14/9/2009
Il Male impregna la nostra vita come un’energia misteriosa che si oppone imperiosa alle forze del Bene, e non si tratta semplicemente del piccolo tedioso male della realtà quotidiana, bensì l’incanto che diffondono le grandi ali nere, ancora bagnate di luce, di Satana e degli angeli decaduti, anche nel cuore del XXI secolo.
Il Male assoluto macina inesorabile la sua opera nefasta, compie sino in fondo la sua esperienza tremenda, esercita il suo fascino irresistibile, seduce, corrompe, uccide. Sembra identificarsi con il tutto e nel momento di diventarlo, rivela di non essere altro che il vuoto, quel vuoto gelido che produce vertigini, illimitato e senza confini, che offusca le coscienze e si impadronisce delle anime e degli intelletti di gran parte del mondo contemporaneo.
L’unica divinità nella quale, laico inveterato, sono portato a credere, è quella costituita dall’Angelo custode. Non saprei spiegarmi altrimenti la prodigiosa incolumità che protegge la vita spericolata di milioni di giovani prostrati nelle più spericolate movide notturne, tra fiumi di alcol, quantità smisurate di ectasy, folli corse in moto, insonnie invincibili, copiose scariche di adrenalina, danze sfrenate fino all’alba.
Ogni mattina avviene un miracolo con il ritorno a casa incolume di questo esercito disordinato costituito dai nostri figli, in guerra perpetua contro le insidie del destino, che può riservarci una terribile sorpresa ogni momento, eppure, esposti a tanti strapazzi, tanti rischi, tante tentazioni, vengono quotidianamente salvati dal potere luminoso della vita in lotta dal tempo dei tempi con la perfida evenienza della morte, che si annida insidiosa dietro ogni curva.
I lutti, in questa bolgia sfrenata rappresentata dal delirio della giovinezza, sono eccezionali al cospetto della enormità dei pericoli e non possiamo non credere che il caso, sempre cieco e spietato, non venga governato da una protezione benevola che sovraintende al destino di questi ingovernabili scapestrati. E perché non credere che questa entità superiore non sia quell’Angelo custode, al quale da bambini ci affidavamo con tanta fiducia e con quella dolce preghiera, più intensa del Credo e dell’Ave Maria, che tutti noi ricordiamo e che recita:” Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen”.
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