venerdì 16 maggio 2025

𝗕𝗨𝗢𝗡 𝗩𝗜𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢 𝗠𝗔𝗘𝗦𝗧𝗥𝗢



Venerdì 16 maggio 2025, si è serenamente conclusa l'esistenza terrena del

Dr. Achille della Ragione 

I funerali sono stati celebrati sabato 17 maggio alle ore 17:00, nella chiesa del Corpus Christi in via Manzoni 225 - Napoli

  


 


  


 


È difficile descrivere in poche parole le tante qualità di Achille della Ragione, che nella sua vita è stato: padre di famiglia, medico, scrittore, maestro di scacchi, esperto d'arte e animatore culturale.

Possiamo solo dire che resterà un punto di riferimento importante per tutti coloro che lo hanno conosciuto o lo conosceranno tramite i suoi scritti raccolti in questo blog.  

  



    





martedì 13 maggio 2025

Una Maddalena di Andrea Vaccaro

 

Fig.1 Maddalena Maddalena
Andrea Vaccaro
(Napoli collezione privata)

Il quadro in fig.1 che illustreremo in questo articolo,  è una replica autografa di Andrea Vaccaro di un celebre dipinto conservato in Sicilia.

La Maddalena penitente è un dipinto a olio su tela di Andrea Vaccaro, un artista italiano del diciassettesimo secolo. È conservato presso la Galleria Regionale del Palazzo Abatellis di Palermo (fig.3). Proviene da Napoli in qualità di dono del re Ferdinando II delle Due Sicilie. Fu da me pubblicato nella mia monografia sull'artista.

 

Fig.2 copertina monografia

L'opera (fig.1) appartiene a un tema iconografico molto diffuso nella pittura religiosa, nel quale Maria Maddalena si pente delle proprie azioni passate e decide di seguire gli insegnamenti di Gesù, divenendone una discepola. Non si trattò dell'unica volta nel quale questo tema venne affrontato dal Vaccaro. La donna viene raffigurata molto spesso davanti a un libro aperto o a un teschio, e in questo quadro appaiono entrambi, in basso a sinistra. La donna porta le mani al petto e alza la testa, volgendo il suo sguardo verso l'alto. Lo sfondo nero dal quale emerge la figura mette in risalto la penitenza in solitudine della Maddalena.

Il Vaccaro fu artista abile nel dipingere donne, sante che fossero, pervase da una vena di sottile erotismo, di epidermide dorata, dai capelli bruni o biondi, di una carnalità desiderabile sulle cui forme egli indugiò spesso compiaciuto col suo pennello, a stuzzicare e lusingare il gusto dei committenti, più sensibili a piacevolezze di soggetto, che a recepire il messaggio devozionale che ne era alla base.

Egli si ripeté spesso su due o tre modelli femminili ben scelti, di lusinghiere nudità, che gli servirono a fornire mezze figure di sante martiri a dovizia tutte piacevoli da guardare, percepite con un’affettuosa partecipazione terrena, velata da una punta di erotismo, con i loro capelli d’oro luccicanti, con le morbide mani carnose e affusolate nelle dita, con le loro vesti blu scollate, tanto da mostrare le grazie di una spalla pallida, ma desiderabile. I volti velati da una sottile malinconia e con un caldo languore nei grandi occhi umidi e bruni, che aggiungono qualcosa di più acuto alla sensazione visiva delle carni plasmate con amore e compiacimento.


Achille della Ragione 


 

Fig.3 Maddalena penitente
Andrea Vaccaro
(Palermo, Galleria Nazionale)

sabato 10 maggio 2025

Le ville di Posillipo: Quanti ricordi, quanta malinconia

 



In questo percorso narrativo, intendo condividere con i lettori, una serie di ricordi legati alla frequentazione delle principali ville di Posillipo. Una sorta di amarcord che copra sei chilometri sessanta  anni. 

Forse non esiste a Napoli nessuno che ha avuto il privilegio come me di godere dell’amicizia o della conoscenza degli eredi di un patrimonio di pietre e di cultura, che dall’epoca imperiale è giunto a noi e che tutti dovremmo conoscere, ma soprattutto salvare dall’incuria degli uomini e dalla furia devastatrice del tempo. Per chi volesse conoscere in maniera esaustiva la storia delle ville descritte in questa veloce carrellata, non ha che da consultare i celebri libri scritti sull’argomento, quali quello di Renato De Fusco, uscito nel 1990, ma ancora in commercio. O la bibbia su Posillipo, il 4° monumentale volume di Italo Ferraro, dalla lettura esaltante e dal costo esorbitante. 

Fig.1

Il racconto comincia lì dove sorgeva la villa di Vedio Pollione, divenuto ricco col commercio del grano ed amico dell’imperatore Augusto ed in epoca moderna la dimora di Franco Ambrosio, anche lui re del grano e sodale del potente ministro Cirino Pomicino. E fu proprio il braccio destro di Andreotti a favorire il nostro incontro per visionare uno spettacolare quadro di Luca Giordano (fig.1) e preparare il relativo expertise.

