19/3/2009
Una moda che ha rivoluzionato il mondo
Il turismo rappresenta oggi una vera e propria industria con un fatturato superiore a quello di colossi quali la Fiat o Unicredit e l’economia di molti paesi è legata ad esso, fonte di reddito per milioni di persone dagli albergatori ai ristoratori, fino alla miriade di negozi, guide, complessi termali e stabilimenti balneari.
Il turismo, praticato oramai da gran parte della popolazione in Europa, Stati Uniti e Giappone, costituisce, oltre che un’occasione di svago e di riposo, una formidabile occasione per avvicinare e confrontare paesi, lingue ed abitudini diverse, permettendo una migliore conoscenza tra gli abitanti di questo grande villaggio rappresentato dalla Terra. La pace e la tolleranza non hanno che da guadagnare da questa moda, la quale solo nel secolo scorso è divenuta un fenomeno di massa.
Una forma primordiale di turismo nell’antichità era costituito dai pellegrinaggi verso i santuari pagani che praticavano Etruschi e Romani, un’usanza che nell’Alto medioevo si incrementò verso tre mete sacre: Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostella, raggiunte attraverso itinerari che percorrevano la via Francigena e la via Romea ed erano costellati da santuari, ostelli, conventi ed ospedali, punti di riferimento fondamentali per viandanti e pellegrini.
Un’altra formidabile occasione di viaggio turistico religioso è stata rappresentata periodicamente dal Giubileo, che indirizzava verso la città eterna moltitudini di fedeli.
Anche l’epoca delle grandi scoperte geografiche fu favorita intorno al 1400 dall’abitudine dei navigatori cinesi di raggiungere le coste dell’Africa verso est e di quelli portoghesi di dirigersi verso ovest; lo scopo principale di questi viaggi era la ricerca dell’oro ed altre merci rare, ma anche la curiosità di conoscere nuove culture e nuove usanze. Pure il viaggio di Colombo era animato dalla ricerca di nuove terre da esplorare.
Il vero antenato del turismo come viene oggi da noi inteso è il Gran Tour, praticato dai figli della ricca aristocrazia europea. Esso a volte durava anni e comprendeva soggiorni in Francia, Spagna Germania ed Italia.
Il nostro Paese era una meta obbligata per le bellezze naturali e le tracce del passato, anche se molti turisti erano impauriti dall’estesa presenza dei briganti e per l’assenza di strutture ricettive adeguate, spesso rappresentate da modeste osterie e taverne, che fungevano da punto di sosta per i viaggiatori ed i loro cavalli.
Napoli era nel Settecento affollata di turisti, soprattutto dopo che gli scavi di Pompei ed Ercolano, realizzati grazie a sovrani illuminati quali erano all’epoca i Borbone, gettarono una luce radiosa sul nostro glorioso passato. A lungo il Grand Tour si fermava in Campania, celebre il detto”Hinc sunt leones”(Dopo di qui vi sono solo fiere) e non si andava più a sud, fino a quando Stendhal affermò che per cogliere completamente l’essenza del Bel paese era necessario visitare la Sicilia con le sue importanti tracce della presenza greca. La sua voce autorevole fu ascoltata da molti ed anche da Goethe, che scrisse una delle prime guide turistiche:Italienische Reise.
Fino a metà Ottocento i viaggiatori si muovevano da soli o con pochi amici, mentre la nascita del turismo di gruppo risale ad una data ben precisa: il 5 luglio 1841, quando l’inglese Thomas Cook, sfruttando le nuove possibilità di spostamento offerte dal treno, organizzò al costo di uno scellino a persona, un viaggio da Leicester a Loughborough per 570 persone, ottenendo un tale successo da farsi promotore di ulteriori pacchetti turistici sempre più completi e dando così inizio all’industria turistica moderna.
Di poco successiva è lo sviluppo del turismo italiano, che in verità già esisteva sulla costa toscana e nell’isola di Capri, meta preferita per miliardari e capitani d’industria dai gusti raffinati e particolari. Il 30 luglio 1843 è la data di nascita ufficiale del turismo romagnolo, anche se bagni di mare in forma privata, si prendevano tra Ravenna e Cattolica già nel Settecento. L'industria balneare romagnola nasce sotto il governo pontificio ed il primo stabilimento balneare si chiamerà Kursaal, un omaggio esterofilo in onore dei molti frequentatori stranieri del litorale.
Nel secondo dopo guerra, a partire dagli anni Settanta, vi è stata gradualmente l’esplosione del turismo come fenomeno di massa e sono sorte sempre nuove mete, in posti lontani, che spesso i viaggiatori non sanno neppure collocare correttamente sul mappamondo, la moda del mare d’inverno ai tropici e l’abitudine delle cure termali, le città d’arte ed i viaggi in territori pericolosi.
La crisi economica attuale sta già creando gravi danni all’industria mondiale del viaggio e le nazioni che vivono di turismo come l’Italia saranno quelle che soffriranno maggiormente.
Si stanno investendo trilioni di dollari per salvare industrie decotte e banche che ci hanno truffato, sarebbe auspicabile che un po’ di denaro venisse investito per salvare il turismo, privilegiando quello verso paesi del terzo mondo, che hanno bisogno di valuta pregiata, ma soprattutto di essere conosciuti ed amati.
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