12/2/2011
Quando ho saputo che il mio amico Alfonso Luigi Marra si era dato alla narrativa ed aveva scritto un romanzo basato su un epistolario d’amore ho subito pensato: sta invecchiando, perché dopo aver dato alle stampe robusti saggi pregni di meditazione e di dottrina, si era abbandonato ad una prosa melliflua, riportando una serie di sms tra Luisa, giovane avvocatessa e Paolo, il titolare del grande studio legale in cui lavora.
Naturalmente ho immaginato un racconto autobiografico ed ho cominciato alacremente la lettura. Mi sono subito ricreduto, soprattutto andando alle 80 pagine di analisi finale, che permettono di reinterpretare le 278 precedenti attraverso un’analisi serrata sulla coppia e sulla società contemporanea, sulla dinamica dei sentimenti e sulla caducità della vita.
L’autore ha accompagnato alla grande l’uscita del suo libro con una campagna pubblicitaria anticonvenzionale, utilizzando come presentatori negli spot televisivi, che ad ogni ora del giorno tempestano gli spettatori, personaggi fuori dell’ordinario e soprattutto agli antipodi della cultura. Prima Manuela Arcuri, dalle forme accattivanti, poi il ghigno viscido di Lele Mora e nelle prossime settimane addirittura la supermaggiorata Ruby, si proprio lei la prediletta di papi.
Il libro soffre di una prosa contorta e di non facile lettura, ma deve essere l’occasione per conoscere meglio l’autore: un geniaccio folle quanto lucido, leggendo altri suoi libri di ben diverso spessore come la Storia di Giovanni e Margherita o la Civiltà degli onesti, un lucido atto di accusa della nostra traballante giustizia, scritta con dovizia di particolari, senza dimenticare che Marra è un grande avvocato con uno studio con decine di procuratori, pedissequi esecutori delle sue idee, che gli hanno fruttato un fiume di denaro.
Sua l’idea di chiedere ai tribunali europei un giusto rimborso per le cause che durano un’eternità, da anni in lotta contro il potere della banche, aduse a praticare spudoratamente anatocismo e signoraggio, un altro dei pallini di Marra, che ha lungo ha studiato il poco noto fenomeno speculativo.
Nessun commento:
Posta un commento