martedì 27 marzo 2012

Il pillolo soppianterà la pillola?

9/5/2009

Periodicamente i mass media, a corto di scoperte scientifiche importanti, sulla base di articoli pubblicati su riviste internazionali più o meno autorevoli, strombazzano notizie che viceversa richiederebbero un’analisi più accurata prima di essere divulgate e date per certe. L’ultimo caso è costituito dal pillolo, un prodotto contraccettivo per l’uomo, il quale viene presentato come sicuro e privo di effetti collaterali.
Il farmaco consiste in un’iniezione periodica di testosterone che renderebbe infertili i soggetti a cui viene praticata durante il periodo di somministrazione, con la possibilità di ritornare fecondi poco tempo dopo l’interruzione del trattamento.
Il prodotto viene dalla Cina ed è comparso sulle pagine del  Journal of clinical endocrinology and metabolism: si somministrano ciclicamente dosi di 500 milligrammi di testosterone, il quale blocca alcuni ormoni ipotalamici deputati alla produzione dello sperma.
Non si tratta di una novità, come riferito dalla stampa d’informazione, infatti da oltre trenta anni si sperimentano prodotti analoghi, che non sono mai arrivati nelle farmacie perché presentano numerosi effetti collaterali, tra i quali, il più imbarazzante, la diminuzione della libido, il pabulum indispensabile nel rapporto sessuale, senza considerare sicure interferenze sul sistema cardio vascolare, sulla funzionalità prostatica e sul comportamento.
Fino ad ora il peso della contraccezione, unica vera profilassi dell’aborto,  è gravato completamente sulle spalle delle donne, ad eccezione del profilattico, fastidioso, del coito interrotto, poco sicuro e della vasectomia, irreversibile.
Ogni nuova scoperta nel campo degli anticoncezionali deve essere vista con interesse, ma non bisogna trascurare gli studi sui sistemi di sterilizzazione reversibile, sia maschile che femminile, i quali presentano numerosi vantaggi, sia economici che nei confronti della salute, evitando l’assunzione di farmaci per decenni.
In Italia purtroppo esiste un’antiquata legislazione restrittiva sul problema, ereditata dal codice Rocco, che impedisce qualsiasi sperimentazione. A tal proposito ricordo ancora le difficoltà legali che incontrai personalmente e l’ostracismo accademico, quando negli anni Settanta ideai e pubblicai una metodica di sterilizzazione femminile reversibile, basata sull’occlusione delle tube con una sostanza siliconata(Silastic) facilmente rimuovibile.

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