venerdì 10 gennaio 2014

Una nuova vecchia immagine della città di Napoli


Nuova immagine di Napoli


Napoli è città antica dalla storia gloriosa, le cui origini risalgono a molti secoli prima della nascita di Cristo, ma noi possediamo soltanto immagini di qualche centinaio di anni fa e tra queste celeberrima è la «Tavola Strozzi», conservata nel museo di Capodimonte e raffigurante il rientro a Napoli della flotta aragonese nel luglio del 1465. Ad Anguillara, un ridente e tranquillo paesino sui bordi del lago di Bracciano, da tempo immemorabile dormiva, ricoperta colpevolmente sotto uno strato di intonaco bianco apposto da mani sacrileghe, una serie di affreschi celebranti il trionfo di un antico feudatario locale Gentil Virginio Orsini, vincitore dei terribili saraceni in numerosi scontri marini, tra cui, memorabile la «Battaglia della goletta», combattuta nel 1535 nella baia di Tunisi, che sanzionò la definitiva sconfitta del famigerato Kair Ed Din Barbarossa, leggendario pirata che terrorizzò per anni le nostre popolazioni rivierasche. 
Tra gli affreschi spiccano una nuova vecchia immagine della città di Napoli ed una raffigurazione del golfo di Castellammare, essi sono stati soltanto di recente riscoperti fortuitamente e restaurati ad opera del comune di Anguillara e della Soprintendenza. I mass media ne hanno avuto notizia grazie al salotto culturale di Elvira Brunetti che, lodevolmente, ha organizzato nella sua villa di Posillipo un incontro tra studiosi napoletani e romani al quale hanno partecipato tra i tanti: il prof. Aldo Loris Rossi, che ha in animo di uscire quanto prima con un libro sull’argomento ed il prof. Giulio Pane, che sta preparando un circostanziato articolo per la prestigiosa rivista «Napoli Nobilissima». 
Gli aspetti storici e documentari degli affreschi sono da mesi l’interesse quotidiano di una giovanissima quanto preparata studiosa romana la dott. Viviana Normando, che con passione ha spulciato dal buio degli archivi le notizie che hanno reso questa scoperta di fondamentale importanza per la storia urbana di Napoli. 
L’iconografia della nostra città ad inizio secolo richiamò l’interesse degli studiosi che si raccoglievano nel cenacolo di Benedetto Croce e fu Michelangelo Schipa a dare il primo contributo significativo in un saggio esemplare, in cui disquisì sulle più antiche immagini della città, dalle incisioni del Supplementumcronicharum, risalenti alla fine del secolo XV, alle vedute contenute nella celebre Cosmographia di Sebastiano Münster, le cui prime edizioni rarissime risalgono a circa la metà del secolo XVI. 
La scoperta della veduta di Napoli nel palazzo Baronale di Anguillara Sabazia riveste una grande importanza perché si affianca alla Tavola Strozzi nel fornirci l’immagine della città prima che, nel 1537, il vicerè don Pedro de Toledo ne sconvolgesse la fisionomia alterando la cinta muraria. L’affresco molto grande, 2x3 m, è posto al fianco di uno più piccolo raffigurante il golfo di Castellammare, nel quale è possibile identificare la foce del Sarno, le montagne che circondano Pozzano, la retrostante piana nocerino sarnese e, con un po’ di fantasia, anche le pendici del Vesuvio. 
Gli affreschi furono ordinati dal Gentil Virginio Orsini, capitano generale della flotta pontificia nella guerra contro i pirati, tra il 1535 ed il 1539 e celebrano le imprese marittime del committente. Gli artisti che lavorarono alle grandi vedute urbane ed ai fregi decorativi sovrastanti appartenevano probabilmente alla scuola di Perin del Vaga e di Giulio Romano. 
La verità la conosceremo quando sapremo cercare correttamente, come sta già tentando anche il sottoscritto con l’aiuto del professor Labrot, tra gli archivi della famiglia Orsini, che da decenni si trovano oltre oceano presso la biblioteca dell'Università di Chicago, microfilmati e consultabili anche attraverso Internet. I primi studiosi ritenevano che le fonti ispirative delle vedute fossero state le tavole della Cosmographia del Münster, la cui prima edizione risale però al 1544. Di conseguenza, come felicemente intuito dal prof. Pane, gli affreschi precedono cronologicamente la stesura della Cosmographia di cui costituiscono il modello ispirativo. L’ignoto artefice della veduta lavorò velocemente e concluse la sua opera in solo due giorni come messo in evidenza dal restauratore Walter Schiavoni; fece uso di tutti gli strumenti cartografici di cui disponeva la scienza del tempo: dalla stringa allo gnomone, dal quadrante allo specchio, dal dardo al cerchio graduato. Oggi viceversa per la lettura dell’immagine urbana è auspicabile l’utilizzazione del computer, che permetterà l’identificazione tra le fabbriche e gli edifici sacri rappresentati di ciò di cui la memoria storica della città non ha più il ricordo. 
