mercoledì 28 ottobre 2020

Dalla nascita alla morte: un percorso affascinante

 



Prefazione

Da tempo meditavo, pressato dalle richieste dei miei lettori, di raccogliere in un volume le mie meditazioni su tematiche di importanza fondamentale: vita e morte, bene e male, bello e brutto, amore e odio, Dio, origine dell'universo, lavoro, denaro, consumismo, droga, follia, economia, dolore, carcere, omosessualità etc.
Finalmente mi sono deciso a  recuperare il testo di relazioni congressuali, interviste televisive,  articoli per riviste cartacee e telematiche e lettere pubblicate dai principali quotidiani italiani ed è nato questo libro, dedicato soprattutto ai posteri, che potranno meditare su questi delicati argomenti, su cui nei secoli si sono espressi i massimi pensatori dell'umanità.
Auguro a tutti buona lettura, ma soprattutto pensate a lungo su quanto ho perentoriamente affermato.


Achille della Ragione


Napoli novembre 2020
 


In prima di copertina: Embrione tratto dalla copertina del libro di Tiziana della Ragione dalla Fecondazione alla clonazione umana
In quarta di copertina: Antoine Wiertz, La bella Rosina – Bruxelles, museo di Beaux Arts


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I N D I C E

  • L’embrione tra etica e biologia
  • Storia dell’aborto dall’antichità ai nostri giorni
  • Monogamia virtù o necessità?
  • La fecondazione in vitro: vantaggi attuali e rischi futuri
  • Fecondazione eterologa: come, quando, perché
  • Fecondazione eterologa, parliamone ancora
  • La fine della vita
  • Confini della vita
  • Gli animali hanno un'anima?
  • L’oscuro tabù della morte
  • Immortalità: sogno o realtà
  • Sepoltura o cremazione, una scelta difficile
  • Funerali pomposi per una morte indimenticabile
  • Testamento biologico, riparliamone
  • Testamento biologico, riparliamone
  • Eutanasia, cosa ne pensava Ippocrate
  • Una dolce morte
  • Incoraggiamo il suicidio
  • Lo scorrere del tempo e la vecchiai
  • Il tempo impietoso
  • Il tempo
  • Lo scorrere inesorabile del tempo
  • Maledetta vecchiaia
  • Vecchi senza fine
  • Sempre più anziani ma con gli stessi servizi  
  • La solitudine flagello per gli anziani  
  • La tenacia dell’amore senile
  • Una dolce morte  
  • La malattia del secolo    
  • Le basi biologiche della felicità  
  • La cecità: la più terebrante delle maledizioni
  • Un raro connubio tra fede, arte e carità            
  • Dal palcoscenico dei sensi al teatro delle emozioni
  • Conclusioni, statistiche ed ipotesi sulla verginità
  • Frigidità addio
  • Misteri dell’amore
  • Postafazione
  • Il miglior amico dell’uomo
  • Il fascino perverso del sesso nella bibbia
  • Il grande disegno secondo Hawking
  • Le origini del mondo ed i nostri pensieri
  • Alla ricerca scientifica dell’anima
  • La perfezione del creato come prova dell’esistenza di Dio
  • Il male cosmico
  • Attenti alle religioni
  • Due anni di buddismo a Rebibbia
  • Suoni assordanti: dal mantra ai metallari
  • Se questi è una famiglia
  • I femminielli
  • La Madonna nera li protegge
  • La poligamia nel XXI secolo
  • La bellezza è necessaria?
  • Il tremendo costo sociale dell'immigrazione
  • Napoli Capitale del Mediterraneo “rispolverata”
  • L’usura un male antico
  • Meditazioni sul lavoro
  • Il lavoro precario: maledizione o necessità?  
  • Il lavoro è necssario?
  • Riciclare necesse est
  • Uno sguardo sul nostro futuro - Come finirà la crisi economica
  • La finanza vola mentre l’economia arranca
  • L’epicedio del Banco di Napoli
  • Quale mondo dopo la crisi?
  • Europa: sogno o incubo? 
  • Matrimoni internazionali          
  • Emergenza climatica e tracollo economico planetario         
  • I disperati tour della droga                
  • Liberalizziamo la droga          
  • Una battaglia di civiltà
  • Una lettera da Rebibbia, quanta malinconia
  • Una truffa ai detenuti  Vuotare le carceri necesse est  
  • Lettera al direttore  
  • Considerazioni disastrose nelle carceri
  • Ho due famiglie e me ne vanto  
  • Una memorabile partecipazione a Rischiatutto  
  • Fermare l’immigrazione clandestina? Come, quando, dove, perché
  • Non darla vinta al consumismo
  • Il medioevo prossimo venturo
  • Museo del giocattolo a San Domenico Maggiore
  • Il giocattolo nell’era del consumismo
  • Dove sta la felicità?
  • Gli ultimi tra gli ultimi: i barboni
  • Zingari quale futuro?

