venerdì 30 marzo 2012

La Spirale

17/10/2009

I dispositivi intrauterini(I.U.D), più conosciuti dal pubblico con il nome di spirale, sono il metodo contraccettivo che negli ultimi anni sta incontrando la più larga diffusione tra le donne ed il favore dei ginecologi, soppiantando la pillola ed altre metodiche tradizionali.
I motivi di questo successo sono dovuti in parte all’assenza di effetti collaterali sistemici, ma soprattutto al fatto di non doversi assoggettare all’assunzione continua di pillole, che richiedono un’attenzione psicologica per alcune donne stressante.
Le spirali hanno dimensioni e fogge diversissime e possono essere classificate in I.U.D. di 1°, 2° e 3° generazione.
I dispositivi di 1° generazione sono costituiti da sola plastica e funzionavano con un meccanismo irritativo da corpo estraneo. Essi non debbono più essere adoperati per il  basso indice di sicurezza e per i maggiori effetti collaterali(meno metrorragie, spotting, crampi uterini) collegati alle loro dimensioni maggiori di quelli di 2° generazione che, essendo potenziati dalla presenza di un filamento di rame attorcigliato offrono una più elevata sicurezza contraccettiva(intorno al 98%) con un minor numero di disturbi.
L’effetto anticoncezionale del rame pare sia collegato in parte al suo potere spermicida, ma principalmente alla capacità posseduta dagli ioni rame , liberatisi in cavità uterina, di inibire l’azione dell’enzima anidrasi carbonica presente nell’endometrio, la cui attivazione è necessaria per il processo di annidamento dell’ovulo fecondato. La durata del massimo effetto contraccettivo della spirale potenziata al rame è di circa due anni a partire da pochi giorni dopo l’applicazione, perché dopo tale periodo di tempo il metallo non viene più dismesso in maniera adeguata per il formarsi di depositi calcarei attorno al dispositivo ed anche per l’esaurimento della sostanza.
Dopo circa due anni è necessario perciò rimuovere la spirale e, se la donna vuole proseguire la contraccezione, è consigliabile togliere la vecchia e metterne una nuova nella stessa seduta, onde  evitare periodi senza protezione contraccettiva pericolosissimi per una coppia abituata ad avere rapporti liberi senza precauzioni. 
L’utero non ha bisogno di periodi di riposo e se la donna ha tollerato bene la spirale non vi è alcun motivo di rinviare l’applicazione di un nuovo dispositivo intrauterino.
La 3° generazione contempla spirali potenziate dalla dismissione continua di microdosi di progesterone. Esse hanno delle prestazioni superiori rispetto agli altri modelli, quali il più elevato indice di sicurezza(99,5%) e minori effetti collaterali, durano però di meno, circa 12 mesi.
Molte donne e purtroppo anche numerosi ginecologi credono che la spirale debba necessariamente essere applicata nell’utero durante le mestruazioni. Viceversa viene preferito a volte quel periodo unicamente per alcuni motivi di importanza decrescente che ora descriveremo, ma non si tratta di una condizione assolutamente obbligatoria.
Il principale scopo per cui si aspetta il 3° - 4° giorno del ciclo è che soltanto allora si ha la sicurezza che la donna non sia gravida e non si corra il rischio, introducendo il dispositivo nell’utero, di danneggiare un eventuale embrione di pochi giorni di vita, la cui presenza non positivizza un test di gravidanza e sfugge anche ad un’ecografia.
Il secondo motivo è costituito dalle perdite di sangue che in genere sono presenti dopo l’applicazione e che vanno a confondersi col mestruo.
Ed infine, ultima ragione, anche se valida parzialmente solo nelle donne che non hanno mai partorito, è che a volte durante l’uscita del sangue mestruale il canale cervicale, attraverso il quale in senso inverso deve passare la spirale, aumenta leggermente il suo diametro.
Un momento particolarmente favorevole per l’applicazione della spirale è subito dopo un’interruzione volontaria di gravidanza; infatti il canale cervicale già dilatato, l’anestesia più o meno leggera a cui la paziente è sottoposta, ma soprattutto la volontà della donna a non voler più cadere in una situazione simile, rappresentano delle condizioni ideali all’attuazione immediata di un valido discorso contraccettivo.
