25/12/2009
Per tutte le donne sotto i 40 anni di età, che non presentano alcuna sintomatologia, è sufficiente eseguire con cadenza annuale la visita clinica, integrata da un esame ecografico delle mammelle, effettuato con sonde speciali adatte all’esplorazione di questo organo.
Di scarsa utilità affiancare una termografia o una diafanoscopia, esami complementari, che a volte forniscono un ausilio diagnostico, ma che non devono mai essere adoperati da soli nei programmi di screening, perché forniscono un elevato numero di falsi negativi e di falsi positivi, cioè patologia non evidenziata oppure diagnosticata erroneamente e non confermata da altre indagini strumentali più accurate.
Se attraverso l’esame clinico o gli esami strumentali viene evidenziata o sospettata qualche patologia, è necessario passare ad esami più approfonditi che sono costituiti dalla mammografia ed in alcuni casi dall’ago aspirazione della lesione mammaria.
Il discorso è diverso nelle donne oltre i 40 anni d’età per le quali i protocolli preventivi dell’Organizzazione mondiale per la Sanità e delle più importanti Società mediche internazionali per la lotta al cancro della mammella prevedono, oltre all’esame clinico effettuato dal senologo, anche l’esecuzione annuale di una mammografia, che costituisce l’unico accertamento in grado di diagnosticare cancri molto piccoli, del diametro di pochi millimetri, in fase preclinica, cioè quando non solo non danno luogo ad alcuna sintomatologia per la donna, ma sfuggono per le loro minuscole dimensioni anche al più accurato esame clinico eseguito da un medico esperto in senologia.
Il medico di famiglia ed il ginecologo non dovranno mai stancarsi dallo sfatare nella donna l’ingiustificata paura dei “raggi”.
Con le moderne attrezzature mammografiche infatti la dose di radiazioni assorbite durante l’esecuzione di una mammografia equivale all’esposizione di tre giorni al sole di Roccaraso o di Madonna di Campiglio, mentre i vantaggi in termini di diagnosi precoce sono di gran lunga superiori.
Purtroppo a Napoli ed in Campania non esistono ancora seri programmi di prevenzione del cancro della mammella, basati sull’esecuzione di indagini mammografiche effettuate su grosse fette di popolazione femminile ed è perciò auspicabile che l’opinione pubblica delle donne, sensibilizzata dai medici sull’importanza di questi screening periodici, solleciti le forze politiche affinchè tali programmi di prevenzione vengano previsti ed attivati al più presto dagli ambulatori degli ospedali.
Un cancro diagnosticato precocemente assicura alla donna la sopravvivenza alla malattia nella quasi totalità dei casi attraverso l’esecuzione di interventi non demolitivi come la vecchia mastectomia radicale, che procurava alla donna gravi mutilazioni fisiche, estetiche, funzionali e psicologiche. Oggi quando si giunge alla diagnosi precoce è possibile attraverso la quadrantectomia eliminare soltanto il cancro ed una piccola zona di tessuto contiguo, consentendo alle donne di conservare la mammella colpita dalla malattia.
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