venerdì 29 aprile 2022

Una Madonna col Bambino dallo sguardo accattivante



fig.1 - Madonna col Bambino
- olio su tela - 64x50 -
Napoli, collezione Achille della Ragione


Questo quadro raffigurante Una Madonna col Bambino (fig.1) è da poco entrato a far parte della mia collezione. Si tratta di un olio su tela di 50x64, con una superba cornice coeva e proviene dalla raccolta di un mio pro zio, don Giuseppe Capuano, per 52 anni parroco della chiesa di S. Maria della Consolazione a Villanova, fino a quando nel 1953 ha chiuso il suo percorso terreno per assurgere alla gloria del Cielo. Il dipinto si è trasferito in casa delle mie numerose zie e quando l'anno scorso l'ultima di esse, ad appena 104 anni di età, ha deciso di lasciare questa valle di lacrime è diventato di mia proprietà.
Da sempre quando osservavo gli occhi della Madonna troppo a lungo venivo rapito dal suo sguardo e la stessa sensazione era percepita da tutti i miei parenti.
Speravo che l'opera potesse essere cinquecentesca e provenire dall'antica chiesa agostiniana, che precede la ristrutturazione settecentesca operata dal celebre architetto Ferdinando Sanfelice, ma trattandosi di un olio su tela e trattandosi di un mio dipinto ho voluto consultare amici esperti del settore, i quali hanno tutti affermato che si tratta di un'opera realizzata nella prima metà dell'Ottocento.
Gli amici che mi hanno fornito il loro parere sono due importanti collezionisti: Mauro Calbi e Mario D'Antonio, il quale ha precisato che l'ignoto autore si è ispirato ad una famosa Madonna del Donatello e due affermati antiquari: uno giovane, Umberto Giacometti ed uno maturo, Michele Gargiulo.
Mi attengo al loro parere e rinuncio a possedere un quadro del Cinquecento, ma lo sguardo della Madonna e del Bambino è così tenero che sono ugualmente soddisfatto.


Achille della Ragione


mercoledì 27 aprile 2022

Mostra di Andy Worhol a Napoli

 


 
 Andy is back (Andy torna a Napoli) è il titolo più appropriato per la mostra attuale al Pan di Napoli, concernente una figura fondamentale dell'arte contemporanea. Andy Warhol è di casa in questa città per il suo stretto rapporto, grazie a Lucio Amelio, contratto già prima del 1975 in visita a Napoli e potenziato in seguito al terremoto dell'Ottanta. La mostra curata dal milanese Edoardo Falcioni presenta 130 opere dalle numerose serigrafie alla Silver Factory, allo studio 54 e in conclusione la gigantografia "Fate presto" del Mattino. 
 
 

 
 
In che cosa consiste la rivoluzione artistica contenuta nella "Pop Art"? Andy nasce a Pittsburg nel 1928 da genitori slovacchi immigrati e dopo aver compiuto i suoi studi, nel 1950 si trasferisce a New York, la quale nel frattempo aveva distanziato di gran lunga Parigi come culla dell'arte. Qui lavora in qualità di grafico pubblicitario. Dopo la guerra la veloce ripresa economica dei Paesi Occidentali in genere e in particolare gli Stati Uniti si basava sulla produzione industriale. Più si produceva e più si consumava. La pubblicità, invenzione felice dell'infelice Henri Toulouse-Lautrec, attraverso la TV, il cinema e il ritmo incalzante della vita moderna costituiva il miglior mezzo di comunicazione. I nuovi idoli non sono solo le star di Hollywood, ma tutti i beni di consumo dalle lattine di Coca Cola a quelle della zuppa di fagioli. L'arte popolare è quella che si riproduce in serie e quindi spersonalizza, riducendo tutto ad un'immagine, quello che la gente desidera. Andy è un osservatore della realtà quotidiana. La sua arte è vita. 
 
 

 
 
