22/1/2010
Mai, a memoria d’uomo, una trasmissione era stata preannunciata da un così martellante battage pubblicitario e lo può assicurare il sottoscritto che segue la televisione dalla nascita, nel 1954. Dopo pagine intere di quotidiani e continui flash nei giorni precedenti nel corso dei programmi più seguiti, ieri sera Il più grande italiano di tutti i tempi ha fatto il suo debutto e francamente, più che deludere ha inviperito tutte le persone dotate di un minimo di cultura ed di una sufficiente dose di buon senso.
Copiato da analoghi format di successo stranieri e presentato dal prorompente quanto tronfio Facchinetti, tra fantasmagoriche iperboli e studiate attese col fiato sospeso, ha mostrato il vero volto di una televisione cattiva maestra di costume, che si permette di mettere alla pari Lucio Battisti con Garibaldi e di pretendere una scelta da un pubblico ignorante e che si vuole lasciare sempre più docile ed incolto.
Una vera vergogna che si spendano fiumi di denaro pubblico per fomentare inutili spareggi su personaggi, più o meno insigni, con un corteo di canzoncine sguaiate e sproloqui da parte di spettatori preparati a dire cose ovvie e prive di qualsiasi logica e cultura, mentre bisogna ascoltare per un tempo infinito i pensieri e le indecisioni di una giuria raffazzonata di mostri di sapienza come Mara Venier o celebri sporcaccioni come il viscido Tinto Brass.
Unica luce in una puntata assolutamente diseducativa e da proscrivere la lucida intelligenza di Vittorio Sgarbi, anche lui esterrefatto per le regole della trasmissione e le spettacolari gambe di Martina Stella, finalmente passata da penose interpretazioni di testi teatrali(ricordo con orrore una sua performance nel ruolo di Giulietta al teatro Diana interrotta ripetutamente dai fischi e pernacchi del pubblico) ad esibizioni più consone alle sue doti fisiche.
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