lunedì 19 marzo 2012

La mortale malattia della politica

18/6/2007

Da anni, e non soltanto nella cenerentola Campania, capitale indiscussa di ogni nefandezza, è invalso sempre più un malcostume politico che, cercando di evitare le ire della magistratura, vuole perpetuare fatti e misfatti della 1° Repubblica.
Tutti i sindaci, i presidenti di provincia, i governatori di regione, di destra e di sinistra, vinte le elezioni, debbono pagare il conto ai sostenitori: imprenditori, squadre di pseudo volontari, amici ed amici degli amici. E la cosa non è semplice, perché rivolgersi ai dirigenti nominati dalle giunte precedenti per un’assunzione o una commessa è inutile e controproducente. 
Sono tutti onestissimi, inflessibili ed incorruttibili, come dovrebbero essere, come vorrebbero che fossero tutti i cittadini, non come si mostrano ai questuanti di turno. 
Ma a tutto ciò vi è una soluzione, basta dare luogo ad una miriade di consulenze o addirittura creare una serie di strutture e società esterne ed il gioco è fatto. 
A capo di queste strutture si pone un nutrito comitato di esperti, tutti fidati e fedeli, mentre per le società il politico si limita… a nominare il presidente, il consiglio di amministrazione, i revisori, i sindaci. Infine se vi è necessità di personale per queste attività esterne quale migliore occasione per saldare il debito di riconoscenza verso quei baldi giovanotti, che si sono fatti in quattro per affiggere manifesti e nella propaganda porta a porta. 
Naturalmente i vecchi dirigenti con i loro impiegati non avendo più alcun compito da svolgere si limitano a prendere lo stipendio e l’unico problema è la noia, che però si riesce a mitigare con la lettura dei giornali, navigando su internet alla ricerca di siti pornografici e, per i più fortunati, intrecciando qualche momentanea relazione con qualche procace sottoposta.
Per giornalisti, intellettuali e docenti universitari si pratica poi un vero e proprio acquisto all’ammasso, dando incarico con laute parcelle a questi cervelli servili di fare astruse ricerche delle quali non si terrà alcun conto; in tal guisa non si producono né ricchezza, né servizi e l’unico reale risultato è la produzione di consenso.
I politologi saccenti e collusi ed i boriosi scriba dei potenti parlano solennemente di condizioni essenziali per il buon funzionamento della macchina amministrativa, per pochi ingenui, viceversa, ci si trova di fronte ad una macroscopica corruzione generalizzata, che grida vendetta davanti a Dio, visto che la giustizia terrena se ne disinteressa completamente.
Ma se non ci penserà la magistratura, da sempre distratta sull’argomento, che almeno ci pensino gli elettori con la poderosa scure del voto.

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