mercoledì 4 aprile 2012

Dalla ruota dell’Annunziata al signore delle nascite

  

 

fig.1 - Sacra ruota degli esposti

«Alle falde del Vesuvio, abita un medico, conosciuto come il signore delle nascite, che ha dato a Napoli uno dei pochi primati di cui possa fregiarsi. Egli non ha tentazioni di divismo, né si considera un volto da copertina. Non ama passerelle di false leggende, né miti che non devono essere miti».
Con queste parole il Corriere della sera riassunse la notizia della prima fecondazione in vitro avvenuta in Italia, coronata dalla nascita di Alessandra l’11 gennaio 1983 nella clinica Villalba di Napoli.
Grande fu ovunque lo stupore e la meraviglia al diffondersi della notizia che la prima bambina in provetta italiana era napoletana. A Napoli dove tutto è bello ed intelligente, ma anche vago, impreciso ed approssimativo si era riusciti per primi nel nostro Paese in una impresa rigidamente scientifica, precisamente organizzata e per di più ciò avveniva in una struttura privata circondata da un ambiente medico conservatore, se non ostile, certamente scettico.
Il ginecologo Vincenzo Abate (fig.5) ed i suoi giovani collaboratori erano stati paladini solitari nell’azione contro la disorganizzazione dello Stato, che ben si esprimeva nella scalcinata espressione ospedaliera meridionale.
Mentre la notizia si diffondeva, gli altri scienziati italiani del settore, che, fino ad allora si erano distinti soltanto per fiumi di chiacchiere versate nei congressi, sull’argomento si rinchiusero in un mutismo assoluto e cercarono di prendere le distanze dal ginecologo privato riuscito nell’impresa miracolosa, il quale aveva l’imperdonabile torto di non essere un cattedratico.
Nessuno dei suoi invidiosi colleghi volle riconoscere in quei giorni che dietro questa sua impresa eccezionale vi erano anni di studio, un costante impegno quotidiano, innumerevoli sacrifici, ma principalmente l’intuizione che per imparare qualcosa di nuovo bisogna emigrare, andando là dove la medicina è più avanzata, ma bisogna anche poi ritornare a casa ad insegnare ciò che si è appreso all’estero.
A Napoli venne così ad affiancarsi all’Orto Botanico più importante d’Europa, alla prestigiosa Stazione Zoologica ed al Laboratorio di Biogenetica di fama internazionale, un centro all’avanguardia nel settore della sterilità.
La meraviglia maggiore da parte degli specialisti del settore fu che un tale successo sia avvenuto in una struttura privata, mentre tante strutture universitarie non avevano ottenuto nessun risultato. La spiegazione ci viene dalle parole dello stesso ginecologo napoletano: «Questo tipo particolare di esperimenti è stato possibile da realizzare in una struttura privata, perché richiede un ritmo di lavoro tale che solo un ricercatore abituato a grossi sacrifici può attuare. Infatti in una struttura pubblica è assolutamente improbabile che un programma scientifico di questa portata possa essere eseguito ventiquattro ore su ventiquattro. In nessun ospedale o università si riuscirebbe facilmente ad eseguire una laparoscopia notturna sulle pazienti con ovulazioni improvvise».
Conoscere il carattere di questo cittadino doc ci permette di apprezzare quella magica miscela che ha permesso a tanti napoletani di raggiungere il successo una volta lasciata la città natale: una calda cordialità partenopea associata ad un’efficienza nord americana. 

 

fig.2 - Pronti ad accogliere il pargoletto

 

fig.3 - Cortile dell'ospedale dell'Annunziata

 

fig.4 - Interno della sacrestia della chiesa dell'Annunziata

I suoi stretti collaboratori ci permettono di conoscere meglio lui e soprattutto la sua clientela attraverso alcuni graziosi aneddoti.
Mi raccontava il dott. Punzetto, ecografista, che tre volte alla settimana, nei giorni in cui egli collaborava nello studio di via Petrarca, le visite terminavano quasi sempre intorno alle 3-4 di notte, dopo di che doveva seguire l’intera équipe nei pochi ristoranti ancora aperti a quell’ora per cenare tutti assieme fino alle prime luci dell’alba. La mattina era sempre uno straccio.
Il dott. Enzo Del Vasto, valente anestesista e proprietario di sfarzose imbarcazioni, mi confidava che il dott. Abate se come ginecologo era bravissimo, come lupo di mare era addirittura un mostro di bravura e quindi tutta una sfilza di divertenti episodi accaduti durante navigazioni verso le Eolie o attorno alla Sardegna.
Il dott. Mimmo Cirillo ginecologo, ex braccio destro del professore, mi diceva che aveva più volte studiato approfonditamente la clientela in lunga e paziente attesa di essere visitata e di avere identificato dei personaggi che si ripetevano ciclicamente: «C’è la signora dell’alta borghesia, che grazie ad affrettate letture sulle rubriche mediche dei giornali elargisce consigli e spiegazioni con la prosopopea della addetta ai lavori. C’è la contadina della provincia e la popolana dei quartieri spagnoli, sempre scortata da folti gruppi di parenti che imitano le gesta del prof. Abate di cui raccontano episodi conditi da una mimica eduardiana. C’è la nobile decaduta che cerca disperatamente di saltare la fila con la stessa tenacia della donna manager, tutta lavoro ed appuntamenti, che consulta neuroticamente l'orologio ogni cinque minuti a simulare un impegno professionale che non può più attendere».
Purtroppo la lotta contro la sterilità necessita come prima dote di molta pazienza, abnegazione e volontà di sacrifici per poter percorrere una strada lunga, faticosa e non sempre coronata da un risultato favorevole.

fig.5 - Copertina con la foto del Signore delle nascite


fig.6 - Un nuovo abitante della Terra


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