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sabato 24 ottobre 2020

Un Fracanzano che sembra Gemito

 

fig.1 - Francesco Fracanzano - Ritratto di vegliardo -
50 x60 - Napoli collezione privata



Il quadro che è stato posto al mio giudizio da un facoltoso collezionista napoletano, raffigurante un barbuto vegliardo (fig.1) in un primo momento mi è sembrato uno dei tanti autoritratti di Gemito, il celebre artista sulla cui opera, dopo lo straordinario successo ottenuto a Parigi, si sta attualmente svolgendo una mostra al museo di Capodimonte. Poi ho rammentato un dipinto, molto simile, firmato, appartenente ad una celebre raccolta italiana, raffigurante un filosofo in meditazione (fig.2), di cui parlo in un mio articolo reperibile nella mia monografia dedicata a Francesco Fracanzano consultabile su internet digitando il link  
http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo82/fracanzano.pdf
Ogni dubbio è scomparso ed ho attribuito il dipinto senza ombra di dubbio al famoso allievo di Ribera.
La qualità del quadro è molto alta grazie a sapienza di tagli di luci e ombre, di panni ed epidermidi, concretezza di particolari anatomici e tratti somatici, trattazione severa, ma anche intensa e umanissima, di stati d’animo e reazioni espressive.
L’attenta definizione di ogni dettaglio anatomico, la pelle rugosa e la barba incanutita, sono particolari, appresi dal Fracanzano nella bottega del Valenzano e costituiranno la cifra stilistica lungo tutto il corso della sua carriera.
La rappresentazione di mezze figure di santi e filosofi, investigati con crudo realismo, fu una moda nata nella bottega del Ribera a Napoli ed affermatasi poi anche in provincia grazie ai suoi discepoli, tra i quali, con una rilettura originale, si annovera anche il sommo Luca Giordano, che più volte ritornerà sul tema nel corso della sua lunga carriera, dilatando oltre misura la sua fase riberesca, identificata erroneamente dalla critica con un periodo unicamente giovanile. Tra i più convinti seguaci del valenzano si distingue Francesco Fracanzano, il quale nel 1622, dalla natia Monopoli, si trasferisce con la famiglia nella capitale, entrando giovanissimo nell’ambiente artistico partenopeo, grazie anche al matrimonio, celebrato nel 1632, con la sorella di Salvator Rosa. Lavorando con il Ribera ne recepì la stessa predilezione per la corposità della materia pittorica e ripropose spesso i soggetti più richiesti dalla committenza: studi di teste e mezze figure di filosofi e profeti su fondo scuro.  
Il De Dominici accenna all’attività del Fracanzano nella bottega del Ribera: ”il maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture... mezze figure di santi e di filosofi”.
Nessuno di questi quadri, attribuibili con un buon margine di certezza alla sua mano, è firmato o datato, probabilmente perché spesso dovevano passare per autografi del maestro e ad avvalorare questa ipotesi ci soccorrono di nuovo le parole del biografo ”il Maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture e massimamente per quelle che dovevano essere mandate altrove, ed in paesi stranieri... egli è così simile all’opera del Ribera che bisogna sia molto pratico di lor maniera chi vuol conoscerlo... nell’esprimere la languidezza delle membra, nella decrepita senescenza dei suoi vecchi.

 
fig. 2 - Francesco Fracanzano -
Filosofo in meditazione (particolare) Italia collezione privata



