domenica 19 gennaio 2014

La signora della piazzetta di Capri

Adriana Di Fiore

A Capri, nella celebre piazzetta, vi è il regno di una regina della moda: Adriana Di Fiore, la proprietaria della mitica boutique La Parisienne, dove Clark Gable e Jacqueline Kennedy ordinavano bermuda e dodici paia di pantaloni in una volta.
Un’imprenditrice moderna, impegnata, snob quel tanto che basta e decisa, ai limiti della testartagine; ascolta i consigli delle sue figliole Francesca e Luciana, che collaborano con lei, ma l’ultma decisione è sempre la sua. Legatissima alla sua isola, ma soprattutto  alle grandi vetrine del suo negozio, posto nell’angolo della piazzetta, che la stampa mondiale ha descritto come  una legenda. Felicemente sposata da mezzo secolo con Mario,un architetto, un uomo dolce, che le ha consentito di strripare sia in casa che nell’azienda.
“Il bianco terrazzo del palazzetto della Parisienne somiglia al cassero di un brigantino. Da qui, tra sciabolate di luce, c’è una veduta mozzafiato che domina un arco di mare. Più oltre, una foschia bianchiccia sulla punta e il profilo del golfo di Napoli. Siamo a tre piani dalla Piazzetta, dietro il municipio di Capri. 
L’ufficio di Luciana, una delle tre figlie di Adriana, è un minilocale col computer e il quadro della bisnonna. Con Luciana, mente finanziaria dell’azienda, c’è Francesca, la sorella maggiore, un tipo vivacissimo, loquace. In attesa della madre, è lei che m’introduce nella storia di famiglia. 
La Parisienne aprì i battenti un secolo fa. A quel tempo, nel 1906, la moda italiana non esisteva e le novità, tutte le novità, arrivavano dalle maison di Parigi. “Mia nonna Mariuccia era un’abile e provetta sarta – racconta Francesca - mise su la prima sartoria caprese nel retrobottega del negozio con una dozzina di ragazze al suo comando”. Conquistate dalla carica di simpatia di Mariuccia, nei primi decenni di vita La Parisienne è frequentata dalle più famose miss che dimorano sull’isola. Com’è fatale e umano, quando Mariuccia usce di scena raccolgono il testimone le figlie: Adriana, Lena e Flora. Quest’ultima sposa un americano e se ne va a vivere a Hollywood. Adriana e Lena proseguono da sole dando nuovo slancio all’attività creativa. Ma è Adriana che dà prova del suo indiscutibile talento e apre grandi spazi nel futuro. Infatti dopo il diploma magistrale si dedicherà completamente alla moda. Rimasta orfana, è costretta a prendere le redini di casa e dell’impresa. Diventa manager, come si dice oggi. Donna d’affari, pur restando madre dolcissima e perfetta”. (Goffredo Locatelli). Oggi con Adriana lavorano a tempo pieno due figliole Francesca e Luciana,  mentre la terza Cristiana ha deciso di realizzarsi nella scrittura ed occupandosi di psicobiologia.
Il periodo di più intenso lavoro è stato quello tra il 1945 e il 1969. In quest’ultimo anno Adriana apre il suo primo laboratorio e investe tutti gli utili in macchinari di sartoria più moderni. E viaggia, cerca tessuti e colori con occhio da cacciatrice, coglie a volo idee e immagini del mutevole firmamento femminile. Per far fronte alle richieste dall’estero, specie da New York e dalla Florida, nasce il marchio Adrian’s Capri. La Parisienne passa da laboratorio artigianale ad azienda e si lancia sui mercati internazionali esponendo i suoi modelli al prestigioso Pitti Donna di Firenze. 
Negli anni Cinquanta-Sessanta Capri è un’altra Capri: ha una grande identità ed è presa di mira dal jet set. Si gira il film La baia di Napoli, con Clark Gable e Sophia Loren. Dei e semidei veleggiano tra i faraglioni con i loro panfili. Sbarcano Reza Pahlavi scià di Persia, Audrey Hepburn, re Costantino di Grecia, Paul Newman, Charlie Chaplin, Cristina Onassis e molti di essi mettono piede alla Parisienne. Perché sull’isola più bella del mondo il loro grigio guardaroba di città non vale niente. Meglio lasciare tutto nelle valigie e scoprire la moda caprese piena di capi giovani, freschi, fantasiosi e coloratissimi. 
Jacqueline Kennedy, che di moda se ne intendeva, si fa cucire dodici paia di pantaloni bianchi, in più si diverte a scegliere con gusto i tessuti stampati di cotone per i pareo da regalare alle sue amiche. Questa epopea è racchiusa in due grandi album con ritagli di giornali di tutto il mondo e un numero impressionante di autografi di clienti VIP.
Adriana deve il suo nome in omaggio all’Adriana Lecouvrier che inaugurava la stagione del San Carlo il giorno della sua nascita.
Nel 1967, alla morte della madre, Adriana e sua sorella Lena continuarono l’attività, con due laboratori, macchinari usati e una dozzina di sarte. Nel 1973 ill grande esordio a Palazzo Pitti a Firenze, dove viene presentata la collezione moda vacanza. La Capri degli anni Sessanta era diversa da quella caotica di oggi, profanata dal turismo mordi e fuggi.
Un particolare curioso viene ricordato con ironia, “Per via che La Parisienne era una parola straniera, durante il ventennio i fascisti coprirono l’insegna del negozio con fogli neri e cambiarono il nome al negozio. Divenne Seterie M. Di Fiore. Dopo il 25 aprile io salii su uno scaletto con la spugna e scollai i fogli neri. Quando ricomparve la vecchia scritta La Parisienne, nella Piazzetta si levarono gli applausi della gente”. 
Durante gli anni della guerra l’attività si fermò quasi completamente, poi l’arrivo degli Americani e la ripresa alla grande, con abiti da sposa confezionati con la tela dei paracadute.
Durante l’anno 3 mesi di vacanza, da dicembre a marzo a Palm Beach in California e poi al lavoro, indefesso.
Più di una volta sono arrivate offerte miliardarie per cedere la prestigiosa boutique, ma la sua risposta è stata sempre la stessa: “non vi è cifra che possa ripagare il piacere di tanti decenni di lavoro e di successo”.

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