martedì 26 marzo 2024

Una importante mostra sull'Ottocento napoletano, a Roma non a Napoli


Vergogna, Le Scuderie del Quirinale presentano "Napoli Ottocento. Degas, Fortuny, Gemito, Mancini, Morelli, Palizzi, Sargent, Turner", una nuova grande esposizione, dal 27 marzo al 16 giugno 2024, a Roma, curata da Sylvain Bellenger insieme a Jean – Loup Champion, Carmine Romano e Isabella Valente, un'esposizione che i Napoletani per ammirarla dovranno recarsi a loro spese nella capitale. Perchè????

Un progetto espositivo di grande respiro e di alto rilievo scientifico organizzato dalle Scuderie del Quirinale e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, la Direzione Regionale Musei Campania, l'Accademia di Belle Arti di Napoli e la Stazione Zoologica Anton Dohrn.  

Il progetto si inserisce a pieno titolo in una delle linee programmatiche intraprese ormai da tempo dalle Scuderie del Quirinale: il racconto sistematico delle tante, straordinarie civiltà figurative che hanno caratterizzato la storia artistica d'Italia, ricca di 'capitali artistiche' più di qualsiasi altro paese.

Attraverso una selezione di 250 capolavori, la mostra rappresenta un omaggio al ruolo centrale di Napoli nell'ambito del dibattito europeo sull'arte. Napoli si propose come un centro di produzione artistica di assoluta centralità europea per tutto l'Ottocento, ovvero quel 'secolo lungo' che prende le mosse dagli esiti della cultura illuminista di fine Settecento e che arriva ad estendersi fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, così strettamente connesso alla nascita dell'Italia moderna eppure ancora non abbastanza conosciuto e per questo ancora da scoprire.

Il Presidente Sergio Mattarella
inaugura la mostra 


 L'esposizione incarna, dunque, la perfetta sintesi della eccezionale vitalità artistica di una città che ha continuato ad attrarre tutti i più grandi artisti attivi in Europa o provenienti dalle più giovani scuole nordamericane, giunti per vivere l'esperienza ineludibile della scoperta di Pompei ed Ercolano ma poi folgorati dalla bellezza prorompente del paesaggio campano, dalla ricchezza del patrimonio storico e artistico di quei luoghi, dai contrasti di una città dall'incanto unico al mondo.

Una panoramica ricchissima tra dipinti, sculture, arti decorative, storia e scienza: eloquenti testimonianze, malgrado i problemi e le tensioni sociali e politiche, di una tradizione artistica e culturale davvero secolare e ancora viva, inserita a pieno nella cultura europea contemporanea.

Il mare, le montagne, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la lussureggiante vegetazione della Campania, lo splendore ed anche il degrado hanno ispirato artisti quali Constantin Hansen, Silvestr Šcedrin, Simon Denis, Karl Böhme, Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, Thomas Fearnley, Eduard Hildebrandt, Hans von Marées, John Singer Sargent, i pittori naturalisti di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, Teodoro Duclère e Salvatore Fergola.

Un rilievo significativo ricopre nella mostra la figura del pittore Edgar Degas, un artista che ha sempre rivendicato la sua appartenenza al movimento realista rifiutando l'etichetta di impressionista come qualificativo della sua pittura. Di origini napoletane per parte paterna, Degas, che parlava correntemente la lingua napoletana imparata durante la sua infanzia e giovinezza a Napoli, è considerato in questa mostra dal punto di vista della sua familiarità con l'ambiente napoletano, ipotizzando che, questa particolarità, sia un tassello di lettura in più per capire la sua differenza con la scuola francese.

Proprio a Napoli -dove trascorse soggiorni fondamentali per la sua formazione- poté arricchire di un senso nuovo la sua particolare formula realista. Particolarmente importante, per questo, è il focus dedicato in mostra all'artista francese. Grazie alla generosità del Musée d'Orsay, dell'Art Institute di Chicago e del Cleveland Museum of Art i visitatori potranno ammirare riuniti in mostra cinque celebri capolavori del 'Degas napoletano', oltre all'emblematica 'Veduta di Castel Sant'Elmo da Capodimonte' del Fitzwilliam Museum di Cambridge, rarissimamente esposta.