Bibliografia

Achille della Ragione – Francesco Fracanzano opera completa – Napoli 2011

Achille della Ragione – La pittura napoletana del Seicento (repertorio fotografico a colori) tomo I, pag.47-48  – Napoli 2011

mercoledì 21 ottobre 2020

Visita mostra Giordano sabato 31 ottobre ore 10:30 biglietteria





Cari amici ed amici degli amici la prossima visita sarà la più importante dell'anno e riguarderà la mostra su Luca Giordano che si tiene al museo di Capodimonte.
L'appuntamento è fissato sabato 31 ottobre alle ore 10:30 presso la biglietteria del museo, dove all'aperto vi sarà la spiegazione dell'esposizione sulla guida del mio libro sull'argomento, acquistabile al prezzo scontato di 10 euro.
Quindi si entrerà a gruppi di 15 alla volta, ogni 10 minuti, a partire dalle ore 11:30. I biglietti vanno acquistati in anticipo sul sito del museo indicando l'orario di entrata. Difficilmente chi non li compra anticipatamente li troverà in biglietteria, purtroppo sono tempi difficili e bisogna adeguarsi.
Non dimenticate di consultare periodicamente il mio blog
www.dellaragione.eu

lunedì 19 ottobre 2020

La cultura greca è viva e attuale

 

fig.1 - Alessandro di Antiochia - Venere  di Milo

Perché ricorriamo alla cultura greca nei momenti in cui stiamo meno bene? Perchè la mirabolante mitologia ci dà quel senso di sollievo? E il teatro greco che esalta i valori umani eterni? E infine perché la bellezza compiuta e perfetta di una statua greca, come la Venere di Milo, ci commuove? (Fig.1). E' un mondo lontanissimo nel tempo eppure presente.
La cultura passa necessariamente attraverso la lingua perché è in essa che si esprime.
Ma il greco antico è una lingua morta. Il grande linguista Antoine Meillet dice che tale diventa una lingua quando sono morti tutti quelli che la parlavano.
Nonostante ciò negli ultimi tempi si nota un risveglio della grecità.
 
fig. 2 - Andrea Marcolongo

La maestra di vita di tutti noi ha trovato una scolara coraggiosa e tenace in Andrea Marcolongo (Fig.2), giovane e appassionata studiosa del mondo classico, che brandisce con orgoglio il vessillo della lingua greca.
Recentemente ha scritto diversi libri sull'argomento, che continuano ad avere commenti e articoli divulgativi su tutta la stampa italiana e straniera.
Nel suo bestseller "La lingua geniale" l'autrice espone le ragioni del suo entusiasmo per l'idioma antico dall'origine indoeuropea, fino al greco moderno con qualche cenno ai cambiamenti subiti nel tempo, in quanto come cambiano gli uomini così cambia la lingua. Noi fortunati eredi di un lascito tanto importante utilizziamo ancora citazioni latine di derivazione greca.
Un passaggio interessante del libro è quello che la scrittrice livornese sintetizza con due espressioni stringenti e forti:"Quando? Mai" e "Come? Sempre". Il significato viene poi spiegato da un  punto di vista grammaticale e sintattico, più chiaro ovviamente a chi ha conoscenza della lingua greca. Ma il fine che pure giustifica il mezzo è che il Tempo non esisteva, quello che contava era l'Aspetto. I Greci antichi per capire e farsi capire si preoccupavano di come avvengono le cose, di quale effetto ha un'azione sull'ascoltatore.
"A partire da Omero, quel modo puro e antico di vedere il mondo senza tempo".
Perciò noi non possiamo capirli - ci dice ancora la deliziosa Andrea Marcolongo, un coacervo di aspetto fragile e di piglio virile. Ed è ugualmente per tale ragione, insieme ad altre difficoltà linguistiche che a scuola il greco s'impara solo a memoria.
In un'altra sua opera "Alla fonte delle parole", la stessa elenca "99 etimologie che ci parlano di noi".
Passando ad un altro saggio sullo stesso tema di un autore diverso, si ribadisce ancora il concetto che le "nostre" parole fondamentali hanno spesso una radice greca.

fig.3 - Mengs  - Le Muse nel Parnaso

E' proprio il caso di Giorgio Ieranò con il suo recente libro: "Le parole della nostra storia" a spiegarci perché "il greco ci riguarda". Un solo esempio: "Mousiké", un unico vocabolo, comprendente per i Greci tutte le arti praticate dalle Muse (Fig.3); oltre la musica in senso stretto, quel termine indicava anche la poesia, il canto, la danza. Di nuovo incontriamo il senso diverso del tempo. Per loro: qualità, durata, indugio. Per noi: quantità, velocità, semplificazione.
La Grecità tuttavia è anche cultura quindi filosofia. 
 
