lunedì 13 gennaio 2025

Visita guidata gratuita

Galleria Giacometti - Napoli 


Sabato 18 gennaio si svolgerà la prima visita guidata gratuita del 2025, alla mostra:

Morelli e Vonwiller il maestro e il mecenate

organizzata presso la "Giacometti Old Master Painting". Il negozio di uno dei più importanti antiquari italiani: Umberto Giacometti; per conoscere il quale vi invito a leggere una biografia da me scritta su di lui leggendo l'articolo: Giacometti, chi è costui.

Il suo negozio è a Napoli in via Morelli 24, e vi do un doppio appuntamento, alle ore 11:00, oppure alle ore 16:00. 

Vi fornisco ora qualche notizia sul pittore di cui ammireremo vari quadri.

Domenico Morelli
- La Cacciata dei Saraceni da Salerno - 

Domenico Morelli (Napoli 1823 – 1901), oltre ad essere uno dei protagonisti del rinnovamento delle arti – della pittura in particolare – a Napoli e in Italia dalla metà dell’Ottocento, fu tra i grandi esponenti della società meridionale che, dopo l’Unità, si impegnarono, sul versante civile e culturale, per l’ammodernamento delle istituzioni scolastiche di indirizzo artistico e per la salvaguardia del vasto patrimonio locale di storia e d’arte.

Morelli frequenta l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove è allievo di Giuseppe Mancinelli, innovatore nel campo della pittura di storia, sovvertendo i convenzionali modelli neoclassici e recuperando i valori della grande tradizione italiana del passato. 

A Roma studia pittura antica ed entra in contatto con i numerosi artisti francesi e tedeschi qui presenti, ma, dopo la partecipazione agli eventi insurrezionali del 1848 contro il governo borbonico, è costretto a risiedere a Napoli, nonostante risultasse vincitore del pensionato artistico da effettuare nella città papale. Ciononostante riesce ugualmente ad allontanarsi per brevi periodi dalla capitale del regno meridionale e a compiere fondamentali viaggi d’istruzione sia a Roma stessa che a Firenze. 

L’opera Gli Iconoclasti, presentata alla mostra borbonica del 1855, diviene il manifesto delle nuove tendenze del verismo storico. Nella rappresentazione del monaco - pittore Lazzaro, che subisce l’amputazione della mano perché così non possa più dipingere, viene rievocata simbolicamente l’insofferenza degli intellettuali di fede liberale verso le repressioni borboniche. Nello stesso anno compie un viaggio nelle principali capitali d’Europa, passando per le maggiori città dell’Italia del Nord, si reca a Monaco, Berlino, Bruxelles e infine Parigi, dove conosce la pittura romantica. 

Morelli può essere considerato un artista moderno e un intellettuale di rilievo, soprattutto per la sua partecipazione alla vita culturale dell’Italia del suo tempo: straordinaria risulta, infatti, la ricchezza dei suoi epistolari, indirizzati soprattutto a Pasquale Villari e a Giuseppe Verdi. 

Ma è soprattutto a partire dall’Unità d’Italia che il pittore, al culmine del suo prestigio, consolida il ruolo di protagonista, diventando un riferimento per le istituzioni pubbliche e per artisti, i collezionisti e i mecenati contemporanei, a Napoli e in Italia.

Nel 1864 è consulente ufficiale per gli acquisti di Casa Savoia e si propone, in molti casi, come coordinatore del moderno collezionismo borghese, da Vonwiller ai Maglione Oneto, ai Rotondo. 

Nel 1868 è professore di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1878 fonda, insieme a Filippo Palizzi, il Museo Artistico Industriale. 

Le opere presenti in mostra presso la Giacometti Old Master Painting, sono quaranta. Quasi tutte inediti di Domenico Morelli o della sua scuola (Bernardo Celentano, Gustavo Nacciarone, Gioacchino Toma, Paolo Vetri, Edoardo Tofano, Ettore Cercone, Antonio Mancini, Francesco Paolo Michetti, Vincenzo Gemito) e consentono di ripercorrere le fasi principali dell’arte di Morelli, nel dialogo con altri grandi protagonisti Italiani e stranieri del tempo. Dalla stagione del romanticismo storico fino all’orientalismo ottocentesco.