Ha completamente demitizzato l'arte classica intesa come opera assoluta e fruibile da pochi eletti. L'immagine mitica di Marilyn Monroe, prelevata da una foto del film "Niagara" viene prima elaborata, accentuando con colori vivaci e vibranti le varie parti del volto e successivamente, ottenuta in serie, come una catena di montaggio. La serigrafia rende l'arte popolare accessibile a tutti, alla pari di qualsiasi bene di consumo. Se la vita è consumismo, anche l'arte lo è. Si tratta di una critica velata alla superficialità della gente. "Comprare è più americano di pensare ed io sono americano come qualsiasi altro". Naturalmente siamo nei folli anni Sessanta. Il massimo della notorietà di Warhol. Proprio nel 1964 il tedesco Herbert Marcuse pubblica: "L'uomo a una dimensione", in cui riduce l'uomo a semplice consumatore dei beni materiali. E' inoltre l'anno in cui alla Biennale di Venezia si festeggia la nascita della Pop Art. Con Andy era presente Roy Lichtenstein, consacrato "Il re dei fumetti" per la straordinaria diffusione di un nuovo messaggio artistico tratto ugualmente dal consumismo di un prodotto di massa, vedi la sorprendente "Donna che annega". Arcinota è la Silver Factory, che Andy tappezza con la comune carta argentata, un importante luogo d'incontri per artisti, cantanti, manager, curiosi ed emarginati. Tra le donne famose c'erano Yoko Ono e Paloma Picasso. Era la fabbrica delle sue opere, detta anche una fucina di sogni, dal momento che s'interessava di tutto: dalla moda alla musica e al cinema.Andy usava come supporti artistici qualsiasi superficie dalle cover di ogni genere alle T-shirt, perfino una moneta cartacea. L'uso della polaroid era per lui come il disegno preparatorio dei pittori del passato. Spettacolare sempre a Manhattan c'era lo studio 54, ex discoteca, dove primeggiava Bianca Jagger, vestita da Yves Saint Laurent. Entrambi tali luoghi sono rappresentati con qualche oggetto nella mostra. Degna di essere menzionata è l'ultima sua opera. Andy Warhol nel 1987, un anno prima di morire, sfida il genio di tutti i tempi: Leonardo da Vinci con un immagine monumentale in bianco e nero della celebre "Ultima cena". Il padre della Pop Art ripete 60 volte la foto da lui personalizzata su di un pannello di 10 metri x 3. L'inaugurazione avvenne a Milano proprio in un luogo accanto alla chiesa di S.Maria delle Grazie, sede del celebre" Cenacolo". Il sentimento religioso dell'artista era molto forte. Le icone di cui era autore sono un ricordo di quelle di origine bizantina che da piccolo era solito baciare quando entrava in chiesa. Non abbandonò mai le sue radici, figlio com'era di una madre religiosissima. 
 
 ELVIRA BRUNETTI 
 
 



 
 


 
 
 
 

venerdì 22 aprile 2022

Prossima visita guidata

 






Amici ed amici degli amici, dopo la pausa pasquale riprendono le visite guidate.
Sabato 30 aprile visiteremo la mostra su Andy Warhol che si tiene presso il museo Pan, in via dei Mille 60.
L'appuntamento è fissato alle ore 10:30 all'ingresso della limitrofa chiesa di S. Teresa a Chiaia, la quale contiene statue e quadri interessanti, alcuni di Luca Giordano e che visiteremo prima della mostra.
Per arrivare preparati vi consiglio di consultare in rete un mio scritto sull'argomento: "L'artefice di Terrae motus".


Invito poi cortesemente tutti i miei lettori a portarsi sulla mia pagina facebook e a condividere il mio ultimo libro: "I miei primi 75 anni", permettendo così ad infinite persone di consultarlo. Voglio leggere il vostro nome tra i condivisori e vi sarò riconoscente.

mercoledì 13 aprile 2022

La guerra in Ucraina e le nuove sfide dell’Unione Europea in campo energetico ed ambientale

 
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L’Invasione russa dell’Ucraina ha imposto un ripensamento della strategia energetica dell'Unione Europea (UE) ed avrà un impatto sul suo obiettivo di trasformarsi nella prima economia verde del pianeta entro il 2050.[1]
L'UE dipende significativamente dalla Russia per soddisfare il suo fabbisogno energetico. Il gas russo contribuisce infatti al 40% circa del fabbisogno energetico europeo mentre il petrolio russo concorre per circa il 25%.
 



In seguito all’ invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’UE ha elaborato una nuova strategia chiamata RePowerEU che ha come obiettivo il raggiungimento dell’indipendenza europea dai combustibili fossili russi entro il 2030. Inizieremo dal gas le cui importazioni dovrebbero ridursi dei due terzi rispetto al valore attuale entro la fine di quest’anno.