fig. 4  - Platone

 

fig.5 - Raffaello - La scuola di Atene

Sul primo grande pensatore dell'antichità (Fig.4) si possono menzionare almeno due libri attuali. Il primo è "La palestra di Platone" di Simone Regazzoni, che ci presenta il filosofo greco come un atleta, perchè il pensiero non deve mai separarsi dal corpo. E' il nostro "Mens sana in corpore sano" che considera la disciplina fisica necessaria all'esercizio dell'intelletto. Allora Platone era diverso da come viene raffigurato nel celebre affresco di Raffaello: "La scuola di Atene" (Fig.5) nei panni del canuto Leonardo Da Vinci. Il fondatore della prima Accademia visse inoltre nel periodo di massimo splendore delle Olimpiadi. Il secondo è "La filosofia di Platone. Verità e Ragione umana" di Franco Trabattoni, un testo che solleva dubbi interpretativi e conferma le difficoltà di comprensione della sua dottrina. Quando Platone insegnava nella sua Accademia, lo faceva attraverso la diffusione orale del suo pensiero, una nobile tradizione antica che si basava anche sulla memoria degli ascoltatori. Una capacità umana, oggi caduta in disuso.
La triade dei filosofi greci che hanno fondato e condizionato il pensiero della civiltà occidentale manca tuttavia di due figure ugualmente famose. 
 
fig. 6 -  Michel Onfray

Nel suo ultimo saggio "Il coccodrillo di Aristotele" Michel Onfray (Fig.6) fa un'operazione di combinazione tra pittura e filosofia. Partendo da dettagli contenuti in dipinti importanti che si riferiscono ad un determinato filosofo, ci fornisce un quadro critico della storia delle idee. Ma mentre il calice con la cicuta della celebre tela di Jacques-Louis David del Metropolitan di N.Y.C. (Fig.7) subito rimanda a Socrate, non altrettanto succede per "Il coccodrillo di Aristotele" (Fig.8), che si appalesa come una lampante provocazione. Poco noto è l'autore dell'opera Jean-Baptiste De Champaigne, nipote invece del più conosciuto Philippe De Champaigne, famoso per i ritratti del cardinale Richelieu. Si tratta di un affresco che si trova nella reggia di Versailles.
Solo Onfray poteva ricorrere a tale rappresentazione, apparentemente una boiata ma con il suo senso. Due sono gli aspetti che vengono esaltati nel quadro. Il primo riguarda il rapporto tra potere e sapere. Il pittore nel Seicento era al servizio del Re Sole, così come Aristotele, un tempo maestro di Alessandro Magno, ora invece compare in disparte, seduto a sinistra del protagonista, mentre riceve l'invito a scrivere sugli animali portati dagli schiavi. L'altro aspetto più importante è che colui che guarda un quadro legge in effetti quello che già sa, magari dal titolo, dal cartellino, conosce l'autore; ma non vede quello che il quadro mostra. E poichè la maggior parte delle persone ignorano i numerosi scritti di Aristotele sugli animali, secondo Onfray il filosofo era un enciclopedista, il coccodrillo diventa un pretesto ridicolo che nasconde una verità.
Conoscendo l'eccentricità di uno degli ultimi intellettuali francesi non c'è meraviglia. In una delle interviste sul libro, Onfray sostiene che non è il filosofo che si ritrae in un quadro, né la sua filosofia bensì la sua mitologia. E' un giudizio accettabile che conferma però il pensiero di un altro importante filosofo precedente, Marx, secondo il quale non ci sarebbe arte greca senza la mitologia greca. L'artista che ancora oggi attira lo sguardo dell'osservatore grazie alla scintilla di un particolare che innesca il ricordo di un mito lontano o che comunque si crea, altro non fa che stimolare il lato fanciullesco di ogni essere umano.
Infine due splendide figure femminili segnano l'inizio e la fine della "Lingua geniale" di Andrea Marcolongo. La prima è Virgina Woolf, la seconda è Marguerite Yourcenar. Quest'ultima scrive: "Ho amato quella lingua per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale a ogni parola si afferma il contatto diretto e vario della realtà. L'ho amata perché quasi tutto quel che gli uomini hanno detto di meglio é stato detto in greco".