Anguillara non è soltanto affreschi e palazzi storici, bensì ridente località con forte vocazione turistica non ancora espressa pienamente, nonostante affacci sul lago di Bracciano, paradiso segreto degli ecologisti, essendo vietata la circolazione di qualsiasi imbarcazione a motore e sia vicina al castello degli Odelscalchi, uno dei manieri meglio conservati d’Italia. 
Nella visita della cittadina ci fa da guida la dott. Normando, che ci fornisce oltre ad alcune splendide foto da lei scattate, le notizie storiche più significative. Anguillara Sabazia non trae il nome dall’anguilla come comunemente fa supporre il lago ricco di pesca, bensì, secondo l’opinione storica più accreditata, da una villa romana, la villa «Angularia» di Rutilia Polla che sorgeva sulla riva proprio dove lo specchio d’acqua, modellato dallo sperone del promontorio, disegna un angolo. Sui resti di questa villa fu innalzato nel Medio Evo un castello di vigilanza e successivamente nei pressi sorse il paese a cui fu aggiunto nel 1872 l’appellativo di Sabazia, in ricordo dell’antica città di Sabate. 
Le prime notizie della storia di Anguillara risalgono all’XI secolo, fu venduta agli Orsini nel 1492 e visse l’episodio più drammatico della sua storia sotto il pontificato di Alessandro VI Borgia allorché gli Orsini, per aver favorito l’ingresso dei francesi di Carlo VIII nel territorio pontificio, dovettero combattere contro il duca Valentino che era agli ordini del Papa. Gli anguillarini, sperando di migliorare le proprie condizioni, aprirono le porte alle forze della chiesa che poco dopo furono sconfitte, per punizione tutti gli abitanti furono mandati in esilio e solo dopo lunghe trattative gli Orsini consentirono il loro ritorno. Quel giorno il popolo si affidò solamente alla Madonna davanti all’immagine che tutt’ora si conserva nella Collegiata. La decadenza economica degli Orsini, colpì nel secolo XVII anche Anguillara che fu ceduta in proprietà a Francesco Grillo duca di Mondragone e da questa famiglia passò infine per vie ereditarie alla famiglia napoletana dei duchi di Eboli. 
Cominciamo l’itinerario visitando la chiesa di san Francesco, fattasi bella dopo i restauri in vista del Giubileo, gioiello del Quattrocento, la cui importanza è dovuta soprattutto agli affreschi attribuiti al Velandi. Ci rechiamo poscia in località «La Marmotta», ove, custodito ancora nelle acque del lago di Bracciano si trova il villaggio neolitico più antico di Europa sul quale sta compiendo i suoi studi il nostro caro amico Vittorio Sgarbi. 
Per la conservazione dei numerosi reperti si sta già preparando un museo che sarà l’elemento trainante di un progetto comunale di musealizzazione dei siti archeologici. 
Nelle acque del lago è stata rinvenuta una piroga, eccezionale reperto antico di oltre 8000 anni, recentemente in mostra nel museo Pigorini di Roma. Facciamo poi la conoscenza di un simpatico artista spagnolo, Pedro Cano, cittadino onorario di Anguillara, che risiede per molti mesi all’anno nella quiete del lago di Bracciano, come tanti personaggi famosi che cercano qui la pace ed il dialogo con se stessi. La sua arte molto apprezzata in tutto il mondo è ai limiti tra figurativo ed astratto e la sua maggiore abilità è la capacità di interloquire con il «Genius Loci» delle località ove risiede. Fautore del gemellaggio tra Blanca, sua cittadina natale ed Anguillara è affabile conversatore. 
Ammirando le sue opere è facile convincersi che Anguillara è sempre nel suo cuore e la sua pittura vive di luci, di ombre, di sottili trasparenze in uno sfumato che fissa l’attimo e l’animo del paese per l’eternità.


La città di Anguillara Sabazia sul lago di Bracciano


Panorama di Anguillara Sabazia


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