Dopo aver ammirato il dipinto e sorbito un eccellente caffè, il padrone di casa candidamente chiese: 

«Vogliamo andare a teatro?»

 «Vi è qualche spettacolo interessante da vedere all’Augusteo o al Diana?»

«Intendevo visitare il mio teatro personale»

Con grande meraviglia ci recammo in un’area contigua alla sua villa dove potemmo ammirare, ben conservato, uno splendido teatro in grado di contenere 2mila spettatori (fig.2), un Odeion e altre strutture di sommo interesse archeologico, da un ninfeo a delle antiche terme.

Negli anni, per fortuna dei Napoletani e per sfortuna del nostro anfitrione, il monarca del grano incappò in una serie di disavventure giudiziarie, che si conclusero con l’esproprio delle sue proprietà, le quali, passate allo Stato, sono ora di godimento pubblico e sono visitabili ogni giorno, basta percorrere via Coroglio, e attraversare a piedi la Grotta di Seiano. L’imponente Grotta di Seiano è una galleria realizzata in epoca romana dall’architetto Lucio Cocceio, che fu riportata alla luce, riaperta e riadattata nel 1840 da Ferdinando II di Borbone. Il traforo, lungo 780 metri, attraversa tutta la collina tufacea di Posillipo, collegando così l’area di Bagnoli a quella di Posillipo, dove troviamo il Parco sommerso della Gaiola ed il parco archeologico della villa di Pollione.

Ricordiamo che il colpo di grazia al percorso terreno del nostro ospite: Franco Ambrosio, fu la sua morte violenta: ucciso nella sua villa il 15 aprile 2009, dalla servitù che voleva rubare i gioielli di famiglia. 

 

Fig.2

Trovandoci a parlare di scalogna, accenno brevemente a due mie fugaci visite, ospite di Gianpasquale Grappone, della sua dimora posta sull’isolotto della Gaiola (fig.3) e celebre non tanto per il fantastico parco sommerso che lo circonda, quanto per un’oscura maledizione che da decenni incombe sui proprietari e dalla quale credevo fossero immuni i visitatori. Viceversa, siamo nel 1978, e dopo pochi mesi dalla frequentazione della casa del noto assicuratore d’assalto, fummo entrambe coinvolti in una penosa disavventura fiscale, dalla quale ho impiegato anni e anni per uscire indenne. 

Peggior sorte ebbe Gianpasquale Grappone, che nel 1978 dopo il fallimento della sua società di assicurazioni, la Lloyd Centauro, finì in galera travolto dai debiti. Ed il giorno in cui la villa fu messa all’asta, la moglie Pasqualina morì in un incidente stradale. Per la cronaca diciamo che la villa della Gaiola ora è solo un rudere disabitato ed è di proprietà della Regione Campania che ha creato il Parco  archeologico della villa di Pollione che comprende anche l'area marina della Gaiola.

Fig.3

[Continua]

domenica 4 maggio 2025

I salotti culturali e la qualità della vita


A Napoli, la qualità della vita migliora anche attraverso i salotti culturali. In questi cenacoli veniamo a contatto con la gente e costruiamo relazioni vere, in cui la cultura è strumento di emancipazione e la diversità è riconosciuta come ricchezza. Questi momenti rappresentano molto più di semplici eventi culturali: sono esperienze collettive di crescita e di bellezza, che parlano di equilibrio, responsabilità e gioia di vivere.

Il salotto culturale di Achille della Ragione, coniuga passato e presente, radici e futuro. Il locale che lo ospita, è esposto a ovest, e regala lo spettacolo suggestivo dei tramonti sui Campi Flegrei. Immerso nella bellezza di una villa monumentale, tra profumi di glicine e fiori d’arancio, questo luogo è espressione del genio napoletano di Achille della Ragione: uomo generoso, di sottile intuito e grande cultura. Qui la riflessione si accompagna all’arte e all’eleganza, in un dialogo costante tra passato e presente, tra radici e futuro. 

La qualità della vita comincia da qui: dal rispetto, dall’ascolto e dalla possibilità di condividere il bello. Se esperienze di questo tipo, autentiche, spontanee, quasi mistiche fossero registrate tra gli indicatori delle classifiche sulla qualità della vita pubblicate annualmente da Il Sole 24 Ore, Napoli otterrebbe certamente un punteggio più alto nella voce “Cultura e Tempo Libero”, testimoniando una vivacità culturale e umana che altrove è difficile replicare.

Domenico Esposito 

 

https://www.napolivillage.com/cultura/domenico-esposito-i-salotti-culturali-di-napoli-larte-del-sapere-vivere-e-qui/ 

   





 

domenica 20 aprile 2025

Auguri di buona Pasqua!

