15/9/2009
Finalmente un grande editore, Mondadori, ha dedicato un libro a quel personaggio vulcanico ed ancora misconosciuto che fu Achille Lauro: grande armatore e sindaco plebiscitario per molti anni all’ombra del Vesuvio, oltre che editore, creatore della prima televisione privata italiana, presidente del Napoli, uomo politico di rilievo nazionale e tante altre cose ancora.
A ricordarcene le gesta, in un nuovo disperato tentativo di sdoganarne l’immagine, offuscata da tanti decenni di propaganda denigratoria da parte della sinistra, giunge un libro(o’Comandante, vita di Achille Lauro) di Carlo Maria Lomartire, giornalista specializzato in biografie, avendo già scritto su Mattei e sul bandito Giuliano, ma soprattutto un grande editore capace di una massiccia e capillare distribuzione, come ho potuto personalmente constatare telefonicamente tramite amici, che hanno potuto acquistare il volume anche in piccoli centri sia nel nord che nel centro Italia.
Dall’uscita nel 2003 del mio Achille Lauro superstar (consultabile su internet) quasi ogni anno è uscito un nuovo libro sul Comandante, a volte ricordi di umili uomini della sua flotta, altre volte contributi su particolari aspetti della sua poliedrica attività, come quello di Gaetano Fusco su Lauro produttore cinematografico o l’indagine di Fabio Gentile sulla sua carriera politica, ma servendosi sempre di modeste case editrici locali, prive di un’adeguata distribuzione e senza poter contare su recensioni sulla stampa.
O’ Comandante, vita di Achille Lauro, viceversa, grazie al potere mediatico della Mondadori, ha già avuto, ancor prima dell’uscita in libreria, attestazioni di fiducia di importanti testate, a partire da Il Mattino che l’altro giorno gli ha dedicato un’intera pagina.(Ricordo che all’epoca per avere sullo stesso giornale quattro righe di recensione dovetti far intervenire più di un amico redattore).
Il libro di Lomartire espone in maniera semplice e lineare la parabola di Lauro, dall’esordio giovanissimo come mozzo sulla nave paterna, fino al malinconico tramonto culminato con il fallimento della flotta e la morte all’età di 95 anni.
Dopo aver raccontato gli esordi e la sua attività durante il fascismo, l’attenzione è fissata sugli anni del grande successo politico, quando in un’Italia ancora sospesa tra modernità e sottosviluppo, tra promesse di ricostruzione ed ampie sacche di clientelismo, la figura di Lauro segna un’intera stagione della politica del Mezzogiorno e non solo. Con spregiudicato equilibrismo, assiste alla fine del centrismo di De Gasperi, al quale riesce a strappare la legge speciale per Napoli, è avversario di Fanfani, ma sostiene lealmente i governi democristiani moderati, dialoga con Almirante fino a riunire sotto le insegne del Partito democratico di unità monarchica, da lui fondato, i nostalgici della corona.
Il testo, preciso in molti dettagli, purtroppo manca di un approfondimento su alcuni aspetti fondamentali della sua attività e non risponde ad una domanda che a lungo ha costituito la punta di diamante dei suoi detrattori: in che misura fu coinvolto nella speculazione edilizia degli anni Sessanta, immortalata nel celebre film di Rosi” Le mani sulla città”.
Modesto è il corredo fotografico, solo 18 scatti, quasi tutti però mai visti prima, mentre una pecca molto grave è la mancanza di un’introduzione e soprattutto di una bibliografia, tenendo conto che l’autore ha attinto a piene mani dal testo dei principali libri scritti in precedenza sull’argomento.
Un libro al quale auguro di avere tanti lettori ed attraverso un suo successo si possa riparlare di dedicare una piazza di Napoli ad Achille Lauro, una vergognosa dimenticanza, che pesa come un macigno sull’amministrazione partenopea, la quale si è sempre caparbiamente rifiutata anche solo di discutere in consiglio le varie proposte che nel tempo sono state presentate, con la speranza che una città dove esiste via Kagoscima e via Jan Palach, via dei Chiavettieri al Porto e via dei Chiavettieri al Pendino possa giustamente ricordare un così esimio personaggio.
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