il mare, opportunamente desalinizzato, a sobbarcarsi il compito di placare la disperata sete di centinaia di milioni di uomini.
Non ascoltate le panzane di ambientalisti da strapazzo, stupidi consigli come chiudere il rubinetto quando vi lavate i denti o di preferire la doccia al bagno, ma meditate sulla realtà, cioè che se l’acqua non è libera, disponibile ed abbondante la civiltà fa un passo indietro e che bisogna con urgenza attivarsi affinché enormi zone del globo, oggi desertificate, possano di nuovo essere restituite all’agricoltura, creando in loco le risorse per combattere la fame di tanti nostri simili disperati.

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