30/10/2007
Il futuro dell’Alta velocità in Italia è quanto mai precario tra scriteriate pretese degli ambientalisti e fratricide battaglie per dividersi i lucrosi appalti, ma il presente non è certo roseo e per sincerarsene basta anche un breve percorso come è capitato a me ed un gruppo di amici l’altro giorno.
Partenza da Napoli per Firenze. La tappa di Roma fa ben sperare, arriviamo con un minuto d’anticipo sul previsto, come annuncia con voce tronfia d’orgoglio il capotreno attraverso un assordante altoparlante. Allora va meglio di quando andava peggio? Ma la situazione cambia subito: nella sosta sale prima un venditore ambulante di bevande e panini tenuti in condizioni igieniche da brivido, poi un tossico a chiedere contributi per una dose ed una volta ripartiti, rimaniamo in compagnie di zingare che chiedono la carità.
Segnaliamo l’ultimo episodio al personale di bordo, che rifiuta di credere all’evidenza per coprire l’assoluta mancanza di controlli, ma la ciliegina è costituita dall’emissione di biglietti a prezzo normale senza garantire il posto a sedere, per cui una nostra amica è stata costretta per tutto il percorso a vagare attraverso i 12 vagoni senza potersi mai sedere neanche per un attimo se non sulla tazza del gabinetto
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