I ritmi frenetici della modernità necessitano di opportuni palliativi, per cui, da alcuni anni, molti hanno riscoperto antichi riti rigenerativi, già largamente adoperati da Greci e Romani e diffusi anche nel mondo arabo con gli hammam (fig. 1). La nuova moda si è perciò trasformata in una sorta di pellegrinaggio laico alle fonti del benessere, cercando nell’acqua calda il rimedio contro il logorio dello stress.
Nell’antica Grecia i guerrieri dopo le battaglie curavano le ferite con acque cicatrizzanti sulfuree, in seguito i Romani, grandi costruttori di acquedotti, crearono nelle terme uno spazio pubblico dedicato a ritemprare il corpo e lo spirito.
Vi era un giorno dedicato ad immortalare i fasti di queste divinità liquide: i Fontanalia, il 13 ottobre, in ricordo delle quattro ninfe che custodivano un’antica fonte sacra dell’Elide.
Anche i grandi luoghi di culto dell’antichità sorgevano e prendevano energia dall’acqua e dai suoi vapori. Il tempio di Zeus ad Olimpia (fig. 2) sorgeva presso una sorgente di acqua minerale, mentre il santuario di Apollo a Delfi si trovava a ridosso della fonte Castalia pregna di acque vaticinanti, dove i fedeli si immergevano, come oggi a Lourdes (fig. 3) e dove la profetessa Pizia (fig. 4), dopo averne bevuto abbondantemente, si sedeva su una fenditura della roccia da cui uscivano vigorosi vapori, che la penetravano, ponendole in bocca parole divine. Quindi, posseduta, raggiungeva l’estasi orgasmica e prediceva il futuro.
Nell’Ottocento vi è un revival delle terme e sorgono moderni templi del benessere frequentati dalla ricca borghesia a Baden Baden, Karlsbad, Marienbad, Plombiers, Vichy ed ad Spa, cittadina belga, dal nome che è un acronimo del latino salus per acquam, da cui prendono nome gli attuali centri benessere. Anche in Italia diventano famose ed affollate località come Bagni di Lucca e Salsomaggiore ed a metà del Novecento Ischia (fig. 5) con le sue molteplici acque dagli effetti miracolosi, che erano ben noti e sfruttati dai Romani.
Oggi, in un mondo stressato da impegni incalzanti, frequentare un bagno turco o sottoporsi ad un massaggio shiatzu (fig. 6), è divenuto un rito obbligato per liberarsi dalle velenose tossine provocate dai ritmici frenetici imposti dal consumismo, una liturgia obbligata e defaticante.
Spendere denaro, e tanto, è un po’ come sacrificare alle antiche divinità acquatiche per ottenere in cambio benessere e felicità. Una moda che ha contagiato anche l’universo dei fedeli, che si immergono speranzosi, non solo a Lourdes, ma anche nei tanti bagni dedicati a Madonne più o meno miracolose.
Non chiediamo più alle acque di conoscere il nostro futuro, bensì vogliamo preservare e migliorare il nostro presente, conservando la giovinezza. Come tanti insaziabili Narcisi cerchiamo la depurazione dalle scorie di un’alimentazione ipercolesterolemica e non più la purificazione dello spirito.
Ai nostri giorni cerchiamo la resurrezione del corpo nelle maliziose offerte di un resort, ci sottoponiamo mansueti a robusti linfodrenaggi e ad ingurgitare tisane diuretiche. La nostra massima ambizione è salvare il corpo, incuranti del destino dell’anima, chiediamo al potere liquido la salute e non la salvezza, non vogliamo un’acqua santa che mondi i peccati, purché liberi dalle tossine.
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