Seguendo lo svolgersi delle varie correnti culturali ottocentesche, la mostra dedica tre sezioni decisive alla tematica dell'immaginario storicista neo-pompeiano che reinventa temi o diffonde lo stile dei manufatti rinvenuti nelle città sepolte, dell'immaginario idealista neo-greco, intriso di evocazione ed elegia, e l'immaginario orientalista, che tanto fascino suscitò in Domenico Morelli. Il passaggio e le contaminazioni tra pittura accademica e pittura realista, intorno alla metà del secolo, sono descritte con attenzione fino al confluire nelle arti figurative di tematiche veriste che nell'affermare il principio di realtà fino all'estremo riflettono le istanze di denuncia sociale proprie della seconda metà del secolo. Il percorso dall'accademismo al realismo trova, al culmine della sua progressione verista, un approdo a soluzioni di disfacimento dell'esattezza figurativa ottenuto con il prevalere degli aspetti materici della pittura nelle opere di Antonio Mancini.

Nell'ottica di queste "contraddizioni" legate alla realtà, è la materia stessa che diviene oggetto della pittura e della scultura, annullando le differenze tra l'una e l'altra attraverso effetti violentemente materici che trovano un paragone solo nella ricerca di Medardo Rosso e che di fatto anticipano di diversi decenni quelle qualità tipiche della stagione 'informale' del dopoguerra, in artisti come Fontana o Burri.

Nel XIX Napoli è a tutti gli effetti riconosciuta anche come un'importante capitale scientifica, terza città d'Europa, dopo Londra e Parigi, sede di una delle più antiche università italiane, della prima scuola di lingue orientali in Europa (fondata nel 1732), del primo museo di mineralogia (fondato nel 1801) e di molti altri centri di studio o istituzioni per la ricerca e lo studio.

È anche la città dei dibattiti positivisti, delle scienze giuridiche e matematiche, è la città dell'intensa dialettica che lega le nuove scienze a un'estetica sempre fedele alla grande tradizione realista, centrale nella definizione dell'arte napoletana dal periodo barocco riberesco e caravaggesco.

All'interno del percorso espositivo si è voluto restituire al visitatore, attraverso la videoinstallazione Affreschi Digitali dell'artista napoletano Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni), la peculiarità della Stazione Zoologica voluta da Anton Dohrn, primo centro di studio oceanografico in Italia, dove raffigurazioni scientifiche della fauna marina si sovrappongono alle decorazioni di Hans Von Marées e Adolf Hildebrandt ancora visibili nell'attuale Biblioteca e ispirate al gusto neo-ellenico caro agli artisti tedeschi dell'epoca.

Nel primo quarto del XX secolo, Antonio Mancini, all'apice della fama internazionale, consente alla materia grezza di entrare nei suoi dipinti; è la materia, prorompente, invasiva e privata di forma che si fa oggetto stesso dell'opera, sostituendosi al soggetto ritrattato. Una scelta che venne celebrata alla Biennale di Venezia del 1926, dove la Dama in rosso di Mancini venne salutata da Carlo Carrà come "un vero capolavoro di potenza plastica e di armonia cromatica".  

Anche l'influenza del clima politico ed economico ha avuto un ruolo decisivo sulle forme d'arte di questo periodo storico. La profusione di progetti e programmi di trasformazione urbanistica della città, infatti, la rendono sempre più europea tanto che, alla fine del secolo, Napoli dialoga ancora direttamente con Parigi: in soli tre anni viene eretta la Galleria Umberto I, vengono costruiti i caffè, i grand hotel, i quartieri borghesi ed i lunghi viali.

Il percorso "dal Sublime alla materia" diventa in mostra uno schema di lettura della storia dell'arte a Napoli nell'Ottocento. Per questa ragione, tale percorso è oggetto di un ulteriore intervento multimediale dello stesso Gargiulo che accoglie il visitatore sullo scalone d'entrata proponendo le immagini del Vesuvio in eruzione intese come sintesi dei due termini: il sentimento del sublime che deriva dallo spettacolo della forza terribile della natura, e la brutalità materica del paesaggio lavico che si trasforma in bellezza.

"Napoli Ottocento" rappresenta la sintesi di questo lungo percorso, un'occasione unica per ammirare opere di altissimo valore e per comprendere a pieno un periodo ricco di contraddizioni e di fascino.

