giovedì 15 marzo 2012

Leggete l’Enciclica

31/1/2006


Leggete l’Enciclica”Deus caritas est” di Benedetto XVI, ne trarrete grossi benefici, parola di laico. Una enciclica che rimarrà e segnerà la storia quanto, e forse più, della Rerum novarum di Leone XIII o la Pacem in terris di Giovanni XXIII. 
Dovrete superare lunghi periodi intrisi di dottrina teologica ed alquanto barbosi, ma poi all’improvviso, più volte, la scudisciata di classe che vi farà meditare a lungo. 
Anche se non entrate in chiesa da anni e vi ritenete un ateo inveterato non potrete rimanere insensibili ai continui richiami all’amore, alla giustizia, alla convivenza e contro la guerra, l’odio ed il fanatismo e non potrete non essere d’accordo con questo Papa che, vicino agli ottanta anni, scrive con lo stesso vigore ed entusiasmo di un giovane poeta provenzale. 
Una prosa accattivante, densa di riferimenti culturali dei più grandi pensatori dell’umanità da Sant’Agostino a Gregorio Magno, da Marx a Nietzsche, da Giuliano l’Apostata a Cartesio, da Virgilio a Madre Teresa di Calcutta. “Dio è amore, chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”. 
Come inizio non c’è male. 
Alcune frasi ed alcuni concetti sembra siano scolpiti nel marmo:” In un mondo in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o perfino il dovere dell’odio e della violenza desidero parlare dell’amore del quale Dio ci ricolma e che da noi deve essere comunicato agli altri”. Una condanna senza appello ai fondamentalismi che sembrano travolgere tutto e tutti. 
“Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri” 
E noi che ci vediamo ogni giorno circondati ed assillati da ladri pubblici e privati non possiamo non condividere. “L’eros è come radicato nella natura dell’uomo. Adamo abbandona suo padre e sua madre per trovare la donna, ma il modo di esaltare il corpo a cui noi oggi assistiamo è ingannevole. L’eros degradato a puro sesso diventa merce”. Noi che abbiamo accusato per secoli la Chiesa di essere sessuofobica non ci accorgiamo di essere costretti a vivere in una società sesso dipendente, dominata dagli istinti. 
Il problema dei rapporti tra Stato e Chiesa viene affrontato con coraggio, abbandonando antichi ed improponibili steccati: “La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare una società più giusta”, non può e non deve mettersi al posto dello Stato, ma “deve inserirsi per risvegliare le forze spirituali, senza le quali la giustizia non può affermarsi e prosperare”. 
Il Papa esamina il marxismo ed altre dottrine materialistiche, il cui sogno si è rivelato fasullo, mentre la progressiva negazione della trascendenza ha svuotato le ideologie che poggiavano sul materialismo ed ha impoverito l’uomo, privandolo di risposte forti alle domande sul senso della vita, sul bene, sul male e sulla giustizia. 
In un mondo oggi preda ed ostaggio della globalizzazione, in cui tutto è merce ed il profitto è divenuto un moloch mostruoso, che avvelena i rapporti tra gli uomini e gli Stati, l’Enciclica ripropone la validità della dottrina sociale della Chiesa, che è ritornata ad essere una bussola affidabile, che propone orientamenti e soluzioni valide. 
Ed in ultimo un invito a riconsiderare la forza e l’importanza della preghiera, seguendo l’insegnamento di madre Teresa di Calcutta, che asseriva candidamente che il tempo dedicato ad essa non è sottratto all’efficacia ed all’operosità dell’amore verso il prossimo, ma ne costituisce l’inesauribile sorgente.

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