mercoledì 2 aprile 2025

Una eccezionale visita guidata



Amici esultate, nonostante le mie precarie condizioni di salute, ho organizzato una spettacolare visita guidata alla collezione De Vito, ricca di 35 dipinti del Seicento napoletano, che si terrà sabato 12 aprile, alle ore 15:00 nel museo di Donnaregina nuova. Vi consiglio di consultare un mio scritto sull'argomento, ricco di foto e filmati, che troverete sul mio blog www.dellaragione.eu

All'ingresso chi si qualifica per mio amico avrà uno sconto del 50 per cento.

Gradirei che chi conta di venire, me lo comunica alla mia mail     achilledellaragione@gmail.com

Diffondete la notizia ad amici, parenti, collaterali ed affini

Achille della Ragione

Un capolavoro di Luca Giordano


 

fig.1 - Luca Giordano -
Distribuzione del pane e dei pesci - 160x120 -
Caserta collezione privata

Luca Giordano ha dipinto circa 2000 quadri, cominciando la sua attività a 8 anni ed il soggetto del quale parleremo in questo articolo fig.1 è un vero capolavoro, sul quale tornerà dalla Spagna sull'altare della chiesa di Donnaregina nuova.

Di ritorno dalla Spagna, nei suoi ultimi anni di vita, Luca Giordano realizza due gigantesche tele per il presbiterio di Donnaregina, al fine di celebrare il mistero dell’Eucaristia attraverso i segni più sacri per i cristiani: pane e vino, cibi normali scelti simbolicamente dal Cristo per restare accanto ai credenti sino alla fine del mondo. In questo dipinto, Gesù spezza il pane per distribuirlo alle folle che lo seguono, cercando nella sua parola il pane di vita. La Moltiplicazione dei pani diventa così un’anticipazione della passione, morte e risurrezione, in cui il Cristo verrà egli stesso spezzato per diventare cibo dell’anima, divisibile nel sacramento eucaristico, secondo l’esempio fornito dal Messia durante l’Ultima Cena.

Il primo miracolo è conosciuto anche come il "miracolo dei cinque pani e due pesci", perché il Vangelo di Giovanni riporta che cinque pani d'orzo e due piccoli pesci forniti da un ragazzo furono usati da Gesù per nutrire una moltitudine. Secondo il Vangelo di Matteo, quando Gesù udì che Giovanni Battista era stato ucciso, partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo solitario. Luca specifica che il posto era vicino a Betsaida. Le folle seguirono Gesù a piedi dalle città. Quando Gesù sbarcò e vide una grande folla, ebbe compassione di loro e guarì i loro malati. Quando si avvicinò la sera, i discepoli andarono da lui e dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare» (Matteo 14,15). Gesù disse che non c'era bisogno che se ne andassero, e ordinò ai discepoli di dare loro qualcosa da mangiare. I discepoli gli dissero che avevano solo cinque pani e due pesci, e Gesù gli chiese di portarglieli. Gesù ordinò alla gente di sedersi in gruppo sull'erba. Nel Vangelo di Marco le folle sedevano in gruppi di 50 e 100, e nel Vangelo di Luca, Gesù ordina di dividere la folla in gruppi di 50,  sottintendendo che c'erano 100 gruppi.

Prendendo i cinque pani e i due pesci e alzando lo sguardo al cielo, Gesù rese grazie e spezzò i pani. Poi li diede ai discepoli e i discepoli li diedero al popolo. Mangiarono tutti e si saziarono, e i discepoli raccolsero dodici ceste piene di pezzi avanzati. Mangiarono circa cinquemila uomini, oltre a donne e bambini. Nel Vangelo di Giovanni, la moltitudine si radunò intorno a Gesù attratta delle guarigioni che aveva compiuto, e la moltiplicazione dei pani è considerata un ulteriore segno (greco: σημεῖον) che Gesù è il Messia, il profeta che (secondo la promessa in Deuteronomio 18,15 deve venire nel mondo)

Questo miracolo, che appare solo in Marco e Matteo, è anche conosciuto come il miracolo dei sette pani e pesci, poiché il Vangelo di Matteo fa riferimento a sette pani e alcuni piccoli pesci usati da Gesù per sfamare una moltitudine. Secondo il Vangelo di Matteo, una grande folla si era radunata e stava seguendo Gesù.

«Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadan sul lago di Tiberiade»

Se dovessimo ipotizzare il valore del quadro in oggetto dovremmo partire da 70.000 euro

Achille della Ragione.  