Elvira Brunetti

fig.7  - David - La morte di Socrate

fig.8  - De Champaigne -  Il coccodrillo di Aristotele



mercoledì 14 ottobre 2020

Mostra di Luca Giordano al museo di Capodimonte

 


 

Prefazione

 
Finalmente, dopo numerosi rinvii e nel silenzio dei mass media, la mostra su Luca Giordano, dopo il grande successo di pubblico e di critica riscosso a Parigi, è stata inaugurata a Napoli nel museo di Capodimonte e per tre mesi si potranno ammirare 90 capolavori del grande pittore, abile non solo nei dipinti di cavalletto, ma anche nel disegno e soprattutto negli affreschi, di cui ha lasciato esempi indimenticabili in Italia ed in Spagna, dove ha soggiornato per 10 anni come pittore di corte.
In questa monografia siamo partiti dalla biografia dell’artista ed abbiamo poi proposto al lettore una serie di articoli da me pubblicati negli ultimi anni su inediti di grande qualità presenti in collezione privata.
Abbiamo poi concluso in bellezza proponendo 16 tavole a colori di dipinti che si potranno ammirare visitando la mostra.
Buona e proficua lettura.


Napoli ottobre 2020


Achille della Ragione

 

Napoli 1 edizione ottobre 2020
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Terza pagina di copertina: Catalogo della mostra


I N D I C E

  • Prefazione 
  • Biografia 
  • Un bozzetto per un famoso quadro di Luca Giordano 
  • Un Martirio di San Lorenzo di Luca Giordano 
  • Un Sangirolamo di Luca Giordano 
  • Tre capolavori di Giordano di una raccolta napoletana 
  •  Luca Giordano il principe dei pittori 
  • Un sensuale capolavoro di Luca Giordano 
  • Tav. 1-16

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Il governo da i numeri

 




Il governo ha raggiunto il limite dell'illegalità nel momento in cui ha vietato che nelle case private possano riunirsi più di 6 persone. A tale proposito stamane ho inviato a mio nome e nell'interesse di tutti i cittadini ricorso alla Corte costituzionale con la speranza che non attenda anni per pronunciarsi.
Vorrei poi precisare il perché dell'apparente aumento dei contagi a fronte di un numero di morti insignificante.
Alcune ditte private hanno venduto alle regioni a prezzo di affezione centinaia di migliaia di tamponi e queste si sono scatenate a sottoporre infiniti persone all'esame, col risultato di un aumento del numero dei contagiati, la gran parte asintomatica.
Si minacciano così chiusure generalizzate con la certezza che l'economia non potrà reggere a lungo.
In attesa di un nuovo Masaniello invito la gente a ragionare, citando l'esempio della Campania, dove la settimana scorso vi è stato un solo morto per Covid.
Il futuro è nebuloso, ma non dobbiamo spaventarci oltre misura, chiudendosi in casa in preda a tristezza e malinconia.


Achille della Ragione

giovedì 8 ottobre 2020

La mostra su Luca Giordano apre nel silenzio dei mass media

 



Mentre i quotidiani sono costantemente impegnati a spaventare il pubblico con notizie sulla pandemia, a Capodimonte oggi si è inaugurata una mostra su Luca Giordano, che potrebbe costituire un'attrattiva per il turismo, che porterebbe denaro ad un'economia allo stremo.
I mass media hanno vergognosamente ignorato l'evento, ma possono parzialmente rimediare pubblicando con risalto questa mia lettera.
Correte tutti a visitare questa importante esposizione di uno dei giganti mondiali della pittura e soprattutto spargete la notizia ai quattro venti tra parenti, amici, collaterali ed affini.