Achille della Ragione


Domenico Morelli
- ritratto di Giovanni Vonwiller  - 
 
Domenico Morelli
-bozzetto del Cesare Borgia a Capua-


domenica 12 gennaio 2025

Un capolavoro da ammirare

fig.1 Ribera - Ultima cena (125-150) -
Italia collezione privata

Il soggetto iconografico dell’Ultima Cena è stato trattato nei secoli dai più grandi pittori italiani e stranieri. Il dipinto di cui parleremo nel nostro articolo tratta di questo argomento (fig.1) ed appartiene ad un’importante collezione italiana ed è stato eseguito da Giuseppe De Ribera in collaborazione con il suo allievo più importante Francesco Fracanzano, che manifesta la sua presenza in alcuni significativi dettagli come l’esecuzione della testa degli apostoli (fig.2-3), che rappresentava la sua specialità.

Il quadro di notevoli dimensioni (125-150) può rendere attraente il salotto di una famiglia borghese che volesse acquistarlo.

Tutto il dipinto è immerso nel chiaroscuro intenso, a dimostrazione che Ribera ha preso ispirazione dai colori squillanti di Caravaggio.

Tutta la pittura di Ribera è caratterizzata da colori opachi, in netto contrasto col suo antagonista, Massimo Stanzione, che amava rappresentare la dolcezza degli affetti con colori soavi e raffinati.

Il dipinto in esame costituisce un'importante aggiunta al catalogo del pittore e siamo certi susciterà l’interesse di studiosi e collezionisti.

 Achille Della Ragione

fig.2 - Ribera - Ultima cena - Dettagli -
Italia collezione privata


fig.3 - Ribera - Ultima cena -Dettagli -
 Italia collezione privata


lunedì 6 gennaio 2025

Castello De Vita

 

Fig.1

Sulle ultime curve di via Manzoni sorge uno splendido maniero in stile neomedievale, un falso architettonico potrebbe obiettare qualche purista, senza dubbio, ma il Castello De Vita, dal nome degli attuali proprietari, possiede un fascino misterioso e ben si sposa con l’atmosfera bucolica che impronta questo ultimo tratto di strada, poco prima dell’incrocio con la storica Torre Ranieri (fig.2).

Fig.2 torre Ranieri - XV secolo 

Fig.3


Alle spalle della villa un’enorme tenuta in cui i proprietari, dopo una lunga scelta tra selezionati vitigni, hanno creato il vino DOC don Filippo, che dalla prossima vendemmia sarà il giusto corollario della mensa di pochi fortunati. Le sale del castello, viceversa, non sono frequentate da pochi eletti, bensì grazie ad un’illuminata scelta imprenditoriale dei De Vita, almeno per un giorno, in occasione di feste e sponsali, diventano il sogno proibito  per tante persone di tutte le età.

Vediamo le caratteristiche architettoniche e artistiche di questo castelletto, che ha uno stile eclettico diffusosi a cavallo dei due secoli, con profusione di torrette, merli a coda di rondine e bugnato. Suggestivo l’affaccio verso la zona flegrea dominato da un’altana con archi sostenuti da colonne sulla torre dell’edificio principale. Sul lato opposto un ampio spazio aperto con arredo verde di palme e aiuole è chiuso sulla strada da un muro diviso dal cancello di ingresso e terminante agli angoli in due dépendences dello stesso stile neomedievale. 

Achille della Ragione 

  

Fig.4

lunedì 23 dicembre 2024

Auguri di buone feste



Buon Natale e felice anno nuovo, a tutti Voi che mi seguite con affetto su questo blog.

Spero che questi giorni di festa, siano pieni di gioia, amore e serenità. 

Achille 


            

L'albero di Achille, il più bello di Napoli! r Achille il più b

domenica 22 dicembre 2024

Patrizia Di Costanzo una valente pittrice

 Achille con Patrizia alla sua destra


Ischia partorisce continuamente abili pittrici, oggi parleremo di Patrizia Di Costanzo e mostreremo alcuni dei suoi dipinti più belli, che hanno già partecipato a mostre ottenendo un lusinghiero successo 

 









sabato 21 dicembre 2024

Villa Sirimarco De Marco


Fig.1 ingresso

Sull'ultima curva di via Manzoni al civico 261 esiste una villa splendida (fig.1),  intitolata agli storici proprietari Sirimarco De Marco, due famosi ginecologi, il primo purtroppo scomparso da qualche anno, il secondo ancora attivo, anche se preferisce recarsi continuamente nella loro spettacolare villa di Agropoli ed occupare il resto del tempo a consultare i libri scritti da me, di cui ne conserva 164.