Anche le donne che non hanno mai partorito possono oggi tranquillamente adoperare la spirale; infatti mentre i dispositivi in uso anni fa erano relativamente grandi e negli uteri delle nullipare davano spesso luogo a disturbi, oggi i modelli potenziati dal rame o dal progesterone hanno assunto dimensioni ridottissime, per cui spesso possono essere adoperati da donne che non hanno mai partorito, nelle quali è però necessario che, oltre alle normali controindicazioni valide per tutte le pazienti, il flusso non duri a lungo e non sia particolarmente doloroso, perché soprattutto nel primo trimestre questi disturbi potrebbero aumentare.
La durata dell’effetto contraccettivo è diverso a secondo del modello, infatti gli  I.U.D di 1° generazione, costituiti dal solo supporto di plastica, hanno un indice di sicurezza più basso e producono maggiori effetti collaterali, in compenso la loro durata è illimitata e la donna deve unicamente presentarsi alle periodiche visite di controllo senza mai sostituire la spirale, il cui indice di sicurezza rimane invariato nel tempo e è calcolato intorno al 95%, cioè su 100 donne in un anno 5 rimangono gravide.
Quelle potenziate dal rame di 2° generazione durano due anni e se trascorso tale periodo il dispositivo non viene sostituito la formazione di concrezioni calcaree ne riduce la sicurezza, che scende gradualmente dal 98 al 95% ed anche meno.
I dispositivi che emettono progesterone hanno un indice di sicurezza intorno al 99,5%, durano un anno, sono le più tollerate ed in alcuni casi riducono l’entità del flusso mestruale.
Bisogna poi sfatare due grossi pregiudizi duri a morire, che inducono molte donne a non adoperare la spirale, cioè che gli I.U.D. provochino tumori e gravidanze extra uterine.
Per quel che riguarda i tumori la paura è del tutto ingiustificata, infatti numerose e vaste statistiche hanno oramai dimostrato in maniera inequivocabile che l’incidenza dei tumori benigni e maligni nella sfera genitale femminile è uguale in donne portatrici di spirale o che adottano altre o nessuna metodica contraccettiva.
Anzi molte indagini hanno dimostrato che nelle donne che adoperano dispositivi intrauterini, per i controlli periodici ai quali sono sottoposte(visita ginecologica, pap test, palpazione del seno) eventuali affezioni patologiche, sia di natura infiammatoria che tumorale, vengono scoperte con grande anticipo sui normali tempi diagnostici, con notevole vantaggio per le terapie, che vengono instaurate prontamente.
Per quel che riguarda la possibilità che la spirale possa favorire l’instaurarsi di una gravidanza extra uterina possiamo escludere categoricamente questa eventualità.
Bisogna però precisare che, mentre la pillola, se correttamente assunta, blocca l’ovulazione e di conseguenza con il 100% di sicurezza impedisce l’instaurarsi di una gravidanza, sia essa uterina che extra uterina, l’azione della spirale è diversa ed attraverso diversi meccanismi impedisce l’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero; ma se l’attecchimento avviene per suo conto ad esempio in una tuba, la presenza della spirale non impedisce questo evento. Perciò se la donna era destinata ad avere una gravidanza extra uterina, la subirà nonostante la presenza della spirale, ma non certo per colpa di questa. Rammentiamo per inciso che la gravidanza ectopica è un’evenienza alquanto rara.
Le visite di controllo nelle portatrici di spirale, se non sono presenti particolari disturbi, possono avere una frequenza identica a quella di tutte le donne, che dovrebbero recarsi una volta l’anno dallo specialista per una valutazione dell’apparato genitale, integrato dall’esecuzione del pap test e dalla visita al seno.
Le donne che utilizzano la spirale possono tranquillamente adoperare gli assorbenti interni senza alcun timore che il dispositivo possa spostarsi, perché esso si trova all’interno dell’utero e solo il filo per la rimozione protrude in vagina, inoltre la spirale non può essere percepita durante il rapporto sessuale, come ben sanno tutte coloro che la utilizzano di nascosto, senza che mariti e fidanzati, di parere contrario, lo sappiano mai.

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