domenica 25 marzo 2012

Luca Giordano in mostra a Genova

21/3/2009

Dal 27 marzo al 31 maggio Palazzo Lomellino di Strada Nuova, una dimora aristocratica genovese, resa celebre dal recente ritrovamento di alcuni affreschi di Bernardo Strozzi, sarà sede di una piccola, ma significativa, mostra di dipinti di Luca Giordano in collaborazione con il museo di Capodimonte, il quale ha prestato alcune tele dell’artista per meglio documentare l’immensa produzione di un gigante del Barocco italiano ed europeo.
I dipinti provenienti da Napoli sono Santa Lucia condotta al martirio, realizzata nel 1659 con fondali luminosi di matrice veneta, Diana saetta Niobe e Galatea e Polifemo, due tele modeste con ampia collaborazione di bottega, che a lungo hanno adornato Palazzo Chigi.
La vera chicca della rassegna è costituita da una tela raffigurante una Fuga in Egitto (fig. 1), la quale, sottoposta ad un restauro, ha evidenziato all’attento occhio di Nicola Spinosa, chiamato per una consulenza, la sua indubitabile paternità giordanesca.
Il sovrintendente ha collocato il quadro, mai citato da fonti antiche o da documenti d’archivio, nella fase giovanile del pittore: ” per accentuate affinità di resa formale e, soprattutto, per una stessa solare e dilagante luminosità atmosferica e per ampie stesure di materie cromatiche rischiarate e preziose, di evidente matrice ‘neoveneta’, ma con particolare riferimento al caldo cromatismo della produzione matura di Tiziano, l’opera si colloca nel solco di altre note composizioni di Giordano dipinte tra il 1657 e il 1660 circa”.


Contemporaneamente anche la Galleria di Palazzo Spinola esporrà per la prima volta una tela, la quale sottoposta a restauro è stata assegnata al Giordano: si tratta di una Fuga di Enea da Troia (fig. 2), un’iconografia di potente effetto emotivo, ma l’autografia a nostro parere è quanto meno dubbia. 
Per rendere omaggio all’artista partenopeo, la cui fama a Genova era consolidata e testimoniata dalla presenza di diverse sue opere nelle più importanti quadrerie aristocratiche, Palazzo Lomellino diventa così punto di partenza per un percorso tra i musei della città, che ospitano alcune sue opere: in particolare la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, la quale espone, oltre alla tela inedita di cui abbiamo accennato, anche la famosa Allegoria della pace, mentre il museo di Palazzo Reale, custode dei quadri già in collezione Durazzo, è ricco di quattro tele: Clorinda salva Olindo e Sofronia dal rogo, dipinta intorno al 1680, Lotta tra Perseo e Fineo,una splendida replica autografa del capolavoro dell’artista conservato alla National Gallery, Crocifissione con la Vergine e Maddalena e San Giovanni.



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