Alle Scuderie del Quirinale omaggio al pittore a 400 anni dalla morte
Dal 20 febbraio al 13 giugno 2010 alle Scuderie del Quirinale, in occasione del quarto centenario della morte, saranno esposti una miriade di capolavori del genio incontrastato che vide il buio e dipinse la luce: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Una mostra che si rispetti deve avere almeno un Caravaggio, cosa sarà mai un’esposizione che ne conti 25, tutti autentici? Oltre alla possibilità di completare un percorso tra chiese e musei romani per un totale di 40 autografi, sui sessanta che la critica più avvertita assegna univocamente all’artista. Certamente l’evento dell’anno, in grado di attirare fiumane di visitatori ed infatti sono già decine di migliaia le prenotazioni.
La vita del grande genio è a tutti nota, come le sue principali opere, la sua fama incontrastata.
Lombardo di nascita, la sua attività si è svolta tra Roma, Napoli, Malta e la Sicilia. Ha rivoluzionato la pittura con le sue luci e le sue ombre, una rappresentazione esasperata del reale e delle sue contraddizioni.
Il filo conduttore delle opere esposte è tematico iconografico con la possibilità di operare irripetibili raffronti, come nel caso delle due versioni della Cena in Emmaus di Brera (fig. 1) e della National Gallery, oppure tra il Suonatore di liuto (fig. 2) dell’Ermitage ed i Musici del Metropolitan (fig. 3) di New York.
Tra gli altri numerosi capolavori da godere estasiati segnaliamo: l’Annunciazione di Nancy, restituita al primitivo splendore da un accorto restauro, l’Incoronazione di spine (fig 4) del Kunsthistorisches di Vienna, il San Giovanni Battista (fig. 5) da Kansas City,al fianco del collega (fig. 6) della Borghese, i Bari del Kimbell museum of Fort Worth, la Giuditta che taglia la testa ad Oloferne (fig. 7) e tanti altri: la celebre Canestra dell’Ambrosiana (fig. 8), da sola e con giovinetto (fig. 9), la Deposizione (fig. 10) del musei vaticani, il Bacco (fig. 11) degli Uffizi, l’Amor vincitore (fig. 12) dei musei di Berlino,l’Amorino dormiente (fig. 13) di Palazzo Pitti, e la fascinosa versione della Conversione di Saulo (fig. 14) Odescalchi.
Per il visitatore che vuole approfondire l’opera del più acclamato tra gli artisti fuori dalle Scuderie, con una full immersion merisiana, sono da vedere le tre tele della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, la Conversione di Saulo e la Crocefissione di Pietro a Santa Maria del Popolo, la Madonna dei Pellegrini a Sant’Agostino, oltre ai dipinti normalmente nelle pinacoteche della capitale: quattro alla Borghese, la Maddalena alla Doria Pamphily, il San Giovannino della Corsini ed il San Francesco di Carpineto in deposito a Palazzo Barberini.
Tra le chicche della rassegna vi sarà la possibilità di ammirare l’unico affresco del pittore, un olio su parete (fig. 15) realizzato nel Casino dei principi Ludovisi, il quale ritrae tre divinità pagane, simboli di aria, fuoco e acqua, mentre si uniscono in una congiunzione astrale al fine di materializzare la pietra filosofale. Il maestro scelse scorci originalissimi, utilizzando se stesso come modello, fu come sempre ardito e spregiudicato nel dipingersi nudo genitali compresi.
L’unica pecca è la mancanza di dipinti che documentino la produzione napoletana, la più cruda e realistica, maltese e siciliana, le quali furono oggetto di una recente memorabile rassegna organizzata all’ombra del Vesuvio, ad eccezione del David con la Testa di Golia (fig. 16), certamente eseguita in quegli anni tenebrosi e tumultuosi. Un unico consiglio prenotatevi prima di raggiungere Roma per evitare file estenuanti o cocenti delusioni per non poter partecipare a questo omaggio al genio di Caravaggio.
Nessun commento:
Posta un commento