venerdì 30 marzo 2012

Una penosa deriva mediatica

23/12/2009

In era pre televisiva le elites culturali erano costituite da filosofi, professori universitari, registi e romanzieri: scrivevano libri, tenevano lezioni magistrali, proponevano nuove teorie, indicavano mete da conseguire, modelli da imitare e venivano ascoltati con fiducia, perché la loro autorità non veniva messa in discussione. Potevano avere idee diverse, ma si rispettavano, avendo in comune l’amore per lo studio e la serietà dell’impegno.
Poi la contestazione prima e la televisione spazzatura dopo hanno creato un gigantesco circo mediatico, ben più incisivo della stampa, anche essa decaduta ed asservita agli interessi dei partiti e dei poteri forti.
I protagonisti sono divenuti i coriacei conduttori e le pimpanti conduttrici dei programmi televisivi di finta discussione ed approfondimento, dove si sbraita tutti assieme, cercando di togliere la parola all’interlocutore avversario, anche se non si ha nulla di serio da dire. 
Fanno parte di questo mondo dove la cultura è sconosciuta, l’educazione è bandita e la prevaricazione è la regola divi dello sport e dello spettacolo, pochi pseudo intellettuali e specialisti del gossip e del pettegolezzo. A rotazione vengono poi invitati personaggi della politica, della cronaca nera, attricette in cerca di notorietà, qualche nobile decaduto e signore d’annata dal volto reso impassibile dal botulino e dal seno rifatto.
Sono poche centinaia di persone che si invitano a vicenda nei talk show, mentre riviste femminili e settimanali più o meno scandalistici ci tengono informati dei loro intrallazzi sentimentali: matrimoni, fidanzamenti, corna, vacanze esotiche, figli illegittimi, uso di droghe, abitudini sessuali deviate.
Il loro comportamento viene ritenuto un modello da seguire, i loro pseudo valori squallidi simulacri, mentre  pensano di dettare legge non solo nello spettacolo o nella moda, ma anche in campi lontanissimi dai loro interessi come scienza, arte e medicina.
I mass media amplificano i loro pareri e spesso hanno un seguito, non solo tra i giovani e gli sprovveduti, molto invidiato dagli stessi leader politici, che disperatamente sono alla ricerca di un uditorio, mentre queste caricature di vip, nelle loro gettonatissime trasmissioni sono seguiti da una platea osannante.  
La colpa di questo andazzo è in gran parte di coloro che stabiliscono i contenuti dei programmi televisivi, inseguendo i capricci dell’auditel, ma tutti noi siamo responsabili per apatia, per inerzia e mancata ribellione.

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