sabato 24 marzo 2012

Il mendace trionfo dell’evoluzionismo

12/2/2009


Il bicentenario della nascita di Darwin trova nei mass media il giusto risalto trattandosi di commemorare una scoperta scientifica che ha rivoluzionato la biologia ed ha spodestato l’uomo da quella posizione privilegiata che credeva di occupare nel mondo dei viventi, ma si sarebbe dovuto dare spazio anche a coloro che ritengono la teoria dell’evoluzione non in grado di spiegare la straordinaria complessità della natura, dalla mirabolante precisione dell’occhio alle emozioni dell’uomo.
Per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il calcolo delle probabilità risulta assurdo pensare che il caso abbia potuto produrre l’ordine, come un romanzo non può essere il risultato di uno scarabocchiare a caso delle lettere su un foglio di carta, come si proponevano nella loro allegra follia i futuristi, analogamente una specie non può essere il frutto imprevedibile di casualità e necessità
La selezione naturale, senza un progetto, avrebbe prodotto, al fianco di forme perfette come un alveare o un cervello, un’infinità di organismi aberranti.
La stessa esistenza di regole da rispettare, come il trionfo dei più adatti, presuppone un codice…   che precede e sovraintende alla vita. 
Lo studio e la scoperta del processo evolutivo non è altro che una tappa nella decifrazione del gran libro della natura e non è obbligatoriamente in contrasto con l’idea di un progetto e di un sommo ingegnere. 
Di recente delle critiche alla teoria dell’evoluzione sono state avanzate dai seguaci del Progetto intelligente, un movimento più filosofico religioso che scientifico, i quali ritengono che la teoria dell’evoluzione da sola non sia capace di spiegare la complessità della creazione e si battono, soprattutto negli Stati Uniti, per introdurre nell’insegnamento scolastico le loro idee.
Ma le accuse più dirompenti sono state avanzate da alcuni settori del mondo scientifico, dalla fisica più che dalla biologia e tra queste ne segnaliamo due molto convincenti.
La prima è stata una ricerca effettuata nell’università del Maryland ed ha dimostrato che la densità di connessioni  e la distribuzione dei gangli nervosi, in tutti i viventi esaminati, dai nematodi alle scimmie ed allo stesso uomo, è la migliore possibile tra le decine di milioni di varianti esaminate pazientemente al computer, migliore anche della connettività ingegnerizzata nelle migliori microchip oggi realizzabili industrialmente. Gli studiosi hanno sottolineato che si tratta di processi innati di ottimizzazione, ma non specificati, in quanto tali, dai geni. Queste soluzioni ottimali del mondo biologico è impossibile che si siano realizzate casualmente, dopo decine di milioni di generazioni di macachi il cui cervello ha tentato a sorte tutte le soluzioni possibili; la selezione ha dovuto essa stessa seguire dei binari stretti, imposti dalla fisica e da principi generali di ottimizzazione. 
La seconda stupefacente ottimizzazione naturale è quella interessante i centomila chilometri di vene, arterie e capillari che costituiscono il sistema di trasporto del sangue nei mammiferi. Al Santa Fe Institute hanno dimostrato matematicamente che l'organizzazione di tutti questi vasi, nel topo come nella balena, segue costantemente la legge dei cosiddetti frattali perfetti. In pratica la rete minimizza i costi di trasporto e ottimizza gli scambi. 
Ricordiamo che la teoria dell’evoluzione si interessa unicamente del mondo vivente sia animali che piante, una trascurabile scintilla nel gran fuoco dell’universo, regolato da leggi in parte identificate ed in parte da scoprire e nel quale i sassi cadono a terra per la forza di gravità, non perché la selezione naturale ha eliminato tutti quelli che tendevano ad ascendere in alto.

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