12/3/2011
Negli ultimi decenni abbiamo osservato in tutti i Paesi occidentali come, sul totale della ricchezza prodotta ogni anno, la quota che va a remunerare il lavoro è scesa in percentuale di molti punti, conquistati da quella che va a remunerare il capitale.
Naturalmente queste variazioni sono l’esito di macchinari sempre più costosi, che svolgono una parte dei compiti prima affidati all’uomo; un contadino o un pescatore, l’uno con la zappa l’altro con l’amo e la canna, producevano solo per il loro lavoro, mentre un moderno impianto con tecnologie avanzate produce in proporzione al capitale investito.
La conferma si è avuta quando in questi giorni sulla questione Fiat, discutendo del costo del lavoro, qualche impertinente ha fatto notare che quest’ ultimo incide solo per il 7% nel determinare il prezzo di un’automobile. Prima o poi la produzione di beni, ma anche di servizi, non avrà bisogno del lavoro. Sorgerà allora il drammatico problema di dividere equamente la ricchezza.
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