articolo pubblicato mercoledì 22 marzo 2006 su: "scena illustrata"
La mostra su Tiziano, che si inaugura a Napoli il 24 aprile, si preannuncia come la più importante della stagione per il numero e la qualità delle opere esposte. Non soltanto un’antologica sul sommo pittore veneziano, ma anche una rassegna sul ritratto storico da Raffaello ai Carracci. Poco meno di 100 i dipinti esposti provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, tra i quali numerosi per la prima volta in Italia.
Ed a confermare lo spessore internazionale dell’esposizione basta sapere che in autunno essa si trasferirà a Parigi al museo del Luxembourg. Alle grandi mostre i napoletani sono oramai abituati, da quando il compianto sovrintendente Raffaello Causa cominciò a portare nel mondo il nome della nostra città e del nostro illustre passato figurativo con le memorabili Civiltà del Seicento e del Settecento. Il testimone ereditato da Nicola Spinosa è stato tenuto ben alto e lentamente i turisti hanno imparato che Napoli non è solo Scampia o Secondigliano, con la loro cieca violenza ed il loro disperato degrado, ma anche le ampie sale del museo di Capodimonte con i loro tesori, gioia per gli occhi e per lo spirito, documento e testimonianza di un glorioso passato.
Tiziano è uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, presente in grande evidenza nei musei di tutto il mondo, straordinario ritrattista e fautore di una rivoluzione cromatica alla quale si sono abbeverati per secoli generazioni di artisti. Vissuto quasi novanta anni ed operoso fino alla fine dei suoi giorni, ha prodotto una notevole quantità di quadri, di qualità quasi sempre molto alta e quando un Tiziano non è bello non è lui l’autore, come nel caso del ritratto di Pier Luigi Farnese col cappello, conservato a Palazzo Reale, che, ostinatamente, viene ancora ritenuto autografo.
Paolo III
Proveniente dall’eredità che Carlo di Borbone ereditò dalla madre Elisabetta Farnese, la nostra pinacoteca possiede un cospicuo nucleo di suoi dipinti, che costituiscono lo zoccolo duro della rassegna, dal memorabile ritratto di Paolo III e dei suoi nipoti, che troneggia solenne nella grande sala Tiziano, un colloquio senza parole frutto di una serrata indagine dell’animo umano trasferita sulla tela, alla sensuale Danae, restituita di recente da un accorto restauro allo splendore dei suoi colori originali.
Allocuzione del marchese del Vasto alle truppe
Tra i capolavori in arrivo da altri musei segnaliamo la Flora, proveniente dagli Uffizi, dalla sfolgorante bellezza e dalla palpabile carica erotica, che costituisce il logo della mostra e la copertina dell’esaustivo catalogo, il ritratto dell’antiquario Jacopo Strada dal Kunsthistoriches di Vienna, una spietata introspezione psicologica di un mestiere al quale è legata la stessa attività di ogni artista, il celebre autoritratto di Tiziano, già vecchio, prestito della Gemaldegalerie di Berlino, l’Allocuzione del marchese del Vasto alle truppe, dal Prado, che ci restituisce l’immagine solenne di uno dei più famosi nobili napoletani, Alfonso d’Avalos, che mostrò il suo valore nella battaglia di Pavia. Ed inoltre, vanto del Louvre, il Francesco I, protagonista assoluto della politica europea della prima metà del Cinquecento, re di Francia dal 1515 al 1547 ed il ritratto di gentiluomo, proveniente dall’Alte Pinakothek di Monaco, dominato da un sofisticato gioco di contrasti tra luci ed ombre, in grado di evidenziare lo stato d’animo e gli stessi pensieri dell’effigiato.
Galeazzo
Oltre alle tele di Tiziano si svolge una monografica sul ritratto di corte da Raffaello ai Carracci ed è l’occasione di ammirare, in rapida successione, l’opera di artisti più o meno noti, da giganti come Sebastiano del Piombo, El Greco, il Ghirlandaio, il Tintoretto, il Parmigianino, il Pontormo e tanti altri, a pittori meno noti ma non meno abili, come Pietro Negroni, presente con un incisivo ritratto di giovane della Galleria Borghese o Wenzel Cobergher, un fiammingo a lungo attivo a Napoli, che ci fornisce l’immagine di uno sconosciuto cardinale, dal volto emaciato e dal prepotente pallore, indagato con un realismo sconcertante.
Flora
Non mancano pittrici come Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, rare esponenti di un momento storico in cui la penna poteva a volte essere femmina, ma il pennello doveva essere maschio.
Anche in questa mostra nella mostra vi è un nucleo importante di quadri normalmente esposti a Capodimonte, ma purtroppo i napoletani sono pigri e tanto ricchi di opere d’arte, nelle chiese e nei palazzi, che si recano al museo solo in occasione di grandi eventi e così perdono l’occasione di ammirare tante opere che tutto il mondo ci invidia.
Per questa straordinaria occasione proponiamoci di avvertire i nostri parenti ed i nostri amici fuori Napoli ed invitiamoli a visitare l’importante rassegna. Faremo un favore a loro, che potranno godere di quasi cento splendidi dipinti ed alla nostra sfortunata città, la quale ha disperato bisogno di un presentabile biglietto da visita.
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