Per realizzare questo ambizioso obiettivo l’UE si muove su due binari paralleli:
●    Trovare nuovi fornitori di combustibili fossili o/e potenziare le forniture da parte di quelli attuali in modo da garantire il suo funzionamento.[2]
●    Accelerare la transizione verde in Europa e nelle sue immediate vicinanze [3] in modo da sostituire una quota sempre più importante di combustibili fossili con fonti di energia pulita e rinnovabile.
Sfide dell’UE per sostituire il gas russo dall’oggi al domani
●    Il Qatar, principale fornitore di gas liquefatto (LNG) all’Europa, non può potenziare più di un 10-15% le sue forniture verso l’Europa dato che il suo gas è legato a contratti di vendita di lungo periodo con compratori per la maggioranza asiatici come Cina e Giappone.
●    Gli Stati Uniti, secondo fornitore europeo di LNG (25%), sono una strada che già stiamo percorrendo, a prezzi però proibitivi.
●    L’Algeria, nostro terzo fornitore di gas (13.8%) non ha la capacità di incrementare di molto le sue forniture. E’ inoltre il più importante partner strategico-militare per la Russia nel Mediterraneo.
●    L'Egitto non si è mostrato interessato a vendere il suo LNG all’Europa, dato i contratti di lunga durata con la Cina e la necessità di preservare i suoi rapporti con la grande potenza strategica.
●    Israele è un potenziale nuovo fornitore di gas per l’Europa ma non possiede stazioni di liquefazione. Quindi le strade da esplorare sono

○    Trasportarlo fino all’Egitto con un condotto che collega l’Egitto e Israele e qui liquefarlo, ma la capacità di liquefazione egiziana è già quasi saturata per assicurare le forniture alla Cina.
○    Trasportarlo fino alla Turchia in forma gassosa, utilizzando un condotto che corre sotto il Mediterraneo ma che incrocia la zona economica esclusiva di Cipro.
○    Liquefarlo in Israele e trasportarlo via nave, con stazione galleggiante.

●    L’Europa ha una struttura di rigassificazione insufficiente (niente in Germania, 6 in Spagna e 3 in Italia) e una struttura di gasdotti non capace di supportare il potenziamento necessario.
●    Quale Paese produttore riterrà conveniente investire in soluzioni per il trasporto di gas verso l’Europa che intende abbandonarne il consumo entro il 2030?
Contromisure energetiche dell’Italia per ridurre la dipendenza dal gas russo [4]
●    Potenziare la produzione nazionale.
●    Riempire gli stoccaggi.
●    Provare ad incrementare le forniture da Algeria e Libia.
●    Installare nuovi rigassificatori galleggianti.
●    Accelerare la produzione di energie rinnovabili.
●    Riaprire 7 centrali a carbone.



Le nuove scelte energetiche dell’Unione Europea hanno ed avranno un impatto significativo non solo sulle economie dei suoi Stati Membri ma anche su quelle dei suoi vicini di casa, come i paesi della regione MENA (Nord Africa e Medio Oriente).
Alcuni paesi della regione MENA sono fondamentali per le forniture energetiche dell'Unione Europea; Algeria, Libia e Paesi del Golfo sono gli attuali fornitori di combustibili fossili mentre il Marocco, la Giordania e ancora l’Algeria si posizionano come potenziali fornitori di energie pulite (idrogeno verde e rinnovabili) in futuro.
Altro punto importante su cui riflettere è il fatto che da un punto di vista ambientale e di cambiamento climatico, la decarbonizzazione dell’UE dipende strettamente dalla sua capacità di convincere i paesi della regione MENA a fare altrettanto. A cosa servirebbe infatti diventare un continente verde di 447 milioni di abitanti se dall’altro lato del Mediterraneo (nel canale di Gibilterra a pochi km di distanza tra il tra Point Marroquí spagnolo e il Point Cires marocchino), ci sono 355 milioni di persone che inquinano?
Infine, la decarbonizzazione dell'economia europea non può essere disgiunta da un sostegno significativo ai paesi MENA per fare lo stesso. In caso contrario, l'UE dovrà continuare a pagare un prezzo geopolitico significativo in termini di migranti e guerre.

 




Assodato che la transizione verde dei paesi della regione MENA è necessaria per l’UE da un punto di vista economico, ambientale e geopolitico, capire come implementarla è tutt’altro che facile.
 
●    La regione MENA è infatti gravemente colpita dal cambiamento climatico, soffre di insicurezza idrica, alimentare ed energetica ed è stata spesso il palcoscenico di disordini sociali e instabilità politica. Inoltre, è una regione altamente esposta alla trasformazione strutturale dell'architettura energetica globale, esattamente quella che viviamo oggi in seguito alla guerra in Ucraina, dato che è responsabile per i due terzi della produzione globale di combustibili fossili. 

