venerdì 30 marzo 2012

Una legione di 15.000 abusivi

21/12/2009

Gli abusivi dei quali vogliamo parlare brevemente non sono quelli con il cappello a visiera, resi celebri da Totò e specialisti nell’estorcere denaro ai malcapitati automobilisti; in tal caso avremmo dovuto parlare di armata, se non di esercito, per il numero sterminato di addetti al settore, che da alcuni anni, da Napoli e dalla Campania, sono partiti alla ricerca di nuovi territori.
Vogliamo invece discutere della notizia pubblicata dai giornali della presenza in Italia di oltre 15.000 dentisti abusivi, con un fatturato vicino al miliardo di euro. Naturalmente la stampa sottolineava pericoli inesistenti, quali il rischio di diffusione dell’epatite C e dell’AIDS, come se questi sanitari, spesso si tratta infatti di medici non specialisti o di odontotecnici, sapessero tirare denti o otturarli, applicare dentiere  e non conoscessero le regole della sterilità; la stessa propaganda ottusamente terroristica di quando si parla di aborti privati(riteniamo sia questa la dizione esatta e non clandestini), che si svolgono sempre in studi fatiscenti e lerci, anche quando si tratta di strutture ben più sicure(per l’abilità di chi li effettua) di tanti ospedali.
Ma ritorniamo a denti e dentiere: molti di questi abusivi si scopre che esercitano da anni, alcuni da decenni, con una clientela numerosa ed affezionata, a dimostrazione di prestazioni di buon livello, offerte a prezzi meno esosi. 
Vogliamo vedere che si tratta di difendere una lobby di pochi individui, che non vogliono dividere con altri un mercato lucroso, nel quale vengono praticati prezzi che non hanno uguale in altri paesi? Lo dimostra la falcidia di aspiranti odontoiatri ai concorsi per entrare nella scuola di specializzazione, una spada di Damocle che tronca il futuro di tanti giovani, i quali spesso infrangono i loro sogni su una formula di matematica o una domanda di cultura generale. 
Riservare a pochi privilegiati l’esercizio di una professione o di un commercio è il male che strangola l’Italia, una repubblica dominata da corporazioni potentissime, dai notai ai farmacisti, dai gestori di stabilimenti balneari ai tabaccai e dove sempre più proliferano gli albi professionali e di categoria, mentre nel mondo occidentale si sviluppa una tendenza opposta basata sulla libertà d’impresa e d’iniziativa.

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