martedì 27 marzo 2012

Corte di giustizia europea (Dove, quando, come, perché?)

19/5/2009


Spes ultima dea

La Corte di giustizia europea è l’organismo internazionale che cerca di tutelare i diritti dell’uomo. Essa esiste da 50 anni ed ha già emesso 10.000 sentenze.
Ad essa il cittadino, che ritiene sia stato leso un suo diritto, può ricorrere direttamente senza necessariamente essere assistito da un legale, purché il procedimento a cui si riferisce abbia esaurito i gradi del processo con sentenza definitiva.
La domanda va presentata entro 6 mesi dalla conclusione del giudizio.
La Corte di Strasburgo nasce nel 1959 e comprende 47 Stati membri tenuti al rispetto della Convenzione; essa rappresenta l’ultima speranza per godere di una tutela giuridica per i diritti umani violati ed ha visto negli ultimi anni crescere in maniera esponenziale le richieste di giustizia ed a fronte dei 10.000 verdetti emessi, ha dovuto esaminare 332.000 pratiche.
Oltre la metà dei ricorsi sono stati presentati contro 4 Stati: Federazione russa, Turchia, Romania ed Ucraina, mentre l’Italia è stata ripetutamente condannata per la lungaggine dei processi, perché la legge Pinto prevede degli indennizzi risibili, tali da indurre i cittadini esasperati a ricorrere a Strasburgo per vedersi assegnare un risarcimento maggiore.   Tra le altre principali violazioni contestate al nostro Paese vi sono quelle riguardanti il diritto alla proprietà privata e nel campo penale il contestato articolo 41 bis, che prevede la detenzione in regime di isolamento dei condannati per reati gravi come l’associazione mafiosa con pesanti rischi per l’equilibrio psichico dei carcerati, una normativa assente in altre legislazioni, la quale ha fatto gridare a vari associazioni il nome di tortura. Vi è inoltre una situazione di invivibilità nei nostri penitenziari, dovuta principalmente al sovraffollamento, che ci pone agli ultimi posti del mondo civile, alla pari di Paesi più volte condannati come la Turchia e la Russia.
Molte nazioni, anche insospettabili, come la Svezia o l’Olanda, sono state più volte condannate per misure contro l’immigrazione clandestina, uno degli altri grossi problemi con il quale l’Europa deve confrontarsi.
Purtroppo l’entusiasmo del dopoguerra e della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si sono affievoliti ed è necessario riaffermare solennemente e praticamente il rispetto di tali diritti, per cui sarebbe necessaria una vasta campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica ed una conferenza programmatica di alto livello tra gli Stati europei per rilanciare alcuni principi basilari di tutela di quei valori irrinunciabili per gli uomini protagonisti del XXI secolo.
Gian Filippo della Ragione

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