venerdì 16 marzo 2012

Atlantide ritrovata ritrova Vasari

24/5/2006

Atlantide ritrovata restituisce alla città, dopo oltre quaranta anni di degrado e colpevole abbandono, completamente restaurate, le prime tavole di un ciclo pittorico eseguito dal Vasari per conto dei monaci Agostiniani di San Giovanni a Carbonara nel 1646. La benemerita associazione presieduta dalla vulcanica professoressa Clara Tucci è al suo secondo importante restauro che offre alla nostra città, dopo quello eseguito nel 2004 della Fontana di Spina Corona, più nota come Fontana delle zizze. 
Il ciclo di tavole, eseguite a Firenze con la collaborazione di Cristoforo Gherardi ed inviate poi a Napoli, comprendeva “Ventiquattro quadri di storie del Vecchio Testamento e della vita di San Giovanni Battista”. Nel tempo alcune tavole sono andate disperse, mentre due furono oggetto delle ruberie napoleoniche e sono oggi conservate nei musei francesi di Avignone e Troyes, in perfetto stato di conservazione, come torneranno certamente anche tutte quelle napoletane dopo le amorevoli cure di un’autorevole restauratore: Bruno Tatafiore, un mago del ritocco in grado di veri e propri miracoli. Giorgio Vasari, nato ad Arezzo è stato attivo a Firenze, dove lavorò a Palazzo Vecchio e al Palazzo degli Uffizi, ed a Roma in tre cappelle in Vaticano. 



A Napoli ha soggiornato per due anni a partire dall’autunno del 1544, dove, oltre a realizzare delle gigantesche Portelle d’organo conservate nel Duomo, lascia il suo capolavoro: la decorazione del refettorio degli Olivetani nella chiesa di Monteoliveto, un impianto di grande bellezza, esaltato dagli spettacolari stalli lignei con le raffinate tarsie di Fra Giovanni da Verona. 
La fama di Vasari, più che al celebre Corridoio agli Uffizi, è legata soprattutto alla sua attività di biografo, le sue Vite de’ più eccellenti architetti, scultori e pittori italiani da Cimabue a’ tempi nostri, una miniera di notizie e di giudizi sull’arte italiana. Due le edizioni, la prima nel 1550, la seconda nel 1568, ampliata con un capitolo dedicato agli artisti contemporanei, la vita di Michelangelo ed un capitolo autobiografico. 


Lapidario e saccente fu il suo giudizio sulla pittura napoletana dell’epoca, che egli giudicò di scarso rilievo ed arretrata, senza voci nuove da quando Giotto aveva lasciato la città! Non capì la complessità e varietà della temperie artistica cittadina, un centro di smistamento ed elaborazione di esperienze di respiro mediterraneo. Le tavole restaurate saranno in mostra nel museo di San Lorenzo, un altro gioiello di recente restituito alla città, domenica, alle 11 ed alle 12, e costituiranno, con la guida del sottoscritto, la 47° tappa degli Amici delle chiese napoletane, visite aperte a tutti gli appassionati, incluse nel Maggio dei Monumenti.

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