15/5/2011
In questi giorni la stampa è ritornata più volte sulla vicenda Parmalat e sulla condanna, divenuta definitiva, per Tanzi ad otto anni di reclusione, affermando erroneamente che il condannato, per la sua età, a parte le precarie condizioni di salute, avrebbe potuto usufruire del beneficio di scontare la condanna ai domiciliari. Niente di più impreciso. Si tratta unicamente di una speranza, legata agli umori ed all’insindacabile parere del giudice di sorveglianza, il quale decide caso per caso, spesso con lunghi ritardi.
Sarebbe più opportuno che fosse la legge a stabilire un limite di età, oltre il quale il condannato può scontare la pena a casa. Sarebbe degno di un Paese civile, il quale tenga conto anche delle condizioni di assoluta invivibilità dei nostri penitenziari, sovraffollati oltre ogni limite e con una catena di suicidi che non ha eguali in Europa. Potrebbe essere una legge che potrebbe essere proposta dalla destra come dalla sinistra; Berlusconi non si opporrebbe certo…
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