Achille della Ragione

venerdì 2 ottobre 2020

Onofrio Loth pittore di pesci e fiori


 

In prima di copertina: Onofrio Loth
- Natura morta con ghirlanda di fiori e scena bacchica -
Reggio Emilia - collezione Rava




Prefazione


Nel  2010  nel  concludere  il  mio  breve  saggio  sulla  produzione  di  Onofrio Loth, affermavo: “L’auspicio è che quanto prima il reperimento di altre opere o documenti possa meglio focalizzare la personalità di questo artista che lavora, non solo nel Seicento, ma anche  nei  primi  quindici  anni  del Settecento,  fino  alla  sua  morte  improvvisa  nel  1717  (e  non  1715,  come erroneamente segnalato in molti testi)”
Finalmente la segnalazione da parte del proprietario di due splendi di dipinti firmati, raffiguranti  due  nature  morte con  ghirlanda  di  fiori  e  scena bacchica,  conservati  in  una  collezione  privata  di  Reggio  Emilia,  unita  ad alcune   interessanti   nature   morte   comparse   di   recente   sul   mercato antiquariale internazionale hanno permesso di meglio inquadrare un pittore molto  abile  ed  ancora  poco  noto  alla  critica,  per  cui  ho  deciso  di  redigere una breve monografia sull’artista    ,  arricchita  da  un  capitolo  con  splendide foto a colori.
Il Loth prediligeva un cromatismo delicato ed una precisione accurata nella rappresentazione della realtà.
Preferiva trattare tematiche marinare, derivate dalla sua ammirazione per la produzione di Giuseppe Recco o in egual misura, fiori e frutta, con sfondi di paesaggio, che lasciavano libera la fantasia di sbizzarrirsi.
Amava  rappresentare  l’orizzonte  solcato  da  una  pallida  luce  venata  da rapide  pennellate  di  color  rosso  arancio,  che  evidenziavano  nella  sua produzione  matura  un  graduale  allontanamento  dalle  forme  più  arcaiche della  tradizione  pittorica  seicentesca  ed  un  ingresso  trionfale  nel  nuovo secolo.
Un pittore che merita di essere conosciuto da studiosi ed appassionati e le cui quotazioni tenderanno a salire sempre più.


Achille della Ragione


Napoli ottobre 2020

 

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In ultima di copertina:  Onofrio Loth
- Natura morta con ghirlanda di fiori e scena bacchica -
Reggio Emilia - collezione Rava

 

INDICE
Prefazione    
La natura morta del seicento napoletano    
Natura morta napoletana nel settecento     
Biografia dell’artista    
Onofrio Loth specialista di pesci e fiori    
Due splendide nature morte inedite firmate di Onofrio Loth    
Indice delle tavole   


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giovedì 1 ottobre 2020

Due splendide nature morte inedite firmate di Onofrio Loth

Nel 2010 nel concludere il mio breve saggio sulla produzione di Onofrio Loth, che invito il lettore a consultare  digitando il link http://achillecontedilavian.blogspot.com/2012/04/onofrio-loth-specialista-di-pesci-e.html
affermavo: “L’auspicio è che quanto prima il reperimento di altre opere o documenti possa meglio focalizzare la personalità di questo artista che lavora, non solo nel Seicento, ma  anche nei primi quindici anni del Settecento, fino alla sua morte improvvisa nel 1717 (e non 1715, come erroneamente segnalato in molti testi)”.
Finalmente la segnalazione da parte del proprietario di due splendidi dipinti (fig.1–2) firmati, raffiguranti due nature morte con ghirlanda di fiori e scena bacchica, conservati in una collezione privata di Reggio Emilia, unita ad alcune interessanti nature morte comparse di recente sul mercato antiquariale internazionale hanno permesso di meglio inquadrare un pittore molto abile ed ancora poco noto alla critica.
Abbiamo avuto la conferma che il Loth prediligeva un cromatismo delicato ed una precisione accurata nella rappresentazione della realtà.
Preferiva trattare tematiche marinare, derivate dalla sua ammirazione per la produzione di Giuseppe Recco o in egual misura, fiori e frutta, con sfondi di paesaggio, che lasciavano libera la fantasia di sbizzarrirsi.
Amava rappresentare l’orizzonte solcato da una pallida luce venata da rapide pennellate di color rosso arancio, che evidenziavano nella sua produzione matura un graduale allontanamento dalle forme più arcaiche della tradizione pittorica seicentesca ed un ingresso trionfale nel nuovo secolo.
Un pittore che merita di essere conosciuto da studiosi ed appassionati e le cui quotazioni tenderanno a salire sempre più.