  

fig.2- Luca Giordano -
Distribuzione del pane e dei pesci -particolare-
 Caserta collezione privata





martedì 1 aprile 2025

Un capolavoro di Francesco Fracanzano

  

fig.1 - Francesco Fracanzano
 - San Pietro penitente - 70x95 -
 Caserta collezione privata

Il San Pietro penitente (fig.1-2)  di cui ci occuperemo in questo nostro breve saggio, appartenente ad una collezione casertana, fa parte della maggiore produzione di Francesco Fracanzano: la rappresentazione di mezze figure di santi e filosofi, investigati con crudo realismo, una moda nata nella bottega del Ribera a Napoli ed affermatasi poi anche in provincia grazie ai suoi discepoli, tra i quali, si annovera anche il grande Luca Giordano, che più volte ritornerà sul tema nel corso della sua lunga carriera, dilatando oltre misura la sua fase  riberesca, identificata erroneamente dalla critica con un periodo unicamente giovanile. Tra i più convinti seguaci del valenzano si distingue Francesco Fracanzano, il quale nel 1622, dalla natia Monopoli, si trasferisce con la famiglia nella capitale, entrando giovanissimo nell’ambiente artistico partenopeo, grazie anche al matrimonio, celebrato nel 1632, con la sorella di Salvator Rosa. Lavorando con il Ribera ne recepì la stessa predilezione per la corposità della materia pittorica e ripropose spesso i soggetti più richiesti dalla committenza.   

Nel volto del santo trasuda  una massa pittorica levigata, più morbidamente plasmata e vibrante di vita. Qualche indulgenza ad un gusto manieristico più abboccato, un certo compiacimento formalistico, un senso morale più allentato ed una cura del dettaglio che si evince da alcuni particolari.

Il San Pietro penitente è impregnato anche da un potente naturalismo nella descrizione dei tratti somatici, indagati con severità nei solchi delle rughe, in linea con la lezione del Ribera, anche se il volto, intenso e vigoroso, comincia a rivelare i nuovi valori cromatici, sconosciuti nella produzione giovanile del pittore, per cui la collocazione cronologica dell’opera va posta nel corso del V decennio del secolo, quando il rigore naturalistico comincia a cedere alle lusinghe di una tavolozza tenera e raffinata.

Il De Dominici accenna all’attività del Fracanzano nella bottega del Ribera: ”il maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture... mezze figure di santi e di filosofi”. Nessuno di questi quadri, attribuibili con un buon margine di certezza alla sua mano, è firmato o datato, probabilmente perché spesso dovevano passare per autografi del maestro e ad avvalorare questa ipotesi ci soccorrono di nuovo le parole del biografo ”il Maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture e massimamente per quelle che dovevano essere mandate altrove, ed in paesi stranieri... egli è così simile all’opera del Ribera che bisogna sia molto pratico di lor maniera chi vuol conoscerlo... nell’esprimere la languidezza delle membra, nella decrepità dei suoi vecchi”.

Forniamo ora dei cenni della biografia del pittore, invitando chi volesse approfondire l’argomento e visionare circa 150 foto a colori dell’artista a consultare la mia monografia “Francesco Fracanzano opera completa”, digitando il link  

http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo82/articolo.htm

Figlio del pittore Alessandro e fratello di Cesare, Francesco, nel 1622, si trasferisce a Napoli per entrare nella bottega del Ribera. Fu successivamente maestro di Salvator Rosa, quest'ultimo fratello di Giovanna, nonché sua moglie. Per un certo periodo le sue attività sono state condivise con il cognato Salvator Rosa e con Aniello Falcone, specializzato in scene di battaglia.    

Di stampo caravaggista, la sua pittura fu inizialmente accostata alla scuola dello Spagnoletto e più in particolare a quella del Maestro dell'Annuncio ai pastori. Col tempo poi, la sua arte si è allontanata dall'influenza tenebrista per assumere stili più luminosi e chiari. I capolavori del Fracanzano sono riconosciuti su tutti nelle due tele con Storie della vita di San Gregorio Armeno del 1635 nella chiesa di San Gregorio Armeno a Napoli. Il figlio, Michelangelo, fu anch'egli pittore; tuttavia non riuscì mai ad eguagliare il successo del padre.

Se dovessimo avanzare una ipotesi sulla valutazione di questo quadro di Francesco Fracanzano con San Pietro penitente, potremmo dire intorno a 40mila euro 

Achille della Ragione   

 

fig.2 - Francesco Fracanzano
- San Pietro penitente - particolare -
 Caserta collezione privata