martedì 31 gennaio 2012

IL PECCATO DELLA LIBERTÀ DI PAROLA

Ne uccide più la penna che la spada



Il peccato originale per l’uomo non è consistito certamente nell’aver assaporato le gioie del sesso, bensì nella volontà di accedere alla conoscenza e soprattutto attivarsi alla sua diffusione.
Un acuto pensatore riesce a leggere il futuro prima dei suoi contemporanei, non ha timore di scontrarsi con la morale corrente e con il potere ed invita perentoriamente ad infrangere le regole della tradizione, senza preoccuparsi delle conseguenze personali.
Il pensiero non conosce alcun limite, né quello delle sbarre di una cella, da dove può espandersi fecondando ed influenzando l’opinione pubblica, né la prigione di un corpo paralizzato come nel caso del grande scienziato Hawking, che da cinquanta anni, costretto su una sedia a rotelle, grazie ad un computer collegato ad un sintetizzatore vocale, ha stravolto con le sue idee i confini della fisica moderna.
Senza la scintilla del pensiero la nostra esistenza non avrebbe alcun significato: un succedersi di eventi senza senso: nascere, diventare adulti, avere un carattere, dei sentimenti, lavorare, essere ricchi o poveri, avere una famiglia e degli amici, avvertire vagamente il tempo e lo spazio e morire senza lasciare traccia del proprio passaggio sulla terra.
La conoscenza si trasmetteva in passato esclusivamente attraverso i libri, i quali come i fiumi rendevano ubertosa la terra, rappresentavano le fonti primigenie della saggezza, permettendo alla mente di spingersi in un abisso senza fondo.
Oggi, sempre più frequentemente, la verità cammina su Internet e per un blog si può essere uccisi nel più atroce dei modi: con la testa mozzata, messa dentro un sacco e lasciata davanti ad una scuola con accanto, affinché il messaggio risultasse ancor più minaccioso ed ammonitore, una tastiera di computer.
È quanto è accaduto ad una giovane blogger messicana, che si firmava “La ragazza di Laredo”, perché da lì conduceva la sua battaglia contro i narcotrafficanti, la cui potenza economica ha da tempo ammansito gran parte della stampa e le televisioni locali. Ma il sacrificio di questa ignota ragazza, di questa eroina dei nostri tempi, ha scatenato la furia dei blogger, che sono aumentati di numero ed hanno trovato il coraggio di denunciare questi ignobili commerci e la corruzione dilagante.
La forza delle parole e del raziocinio non si fa imbrigliare dalle ferree regole delle leggi o dall’etica corrente, né rispetta i rigidi dettami delle religioni. Spesso l’ateismo è una manifestazione del libero pensiero, con l’uomo che si fa arbitro e giudice delle sue azioni, emancipandosi di fatto da ogni ipoteca soprannaturale.
Talune volte la forza dell’intelletto attira su di sé un fascino irresistibile, che lo trasforma in un grande seduttore, di menti come di gonnelle, una sorta di Don Giovanni, come tutti quelli immortali, creati dalla fervida fantasia di scrittori di ogni epoca, da quello di Tirso de Molina a quello di Molière, fino all’eroe trasfuso in pura lirica da Mozart.
Sempre in anticipo sui loro tempi, come capita anche ai nostri giorni assediati dai fantasmi di rozzi integralismi religiosi ed etici, che mostrano la forza liberticida di un oscurantismo, che non risparmiano neanche l’Occidente, dove le grandi conquiste liberali sono insidiate da un bigottismo ipocrita ed opportunista.

giovedì 19 gennaio 2012

Pittura antica contro moderna: una sfida memorabile

Un napoletanista spiega il fascino dell’Impressionismo

Da tempo ero profondamente convinto che con Caravaggio la pittura, raggiunto l’apice, avesse cominciato un lento declino, per precipitare poi con l’astrattismo e le installazioni, nell’orrore e nella banalità, che sono la negazione stessa dell’arte.
Poi una visita al Museo d’Orsay, dal quale mancavo da anni ed una folgorazione improvvisa con la nascita di una sorta di transfert verso artisti guardati fino ad ora con sospetto.
La sensazione di una ferita che si riapre, che credevamo si fosse chiusa per sempre al cospetto della Flagellazione o del Martirio di S. Orsola, l’ultima opera del sommo lombardo, che a Napoli seppe descrivere con crudo realismo il dolore e la morte.
01-Caravaggio, Flagellazione

