29/6/2006
Bernando Cavallino è uno dei più famosi artisti del Seicento napoletano, il secolo d’oro della pittura partenopea e le sue quotazioni, quando raramente compare sui mercati internazionali, sono da record.
Nel 1938 a Napoli, al Maschio Angioino, si tenne una grande mostra su tre secoli di pittura napoletana (XVII - XVIII - XIX). Fu un evento di grande risonanza, uno dei fiori all’occhiello del regime. Tra i tanti quadri giunse in città, per essere esposta nella rassegna, un’Adorazione dei pastori (cm. 97-72) di proprietà del comune di Monopoli. Era stata identificata negli anni Venti da un restauratore, il professor Gregori, che ne identificò l’autografia e la segnalò ai curatori dell’esposizione.
Giunta a Napoli, non figura però nel catalogo, ma risulta regolarmente rispedita a Monopoli, dove non è mai giunta. Le poste e gli spedizionieri a volte fanno dei ritardi, ma ottanta anni sono francamente troppi.
Della scomparsa nel nulla della preziosa tela non si è mai parlato e la vicenda ritorna attuale soltanto grazie al fiuto ed alla caparbietà di un cittadino della ridente località pugliese, che ha rintracciato i verbali di consegna del comune e le reiterate richieste di restituzione, tutte senza risultato e mi ha segnalato l’inconsueta vicenda.
Fortunosamente siamo venuti in possesso della foto dell’opera, che anche se di qualità scadente, può costituire una utile traccia per ricostruirne il cammino. Durante la rassegna trapelò che il quadro era piaciuto molto ad un potente podestà, che era tornato più volte ad ammirarlo, ma non possiamo credere che ci sia stato il suo zampino nella scomparsa del prezioso dipinto.
La caccia al tesoro può partire, sperando nel lieto fine, serve l’aiuto e la collaborazione di studiosi, antiquari, collezionisti, oltre naturalmente dei carabinieri, ai quali, anche se da pochi giorni, il furto è stato denunciato.
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