 

 

  
Edgar Degas (Parigi, 1834 – 1917)
 Thérèse de Gas (1863 circa)
musée d’Orsay Parigi 
 
   
Gioacchino Toma (Galatina, 1836 – Napoli, 1891)
La pioggia di cenere del Vesuvio (1880)
 Gallerie degli Uffizi Firenze 

   
Pasquale Liotta (Catania, 1850-1912)
L’effetto dell’hashish (1875 circa)
 Museo Civico Castello Ursino Catania

 
Antonio Mancini (Roma, 1852 – 1930)
Dama in rosso (1926 circa)
Galleria dell’Accademia di Belle Arti Napoli


lunedì 25 marzo 2024

Una stupenda Deposizione di Cesare Fracanzano

Fig.1 - Cesare Fracanzano -
Deposizione -178x245 -
 Torino collezione privata

Invitati dal proprietario per una corretta attribuzione abbiamo visionato una stupenda Deposizione (fig.1), appartenente ad una importante collezione privata torinese, in perfetto stato di conservazione e con la cornice originale 

I personaggi del dipinto esprimono in egual misura dolore e rassegnazione e sembrano voler parlare all'osservatore.

L’opera è da collocare cronologicamente a metà strada nel cammino artistico di Cesare Fracanzano, dopo il superamento dell’iniziale fase manieristica legata allo stile del Borghese e del Santafede e l’entrata nella bottega del Ribera.  

Tali accostamenti ben si esprimono nei colori spessi e grumosi e nella palpabile materialità del cromatismo, mentre il fondale scuro ed il volto in profonda meditazione  del personaggio sulla sinistra della composizione, è un chiaro richiamo alle tematiche riberiane (fig.2). L’impasto cromatico dei corpi possiede una calda luminosità ed un tenero colorismo, che fa presagire l’adesione alla lezione di Van Dyck intorno al 1635. Nel quadro possiamo cogliere le tre anime di Cesare: un repertorio accademico basato su figure devozionali rese con rigore formale, un aggiornamento dello stile giovanile sulla lezione del naturalismo ed un’adesione ai dettami di piena luminosità dei seguaci vandichiani.   

 

Fig.2  - Cesare Fracanzano -
Volto pensieroso 60x80
Italia Mercato antiquariale

Per capire la poliedrica espressione pittorica di Cesare Fracanzano, che passa con disinvoltura dalla sconcertante rivelazione caravaggesca alla tonale fusione armoniosa dei Carracci, è essenziale tuffarci per un momento nella realtà artistica e storica del Seicento. La civiltà artistica del Seicento sorta dalla crisi dello splendido mondo cinquecentesco, ha in sé la grandezza, la complessità, le contraddizioni di una delle epoche più tormentate eppure più feconde di tutta la storia d’Europa e riesce a maturare le più alte conquiste spirituali che formano il patrimonio della civiltà moderna. È dalla nuova visione che si ha dell’uomo e della natura e soprattutto dal nuovo profondo amore per la vita che nasce, in un conflitto di forze e di idee nuove, la base di tutte le attività spirituali del secolo. 

La pittura avverte ed afferra di colpo la nuova situazione sociale ed esprime due grandi correnti pittoriche: quella dei Carracci decorativa ed armoniosa e quella tormentata e chiaroscurale di Caravaggio. Ed è in questa particolare atmosfera che vive ed opera il nostro Cesare Fracanzano. È un artista stimato ed apprezzato per la sua ricchissima varietà di linguaggi, di soluzioni stilistiche, d’improvvise accensioni di luci, di armoniose fusioni di colore.      

Forniamo ora dei cenni della biografia del pittore, invitando chi volesse approfondire l’argomento e visionare oltre 100 foto a colori dell’artista a consultare la mia monografia “Cesare Fracanzano opera completa”, (fig.3) digitando il link

 http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo14e/         

Cesare nacque nel 1605 a Bisceglie e più precisamente il 9 ottobre. Il padre Alessandro, era un nobile originario di Verona pittore di maniera, sposatosi con la biscegliese Elisabetta de Milazzo nel 1602. Insieme al fratello Francesco seguì il padre nei suoi spostamenti di città in città per eseguire decorazioni e da lui apprese i primi rudimenti dell'arte pittorica. Entrò poi nella bottega del Ribera a Napoli.    