La villa è abitata da familiari. Dall'ultimo piano, il terzo, si gode un panorama incredibile che mozza il fiato. All'interno inoltre vi è una scala gigantesca, che fa concorrenza a quella di Palazzo Reale (fig.2) e alcuni dislivelli (fig.3), che tolgono spazio agli appartamenti. 

 

Fig.2 scalone

 

Fig.3 dislivello tra appartamenti

Vi è uno splendido giardino di oltre mille metri quadrati, dominato da piante di arance maltesi e da una fioritura ubiquitaria profumata, con alcune serre (fig.4) specializzate in rose, ciclamini e ortensie.

Ma la vera attrazione della villa è costituita da una piscina olimpionica (fig.5/6). 

   

Fig.4 ingresso serra

Tuttavia la cosa più importante è costituita dalla contiguità con la villa dell'illustre intellettuale della Ragione.

Achille della Ragione 

 

Fig.5 piscina
 
Fig.6 piscina


sabato 14 dicembre 2024

Villa Pappone

 

villa Pappone - Napoli 
in via salita del Casale di Posillipo


Villa Pappone è un esempio straordinario di come lo stile Liberty-floreale si sia fuso con l'architettura napoletana. L'edificio si trova a Posillipo, in una posizione incantevole che offre una vista mozzafiato sulla città.

La villa è stata progettata da Gregorio Botta e realizzata nel 1912 per conto del Commendatore Francesco Pappone, un fabbricante e commerciante di fiori artificiali. Il committente impose al progettista uno stile adeguato al modello in auge nei paesi del centro Europa con i quali commerciava e d’altra parte come rinunciare allo stile floreale quando il committente è un commerciante di fiori. La facciata liberty è sottolineata da una bellissima pensilina in ferro e vetri policromi sostenuta da grifoni in bronzo. I motivi floreali sono leggibili nelle balaustre in ferro battuto dal disegno diverso ad ogni piano, nelle cimase delle finestre e nelle maioliche della fascia sottostante il marcapiano, nei mensoloni in bronzo che sorreggono il cornicione. La villa è un autentico capolavoro del liberty napoletano e alcune delle sue soluzioni decorative come il marcapiano maiolicato saranno replicate in diverse costruzioni successive soprattutto al Vomero.

 

Ingresso con pensilina
 
 
Grifoni di bronzo
che sorreggono la pensilina


Villa Pappone, certamente è un caposaldo della nuova corrente architettonica liberty-floreale d'inizio secolo. L'ingegnere Gregorio Botta, era un professionista con all'attivo diversi progetti in Egitto allora controllato dal protettorato inglese, mentre il committente acquisì i gusti e le tendenze culturali del periodo grazie ai continui scambi culturali con l'Europa. Le confluenze culturali di entrambe favorirono la nascita di un progetto di ampio respiro architettonico che si allineava culturalmente alle costruzioni d'oltralpe. Nonostante l'apparenza di un immobile d'affitto a tre piani, è uno dei pochi a Napoli destinato unicamente a residenza del committente. La villa presenta, a differenza di molte altre costruzioni coeve in città, tutti gli stilemi tipici del floreale come l'assenza di simmetria in pianta e lungo i prospetti per la presenza di corpi aggiunti alla figura di matrice della pianta; le differenti altezze dei singoli corpi che compongono il volume; elaborate rifiniture in stucco accompagnate da balaustre in ferro battuto di diverso disegno e culminanti nella pensilina d'ingresso in ferro e vetro; le fasce marcapiano ornate da maioliche. I continui richiami stilistici fanno riferimento al linguaggio della Secessione viennese, filtrata attraverso le opere italiane pubblicate dalla casa Crudo & Co. di Torino


Achille della Ragione  

  

Villa Pappone