 


 
●    Diversificare le economie di molti di questi paesi è complicato per molteplici ragioni: mancano conoscenze tecniche, di governance e di tecnologie verdi; molte politiche energetiche nazionali non includono ancora la dimensione del clima; l’opinione pubblica è spesso tagliata fuori dal processo decisionale interno e quindi non ha voce nel promuovere l’adozione di politiche verdi; alcuni governi in questa regione sono instabili, dittatoriali e corrotti ed il clima di incertezza politica scoraggia gli investimenti stranieri.
●    L’Algeria è la sintesi eclatante di molte delle problematiche sopracitate; un paese governato da una struttura politico-militare strettamente connessa ai vertici economici corrotti, dove le insurrezioni sono silenziate con la forza e l’economia dipendente per il 90% dalle esportazioni dei combustibili fossili. Una diversificazione energetica in Algeria, dove le fonti pulite prendano piano piano il posto dei combustibili fossili, sembra quindi veramente difficile da realizzarsi, soprattutto adesso che l’UE è interessata al suo gas più che qualsiasi altra cosa. 

 



●    C’è poi da considerare l’impatto che le politiche energetiche verdi avranno sulle economie di paesi che esportano prodotti ad elevato impatto ambientale come i fertilizzanti in Marocco, Algeria ed Egitto o i combustibili fossili. Infatti, l'Europa prevede di tassare i paesi che esportano prodotti il cui processo di produzione genera alte emissioni di carbonio, penalizzando le economie di molti paesi della regione MENA che vedranno gli introiti dei loro prodotti esportati dimezzati.
Tutto questo per dirvi che l’UE deve fare di più per promuovere la transizione verde nei paesi della regione MENA e mettere in piedi delle misure per mitigare le ripercussioni economiche, geopolitiche e ambientali che si prevedono in quest’ultima, anche in seguito alla guerra in Ucraina.
L’Unione Europea dovrebbe promuovere lo sviluppo dell’idrogeno verde in Marocco ed in Algeria, cominciando da un'analisi approfondita delle opportunità e delle sfide alla creazione di un partenariato con questi paesi ed elaborando un piano che sia vantaggioso per entrambe le parti. Bisognerebbe cominciare a riflettere su dove e come sviluppare le infrastrutture per la produzione, lo stoccaggio e il trasporto di idrogeno verde per il consumo nella regione e verso l'Europa. Allo stesso modo bisognerebbe quantificare gli investimenti per trasformare le condutture attuali per il futuro trasporto di idrogeno verde. 

 



L’Unione Europea dovrebbe promuovere lo sviluppo di infrastrutture per il trasporto dell’energia solare dalla Giordania verso l’Europa e l’interconnessione delle reti elettriche tra Giordania, Israele e Palestina in modo da sostenere la transizione verde del Middle East ed approvvigionarsi di energia pulita in futuro. Questa strategia risponderebbe anche ad una necessità di stabilizzare la regione e promuovere il processo di pace dato che la Giordania potrebbe dare l’energia solare ad Israele in cambio dell'acqua di cui ha un infinito bisogno.
L’Unione Europea dovrebbe promuovere la diversificazione energetica dei paesi produttori di combustibili fossili, pensando a quando questi ultimi non serviranno più e prevenendo l’insorgenza di importanti ripercussioni politiche, sociali ed economiche.
Tempestività, lungimiranza e decisioni strategiche di alto livello sono necessarie per muoverci in questa direzione. Se non lo faremo, l’Europa avrà un volto molto diverso da quello che conosciamo. 

 


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[1] il Green Deal europeo o Patto Verde europeo è un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea con l'obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Affinché ciò avvenga, è necessario decarbonizzare il sistema energetico dell'Unione europea. 

[2] Per quello che riguarda il Gas, si pensa ad un incremento delle importazioni di LNG e di gas in forma gassosa attraverso i condotti che corrono sotto il mar Mediterraneo. 

[3] In particolar modo nella regione del Nord Africa e Medio Oriente chiamata MENA. 

[4] https://infosannio.com/2022/03/07/gas-dalla-russia-come-faranno-italia-ed-europa-a-sostituirlo/

venerdì 8 aprile 2022

Fake news a sbafo

 

Galleria dell'Accademia di Napoli


Quasi ogni giorno i quotidiani napoletani annunciano in pompa magna l'apertura di un nuovo museo, aperto ai visitatori. come nel caso della nuova struttura all'Accademia delle Belle Arti. Ma se si prova ad organizzare una visita guidata al telefono candidamente rispondono che non sono previste; alla pari della Sala Palizzi o della gipsoteca vergognosamente inaccessibili da decenni.
Vogliamo smetterla di illudere i lettori con notizie che non hanno riscontro con la realtà?


Achille della Ragione