13/9/2011
In questi giorni i mass media ci martellano una sola demenziale parola: crescere, crescere ed ancora crescere.
Come se per risolvere i problemi che affliggono la nostra civiltà in declino sia sufficiente aumentare la produzione e dilatare i consumi, dimenticando che siamo 7 miliardi su un pianeta dalle risorse limitate ed in via di rapido esaurimento.
Nel frattempo l’Occidente, che costituisce il 17% della popolazione mondiale, per mantenere il suo livello di benessere, divora l’80% di beni e servizi e non si preoccupa minimamente della prospettiva che fra breve saremo prima otto, poi nove ed in breve dieci miliardi e che fra poco anche cinesi ed indiani, vorranno frigorifero e televisione, automobile e consumi smodati di cibo, vestiti ed affini.
Povertà, inquinamento, deforestazione, effetto serra si aggraveranno, i rifiuti ci sommergeranno e noi pensiamo a crescere senza limitare le nascite, ma soprattutto le nostre esigenze che non conoscono limiti. Complice di questo scatafascio il veleno sottile del consumismo, che ha soggiogato tutti noi: dai politici agli economisti, fino all’ultimo dei cittadini, ma soprattutto gli scriteriati diktat della Chiesa, fermamente contraria, non solo alla sterilizzazione ed all’aborto, ma anche a qualsiasi mezzo di controllo delle nascite, dalla pillola al profilattico.
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