Il suo stile pittorico si rifaceva al Ribera, ma anche al Tintoretto, ai fratelli Carracci e a Guido Reni. Dopo lunghi anni di preparazione artistica e di lavoro svolto a Napoli, nel 1626 tornò a Barletta dove sposò Beatrice Covelli. Operò molto nella cittadina pugliese in chiese e palazzi signorili. Si spostò dalla città natale solo per assolvere ad impegni di lavoro a Napoli, a Roma e in altre località della Puglia.  

Visse a Barletta fino alla sua morte avvenuta tra il 1651 e il 1652. 

     

Fig.3 - Copertina della
 monografia su Cesare Fracanzano

domenica 17 marzo 2024

Entusiasmante visita guidata a Santa Maria la Nova

 



Giovedì 21  marzo visiteremo la chiesa di Santa Maria la Nova con appuntamento all’ingresso  alle 11:15

Anche in questo caso vi invito a consultare un mio scritto sull'argomento:

Il soffitto cassettonato più bello d'Italia

Gradita la prenotazione (poiché è a numero parzialmente chiuso) con una telefonata ai numeri: 

081 7692364 - 329 3233706

o inviando una mail a:

 achilledellaragione@gmail.com

Nel frattempo consultate il mio blog www.dellaragione.eu 

Diffondete la notizia ai 4 venti avvertendo amici, parenti, collaterali ed affini. 

  




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Alcune foto della visita, fornite da Loretta Schiano 

 




sabato 16 marzo 2024

Un posto al sole tra realtà e fantasia


Il cast di "Un posto al sole" 


Sono uno degli appassionati più fedeli ad Un posto al sole, di cui da oltre 10 anni non perdo una puntata (in diretta, non su Raiplay).

Della trasmissione apprezzo la rappresentazione della realtà napoletana: tutte le coppie separate, i bambini attaccati ai telefonini, la speculazione edilizia, l'incremento del numero dei pederasti.

Ma voglio sottolineare alcune fandonie che fanno sorridere, ma anche meditare.

Partiamo dalla più grossa: un guardaporta sposato ad una dottoressa in medicina, primario in un importante ospedale. Se cercate in Napoli e provincia non troverete una coppia eguale.

Passiamo poi al matrimonio di Rossella nella chiesa di Monteoliveto, dove nella serie TV avvengono anche battesimi e funerali, cerimonie che in quella chiesa da anni sono rigorosamente vietate.

Ed infine le boiate più grosse si vedono nelle scene ambientate nel carcere di Poggioreale, che viene rappresentato come un elegante albergo, con i detenuti in camere a 2, massimo 4 posti, mentre nel padiglione Avellino in 8 metri quadrati sono ospitati 24 delinquenti e la sala dei colloqui con tavolini biposto, mentre in realtà i parenti, dopo una fila sotto il sole o la pioggia di alcune ore, possono intravedere i detenuti a distanza, dietro una enorme cancellata.

Potremmo continuare a lungo, ma vogliamo concludere: viva Un posto al sole!!

Achille della Ragione  

 

Achille con gli attori di "Un posto al sole"
Patrizio Rispo e Riccardo Polizzy Carbonelli

venerdì 15 marzo 2024

Achille della Ragione scrive a "Il Mattino" ed a "Repubblica": "Il turismo salva Napoli"

 

Michele Sanpietro per INFOSIBARI 14/3/2024

Stamattina una lieta sorpresa per gli estimatori del critico d'arte e autore di numerosi libri sull'arte napoletana dal '500 al '700, dott. Achille della Ragione, quando hanno trovato sulle pagine dei prestigiosi quotidiani mazionali "Il Mattino" e "La Repubblica" due note del loro beniamino riguardanti l'incremento del turismo nella città partenopea. 

"Il turismo salva Napoli" é il titolo e il motto a cui si é ispirato il dott. della Ragione, lamentando il fatto, purtroppo incontestabile, che moltissime chiese di Napoli contenenti tesori di arte, restano purtroppo chiuse alla fruizione degli appasionati e dei turisti. In effetti il turismo a Napoli si é incrementato e tanto di più potrebbe dare se si potesse usufruire di tutto il patrimonio culturale e artistico che la città custodisce in ogni dove. I due interventi di Achille li trovate in coda a questa breve nota, con la quale vogliamo rendergli omaggio per il suo diuturno e disinteressato impegno nel divulgare l'arte e la cultura napoletane in Italia e nel mondo. 