In ogni epoca vi è stata una città simbolo dove commercio e ricchezza fornivano linfa vitale agli artisti. Così è avvenuto per Atene con Pericle, per Firenze con i Medici, per Venezia nel Settecento con la vitalità dei suoi traffici o attualmente per New York, capitale delle banche e della globalizzazione.
Medesimo ruolo fu svolto da Parigi tra il 1860 ed il 1920, grazie alla presenza contemporanea di artisti come Van Gogh e Picasso, Modigliani e Manet, Renoir e Degas, che per quanto provenienti da culture e nazionalità diverse, posero le basi dell’arte moderna.
02-Van Gogh, Autoritratto

03-Picasso, Guernica

04-Modigliani, Jeanne Hubuterne

05-Manet, Riposo di Berthe Morisot

Per decenni un pittore poteva sperare di avere successo solo se le sue opere venivano esposte al Salon, un’istituzione dichiaratamente conservatrice e contro questa ortodossia si schierarono alcuni giovani pittori accomunati dal desiderio di ritrarre lo scorrere della vita all’aria aperta a diretto contatto con i colori naturali.
Questo audace manipolo di innovatori si riunivano nel Caffè Guerbois ed allestirono le loro prime mostre nello studio del fotografo Nadar. Il celebre critico Leroy li battezzò in tono dispregiativo: impressionisti.
Le loro opere comprendono paesaggi e ritratti e riaffiorano, in egual misura, il mondo raffinato della ricca borghesia, ma anche il duro lavoro di operai e contadini. 
Pochi mercanti credono nel messaggio di verità insito nei loro pennelli rivoluzionari ed ancora meno sono i collezionisti che acquistano i loro quadri. Ma il tempo darà loro ragione ed in pochi decenni la critica muterà radicalmente il suo giudizio, fino a quando in epoca recente, divenuti leggendari, riusciranno a raggiungere quotazioni record nelle aste internazionali, con dipinti di Van Gogh, Renoir, Cézanne e Picasso aggiudicati per cifre mirabolanti, fino a cento miliardi di lire.
Prima della rivoluzione dell’Impressionismo i dipinti obbedivano ciecamente alle rigide regole della prospettiva stravolte completamente e fu questa insubordinazione a scatenare le ire dei giudici del Salon, non certo la presenza dei nudi, di cui erano già piene le tele di soggetto mitologico o biblico che tappezzavano le pareti delle esposizioni in pose ben più audaci e provocanti.
06-Renoir, La baia di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo

07-Degas, La scuola di danza

08-Manet, Al Cafè Guerbois

09-Cèzanne, Mele e arance

10-Signac, Il porto di St.Tropez

La vera cesura col passato era imperniata in una nuova disposizione dello spazio e nell’uso dirompente di un cromatismo basato sui mutevoli effetti della luce. Osservazioni confermate dalle contemporanee scoperte dell’ottica.
L’armonia della composizione viene così stravolta dai forti contrasti e dai mutevli accostamenti dei colori.
Questa pregnante eredità sarà recepita in maniera diversa dalle numerose correnti partorite dall’Impressionismo: i seguaci del puntinismo frammentano i colori, fissano sulla tavolozza gli elementi fondamentali in piccole macchie ed affidando all’osservatore la libertà di accostarne i toni; i Fauve, al pari degli espressionisti, affidano a tinte vibranti e cariche di intensità il compito di provocare emozioni; i Nabis puntano sul valore simbolico delle immagini, precorrendo le tematiche dell’Art Nouveau, mentre infine i Cubisti condurranno il processo di semplificazione della realtà a forme geometriche elementari.
Anche i modelli di riferimento mutano radicalmente. Non più il Rinascimento italiano, ma le culture extraeuropee, dall’arte orientale, cinese e giapponese, alle tradizioni primitive, dall’Africa all’Oceania. 
Cambia anche il ruolo del pittore, non più pedissequo artefice dei desiderata del committente, sia esso un nobile o la Chiesa, ma un professionista in grado di esprimersi liberamente ad una nuova clientela, attraverso al figura del mercante, abile nell’organizzare mostre e nel tenere vivo il contatto con la critica. Scorrendo l’opera dei singoli protagonisti di questa irripetibile stagione, che compongono uno straordinario mosaico, assurge il ruolo fondamentale di una magica città: Parigi, culla e feconda autrice dell’arte moderna.

11-Matisse, La danza

12-Munch, L'urlo

13-Bonnard, La stanza da pranzo in campagna

14-Braque,Uomo con chitarra