14/11/2005
Lorenzo De Caro fu grande pittore del nostro glorioso Settecento, anche se fino ad oggi conosciuto solo dagli specialisti e dagli appassionati più attenti. Un prezioso volume, presentato oggi alle ore 17 all’Istituto degli studi filosofici, costituirà un viatico per una sua maggiore notorietà, perchè rappresenta un decisivo balzo in avanti nella conoscenza dell’artista.
Realizzato a sei mani da Gustavo De Caro, discendente del pittore, che ha scoperto con certosina pazienza importanti documenti, da Mirella Marini, che ha curato la catalogazione delle opere e da Rosario Pinto, che ha affrontato con autorità e rara competenza l’inquadramento dell’artista nel panorama figurativo napoletano, che risentiva ancora di giudizi affrettati ed oramai superati dalle nuove acquisizioni.
L’analisi dello studioso ci restituisce una pittura lontana dai toni aulici e celebrativi allora di moda ed attenta, viceversa, a presentarci eroine bibliche, madonne dolenti e santi in estasi, spogliati di ogni convenzionale attributo di sacralità e restituiti alla loro natura umana e sentimentale, resa con immediatezza e sincerità.
L’opera è corredata da numerose foto a colori ed in bianco e nero, che accompagnano il lettore rendendo facile la fruibilità delle opere commentate.
Finalmente, grazie alle diligenti ricerche archivistiche del pro nipote, Lorenzo De Caro ci rivela, dopo secoli di oblio, i suoi dati anagrafici (Napoli 1719 – 1777). E speriamo che tale notizia, già pubblicata anni fa sulle pagine della gloriosa rivista Napoli nobilissima, venga quanto prima recepita da tutti gli studiosi, così da evitare in futuro imprecisioni, come quella in cui è incorsa Ward Bissel, una tra le più grandi studiose del mondo della pittura europea, che in un suo recente volume ha dedicato ben quattro pagine al nostro artista(Caravaggio ne ha avuto cinque), ma nei dati biografici si è limitata ad indicare : notizie dal 1740 al 1761!
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