IL LIBRO PIÙ LETTO DEL MONDO È INFARCITO DI SORDIDE STORIE A SFONDO SESSUALE
Il libro più letto del mondo, sacro a due delle più importanti religioni monoteiste, è infarcito di sordide storie a sfondo sessuale, dallo stupro all’adulterio, dalla bigamia al tradimento, passando per la masturbazione e perfino l’incesto.
I parroci nelle loro omelie domenicali, trascurano naturalmente la lettura dei passi più licenziosi, rinviandone forse l’approfondimento alle ore serali, dense di meditazioni, prima di prendere sonno.
L’Antico Testamento ha sempre avuto estimatori insospettabili, dai padrini della mafia, che lo consultano ansiosi nelle interminabili latitanze, al figlio del grande statista inglese Churchill, che, letti alcuni passi del sacro testo durante un periodo di breve prigionia, confessò candidamente di essersi notevolmente eccitato. Ma l’esempio più eclatante del sottile fascino erotico, che promana potente da una lettura senza pregiudizi dell’Antico Testamento, è data dallo spietato protagonista del film di Kubrick Arancia meccanica, il quale, sottoposto in carcere a rivoluzionari esperimenti di recupero delle sue devianze sessuali, riesce a procurarsi una copia della Bibbia e sogna ad occhi aperti lubriche situazioni a sfondo erotico, mentre i suoi custodi lo credono oramai vicino alla redenzione.
Cercheremo di percorrere gli episodi più famosi con l’aiuto del pennello degli artisti che nei secoli hanno immortalato sulla tela i lubrici desideri dei nostri celebri progenitori. Partiamo dalla storia di Onan, dal quale deriva il termine onanismo. Egli sposò Tamar la vedova del fratello, ma non volle avere figli da lei, perché non avrebbero portato il suo nome. Non è chiaro se come anticoncezionale adoperasse il coitus interruptus, dopo aver goduto delle grazie della cognata, che pare fosse particolarmente attraente o con raffinato sadismo si masturbasse in sua presenza. Gli esegeti del testo sono ancora dubbiosi, perché si afferma “che Onan sparse a terra il suo seme”. Da questo lontano e poco edificante episodio origina la severa condanna della chiesa verso il vizio solitario…, causa di malesseri dello spirito e del corpo.
Lot e le figlie sono uno degli episodi più noti della Bibbia ed in esso viene glorificato addirittura un incesto tra il vecchio genitore e le sue due avvenenti figliole, che, mosse dal pio scopo di continuare la schiatta, ubriacano ripetutamente con vini misturati il padre, il quale, tra i fumi dell’alcol, non resiste alla bramosia della carne e si accoppia più volte con le due fanciulle fino a quando entrambe non siano gravide. La famigliola proveniva da Sodoma, una città dove veniva praticata diffusamente la sodomia e per questo era stata condannata ad essere distrutta. La pratica incestuosa tra padre e figlie non era una novità, anche se la Bibbia glissa sulle modalità adoperate da Adamo ed Eva (fig. 001) e la loro prole per assicurare al genere umano una degna discendenza; non sappiamo infatti se i figli, maschi e femmine, che vennero dopo i mitici Caino ed Abele, si accoppiarono tra loro o se anche i baldi genitori parteciparono all’ammucchiata.(fig. 002)
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(fig. 002) |
Susanna ed i vecchioni è un altro tema che ha acceso la fantasia degli artisti, che in tutte le epoche hanno rappresentato l’increscioso episodio nella sua fase centrale, quando i due vegliardi fanno le loro sconce proposte di accoppiamento, miste a velate minacce, alla fanciulla tanto casta quanto nuda, raramente viene rappresentato invece il lieto finale, quando il solerte giudice con acconce domande scopre la tresca e condanna i due vispi vecchietti ad una pena severa. (fig. 003)
Il prode Davide dall’alto del suo terrazzo aveva ammirato le sinuose fattezze anatomiche della giovane Betsabea e seduta stante decise di concupirla, approfittando che il marito della donna, Uria, era impegnato in guerra, anzi il perfido sovrano diede ordine di posizionare in prima linea l’involontario cornuto col risultato che, in breve, Betsabea rimase vedova e poté, con tutti i crismi, soddisfare le brame del suo signore, al quale diede in figlio il saggio Salomone. (fig. 004)
(fig. 003) |
(fig. 004) |
Ed il suo pargoletto ereditò dal padre l’irresistibile attrazione verso l’altro sesso, infatti si creò un harem di ben 700 mogli e non contento, per saziare i suoi insaziabili appetiti, volle sempre a sua disposizione non meno di 300 concubine, tutte di primo pelo. (fig. 005)
Altre storie minori sono sempre impregnate da sesso e passione, come la tresca amorosa tra la vedova Ruth e Boaz, (fig. 006) un suo parente, che riesce a fare suo infrangendo allegramente alcuni codici di comportamento tradizionali o sono intrise da terrore e sangue, come nel caso della concubina del levita, il quale per evitare uno stupro offre la moglie, che viene violentata fino alla morte ed allora il marito per vendicarsi la squarta in 12 pezzi e li invia alle tribù di Israele. (fig. 007)
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(fig. 006) |
(fig. 007) |
Tra i tradimenti più repellenti va annoverato senza dubbio quello Dalila, che carpisce a Sansone il segreto della sua forza dirompente racchiuso nei suoi folti capelli, lo circuisce con la sua procace bellezza e, mentre lui dorme dopo l’amplesso, gli taglia la chioma e lo consegna al nemico. (fig. 008)
E concludiamo questa nostra carrellata con la moglie di Putifarre, che circuisce il fedele (al padrone) Giuseppe e lo minaccia, se recalcitrante a soddisfare le sue insane voglie, di denunciare al marito un suo tentativo di violenza nei suoi confronti. Il marito crederà al racconto della moglie e gettò in prigione il povero Giuseppe. La moglie di Putifarre, per quanto parzialmente giustificata dal fatto che il marito era impotente, rappresenta l’archetipo ideale della seduzione femminile spinta ai confini dell’illecito e del perverso. (fig. 009)
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(fig. 009) |
RispondiEliminaComplimenti per il saggio arguto ed accurato purtroppo i bei dipinti sono molto più pudichi del narrato...Salutoni
Giancarlo Righi Lancellotti