sabato 31 marzo 2012

Sentenza clamorosa

20/3/2010

Le sentenze non si giudicano, si accettano, almeno questo prescrive il politically correct, ma dopo l’esito sorprendente dell’affaire Romeo, al cittadino deve essere consentito di esprimere il proprio stupore. 
Tutti ricordano il diluvio di carta stampata e di televisione dedicato all’ argomento: carcere duro inflitto senza remore, richieste di autorizzazione a procedere per parlamentari, rispettabili professionisti e docenti universitari sottoposti ad una gogna mediatica spietata, lavori fondamentali per la città paralizzati, personalità politiche annientate e soprattutto il suicidio di un assessore, che grida vendetta. 
I garantisti benpensanti affermano candidamente che si tratta di normale dialettica processuale tra pubblica accusa, la quale ipotizza reati gravissimi e chiede pene esemplari fino a 10 anni per un fiume di imputati ed un giudice, coraggioso, che smonta il disegno accusatorio ed infligge soltanto a due persone pene risibili col beneficio della condizionale. 
Tutto bene quel che finisce bene? Ma chi restituirà dignità a chi è stato massacrato dai mass media, chi ridarà credibilità ai politici di entrambi gli schieramenti delegittimati, chi restituirà la vita a Nugnes? 


Nessun commento:

Posta un commento