(nella foto Achille con una sua fan durante una delle sue mitiche visite guidate alla scoperta dei tesori di Napoli)

  

Pag.23 di REPUBBLICA
del 14 Marzo 2024

  

Pag.42 Il MATTINO
del 14 marzo 2024
 

 
INFOSIBARI 

 

giovedì 14 marzo 2024

Il turismo salva Napoli

  

La Repubblica, pag.23
14 marzo 2024

Dopo la chiusura delle industrie per la spietata concorrenza cinese, l'economia di Napoli sembrava destinata a soccombere, ma grazie alla sua bellezza paesaggistica ed artistica, da alcuni anni ha cominciato ad attrarre folle di turisti, accorsi dall'Italia e dall'estero ed incuranti delle deficienze nei trasporti o dal gran numero di chiese chiuse, i quali hanno portato entusiasmo e ricchezza. Molte famiglie hanno aperto dei bed  & breakfast, mentre ristoranti e pizzerie sono sempre affollati.
Speriamo che il turismo aumenti sempre più e salvi Napoli.  
  
 
 Il Mattino, pag.34
11 aprile 2024

 
 
  
 

martedì 12 marzo 2024

Le chiese inutilizzate di Napoli, si apra ai privati

 

La Repubblica pag.25
12 marzo 2024
   

Napoli dal Cinquecento ad oggi possiede la maggiore concentrazione di chiese al mondo, ben più di quelle di Roma. Purtroppo da tempo immemore un numero sempre crescente di edifici di culto è chiuso e le opere d'arte contenute sono alla mercé di ladri e di vandali; un fenomeno aumentato a dismisura dal terremoto del 1980, mentre i fondi a disposizione delle istituzioni sono praticamente inesistenti. Un patrimonio di storia e di arte che rischia di disintegrasi. Nello stesso tempo i fedeli sono diminuiti e con loro i sacerdoti, un processo irreversibile che dovrebbe indurre le autorità civili e religiose ad una riconversione dei luoghi sacri, destinandoli a diverse funzioni sociali o redditizie.
Bisogna salvare un capitale così grande di bellezza e consegnarlo integro ai nostri discendenti .
Muoviamoci tutti, sperando che il groviglio di competenze non crei ostacoli insormontabili. 
 
 
Il Mattino, pag.42,
14 marzo 2024

 
 


domenica 10 marzo 2024

A Monteoliveto la prossima interessante visita guidata

 



Sabato 16 marzo visiteremo la chiesa di Monteoliveto, conosciuta anche come S. Anna dei Lombardi, con appuntamento all’ingresso  alle 11:15

Anche in questo caso vi invito a consultare un mio scritto sull'argomento

https://achillecontedilavian.blogspot.com/2019/01/l-ipogeo-della-chiesa-di-santanna-dei.html?m=1

Gradita la prenotazione (poiché è a numero parzialmente chiuso) con una telefonata ai numeri: 

081 7692364 - 329 3233706

o inviando una mail a:

 achilledellaragione@gmail.com

Nel frattempo consultate il mio blog www.dellaragione.eu 

Diffondete la notizia ai 4 venti avvertendo amici, parenti, collaterali ed affini.


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Una foto fornita da Loretta Schiano 











venerdì 1 marzo 2024

Interessante visita guidata al Museo diocesano

  

In esposizione temporanea
La flagellazione di Caravaggio 


Sabato 9 marzo vi sarà una interessante visita guidata al museo diocesano di Napoli,  dove da alcuni giorni si può ammirare anche la Flagellazione di Caravaggio. L'appuntamento è previsto alla biglietteria alle ore 15:00 e chi dichiarerà di essere un mio seguace avrà uno sconto cospicuo sul biglietto, che gli permetterà anche di visitare gratuitamente il Pio Monte di Misericordia ed ammirare un altro Caravaggio. Gradita la prenotazione (poiché è a numero parzialmente chiuso) con una telefonata ai numeri: 

081 7692364 - 329 3233706

o inviando una mail a:

 achilledellaragione@gmail.com

Nel frattempo consultate il mio blog www.dellaragione.eu 

e leggete un mio articolo che scrissi tempo fa sul museo diocesano

https://achillecontedilavian.blogspot.com/2012/03/museo-diocesano-di-napoli.html

Diffondete la notizia ai 4 venti avvertendo amici, parenti, collaterali ed affini.