22/12/2009
Nel 2005, in un capitolo della mia monografia su Pacecco De Rosa, dedicavo un piccolo spazio alla bottega dell’artista e proponevo il nome di Philippus Zellus come quello di un allievo certo: ”La sua bottega poteva contare su allievi di un certo livello, per cui un’ulteriore difficoltà è costituita dal discernere gli originali dalle repliche dei collaboratori. Soprattutto nella produzione provinciale la critica, in alternativa all’ipotesi di una marcata involuzione stilistica, ha creato figure convenzionali, come il Maestro di Bovino, al quale è stato a lungo attribuito il Martirio di San Pietro, conservato nell’omonima cittadina pugliese. Tra gli ancora sconosciuti alla critica allievi della bottega proponiamo il nome di Philippus Zellus, che firma e data, 1654, una Vergine tra i Santi Nicola e Gaetano(fig. 1), dai caratteri spiccatamente pacecchiani, conservata nella Basilica di S. Maria del Lauro a Meta di Sorrento. Si tratta del suo primo allievo plausibile, perché Filippo Donzelli, indicato come tale dal Causa, è da noi conosciuto unicamente per un San Michele(fig. 2), firmato, nella chiesa di San Vincenzo alla Sanità, dai chiari caratteri falconiani e per risultare iscritto alla Corporazione dei pittori napoletani nel 1665”.
Grazie all’intuito di Giuseppe Porzio, il quale, in una sua scheda su Filippo Vitale, nel catalogo della mostra Ritorno al Barocco, ritiene di identificare le due figure in una sola personalità, ho pensato di ricontrollare la firma posta sulla tela conservata a Meta di Sorrento, accorgendomi che, prima del cognome, vi è una parte abrasa, per cui ad una più attenta lettura essa va interpretata: ” Philippus …zellus fecit”.
Il giovane studioso inoltre, nel descrivere la Fuga di Lot da Sodoma, eseguita nel 1650 dal Vitale, come è noto patrigno di Pacecco e suo stretto collaboratore, evidenzia” la semplificazione volumetrica, il ritmo dei panneggi e la schematica sintassi delle lumeggiature trovano un suggestivo e preciso riscontro nell’opera del misconosciuto Filippo Donzelli”, che oggi possiamo affermare essere lo stesso pittore del quadro sorrentino.
Un piccolo progresso nelle conoscenze, ma la storia dell’arte è fatta di tanti piccoli passi.
Ceci G. – in Archivio Storico per le province napoletane - Le chiese e le cappelle abbattute o da abbattersi nel risanamento edilizio di Napoli, pag. 597, nota 3 – Napoli 1891
Strazzullo F. – La Corporazione dei pittori napoletani, pag. 27 – Napoli 1962
Causa R. – in Storia di Napoli, vol. V, tomo II, pag 947, nota 133 – Napoli 1972
Spinosa N. – La pittura napoletana del’600(repertorio fotografico), fig. 313 – Napoli 1984
della Ragione A. – Pacecco De Rosa opera completa, pag. 14, fig. 50 – Napoli 2005
della Ragione A. - Massimo Stanzione e la sua scuola, pag. 32, fig. 126 – Napoli 2009
Porzio G. - in Ritorno al barocco da Caravaggio a Vanvitelli(catalogo) pag. 80 – Napoli 2009
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