 


Che questa giornata porti con sé la dolcezza della primavera, la speranza di un nuovo inizio e tanti momenti felici da condividere con le persone che amate!


martedì 15 aprile 2025

Vergogna



Da mesi centinaia di amici mi sollecitavano a riprendere le visite guidate, per cui nonostante le mie gravi condizioni di salute, ne ho prevista una sabato scorso alle ore 15:00 alla mostra di De Vito, che si tiene al museo diocesano di Napoli.

Ho diffuso la notizia attraverso molte mail ed avevo ottenuto 70 adesioni telefoniche o via mail. Alle 13:30 mi avvio, 40 euro di taxi all'andata e 40 al ritorno.

Si presentano solo 8 adepti, a cui si uniscono alcuni  turisti. Un vero scandalo per cui ho deciso che dopo 32 anni NON vi saranno più altre visite guidate

Chi vorrà conoscere le bellezze di Napoli dovrà iscriversi ad una delle tante associazioni a pagamento, dotate di guide impreparate.

Addio e buona fortuna

Achille della Ragione

domenica 13 aprile 2025

Un capolavoro di Luca Giordano


 

fig.1 - Luca Giordano -
Distribuzione del pane e dei pesci - 160x120 -
Caserta collezione privata

Luca Giordano ha dipinto circa 2000 quadri, cominciando la sua attività a 8 anni ed il soggetto del quale parleremo in questo articolo fig.1 è un vero capolavoro, sul quale tornerà dalla Spagna sull'altare della chiesa di Donnaregina nuova.

Di ritorno dalla Spagna, nei suoi ultimi anni di vita, Luca Giordano realizza due gigantesche tele per il presbiterio di Donnaregina, al fine di celebrare il mistero dell’Eucaristia attraverso i segni più sacri per i cristiani: pane e vino, cibi normali scelti simbolicamente dal Cristo per restare accanto ai credenti sino alla fine del mondo. In questo dipinto, Gesù spezza il pane per distribuirlo alle folle che lo seguono, cercando nella sua parola il pane di vita. La Moltiplicazione dei pani diventa così un’anticipazione della passione, morte e risurrezione, in cui il Cristo verrà egli stesso spezzato per diventare cibo dell’anima, divisibile nel sacramento eucaristico, secondo l’esempio fornito dal Messia durante l’Ultima Cena.

Il primo miracolo è conosciuto anche come il "miracolo dei cinque pani e due pesci", perché il Vangelo di Giovanni riporta che cinque pani d'orzo e due piccoli pesci forniti da un ragazzo furono usati da Gesù per nutrire una moltitudine. Secondo il Vangelo di Matteo, quando Gesù udì che Giovanni Battista era stato ucciso, partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo solitario. Luca specifica che il posto era vicino a Betsaida. Le folle seguirono Gesù a piedi dalle città. Quando Gesù sbarcò e vide una grande folla, ebbe compassione di loro e guarì i loro malati. Quando si avvicinò la sera, i discepoli andarono da lui e dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare» (Matteo 14,15). Gesù disse che non c'era bisogno che se ne andassero, e ordinò ai discepoli di dare loro qualcosa da mangiare. I discepoli gli dissero che avevano solo cinque pani e due pesci, e Gesù gli chiese di portarglieli. Gesù ordinò alla gente di sedersi in gruppo sull'erba. Nel Vangelo di Marco le folle sedevano in gruppi di 50 e 100, e nel Vangelo di Luca, Gesù ordina di dividere la folla in gruppi di 50,  sottintendendo che c'erano 100 gruppi.

Prendendo i cinque pani e i due pesci e alzando lo sguardo al cielo, Gesù rese grazie e spezzò i pani. Poi li diede ai discepoli e i discepoli li diedero al popolo. Mangiarono tutti e si saziarono, e i discepoli raccolsero dodici ceste piene di pezzi avanzati. Mangiarono circa cinquemila uomini, oltre a donne e bambini. Nel Vangelo di Giovanni, la moltitudine si radunò intorno a Gesù attratta delle guarigioni che aveva compiuto, e la moltiplicazione dei pani è considerata un ulteriore segno (greco: σημεῖον) che Gesù è il Messia, il profeta che (secondo la promessa in Deuteronomio 18,15 deve venire nel mondo)

Questo miracolo, che appare solo in Marco e Matteo, è anche conosciuto come il miracolo dei sette pani e pesci, poiché il Vangelo di Matteo fa riferimento a sette pani e alcuni piccoli pesci usati da Gesù per sfamare una moltitudine. Secondo il Vangelo di Matteo, una grande folla si era radunata e stava seguendo Gesù.

«Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadan sul lago di Tiberiade»

Se dovessimo ipotizzare il valore del quadro in oggetto dovremmo partire da 70.000 euro

Achille della Ragione.  

  

fig.2- Luca Giordano -
Distribuzione del pane e dei pesci -particolare-
 Caserta collezione privata