giovedì 2 gennaio 2014

POSTFAZIONE della Bibbia dell'amore

di Achille della Ragione e Marina della Ragione




La postfazione è quella cosa che si pone all’inizio del libro, si scrive alla fine e non si legge né all’inizio né alla fine; la postfazione, viceversa, serve, assieme ad introduzione e presentazione, a fornire ad illustri personaggi la possibilità di attrarre i lettori con il loro nome.
Nel nostro caso, ne abbiamo volentieri fatto a meno, certi della bontà del libro, per il cui nome abbiamo scelto due tra le parole più cliccate su internet: Amore e Bibbia. L’altra, più prosaica, è Sesso ed il blog, su cui è pubblicato, da mesi, viaggia ad oltre 1000 visitatori al giorno. Abbiamo cercato subito un abile traduttore per l’edizione in inglese ed i primi contattati, professionisti del settore, ci hanno fatto presente la difficoltà di rendere in una lingua diversa le espressioni forbite che rendono, a nostro parere, il libro accattivante.
Quello del traduttore è un mestiere solitario e, spesso, malversato. Ma è anche uno dei lavori più belli che esistano: scolpire la lingua, plasmarla, inventare parole che restituiscano suoni, immagini e sapori, affrontare gli inganni delle grammatiche e trovare la strada per uscire dai labirinti costruiti dagli autori.
E poi tradurre è tremendamente sexy: un atto di seduzione in due atti, l’innamoramento per il testo e l’opera stessa del tradurre. Aveva ragione Gesualdo Bufalino quando diceva: «Il traduttore è, con evidenza, l’unico autentico lettore di un testo. Certo più d’ogni critico, forse più dello stesso autore. Poiché d’un  testo il critico è solamente il corteggiatore volante, l’autore il padre e marito, mentre il traduttore è l’amante».
Vogliamo concludere con altre considerazioni sulla natura dell’amore e sul significato della vita dell’uomo.
L’esigenza di credere nel destino o in una divinità che sovrintende al nostro futuro, si perde nella notte dei tempi.
Il pilastro che illumina il passaggio terreno dell’umanità è l’amore che alimenta i desideri, scatena il furore delle passioni e la dolce tenerezza degli affetti.
Il signore degli dei non è lo Zeus dell’Olimpo, né Brahma, né Iside, né Allah, bensì Eros e la sua infinita potenza che coincide con la vita in tutte le sue forme. Non è una divinità e non trascende la vita perché la compenetra. Ama ed infonde amore. Molteplici sono le sue creature, da Afrodite a Narciso, e perfino  Lucifero, l’angelo ribelle, è una delle sue infinite manifestazioni.
Eros ci infonde la forza per sopravvivere: l’amore per un simile, un corpo da possedere, il fascino della seduzione, la vanagloria del comando, la malinconia dell’abbandono.
E l’addio alla vita, estremo atto d’amore, con Eros che ci chiude gli occhi e ci lascia soltanto dopo l’ultimo respiro.

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