1/3/2008
Tra le maggiori boiate pubblicate nei giorni scorsi dalla stampa internazionale vi è senza dubbio l’asserzione, priva di alcuna validità scientifica, che adoperando i tacchi a spillo si influenzerebbero i muscoli pelvici, i quali sarebbero poi in grado, al momento opportuno, di entrare in azione producendo un intenso e prolungato piacere sessuale.
La notizia, per quanto pubblicata su una rivista scientifica e rimbalzata poi sulle pagine del Sunday Times e da lì sui maggiori quotidiani europei, ha un solo merito: aver richiamato l’attenzione delle donne sull’importanza di un gruppo di muscoli, che, se correttamente esercitato, può incidere favorevolmente sulla capacità di raggiungere l’orgasmo.
La studiosa dell’università di Verona, autrice dell’originale ricerca, dice di aver misurato l’attività elettrica della pelvi a secondo dell’inclinazione assunta dai piedi e di aver riscontrato nel gruppo di volontarie, che adoperavano un tacco di 7 centimetri, una riduzione del 15% dell’attività muscolare.
Un effetto diametralmente opposto a quello che gli esercizi consigliati dai sessuologi cercano di ottenere: un aumento della capacità contrattile!
Purtroppo non esistono facili scorciatoie e per ottenere un valido risultato le donne debbono dedicare con pazienza del tempo a compiere una serie di noiosi quanto efficaci esercizi, dopo aver identificato il muscolo regista nell’innesco dell’orgasmo: il pubococcigeo.
La donna impara a riconoscerlo chiudendo gli occhi mentre urina ed interrompendo all’improvviso il getto, adoperando proprio il muscolo che dovrà esercitare.
Dovrà poi eseguire esercizi di contrazione e rilasciamento per circa un mese, occupando non più di 10 - 15 minuti in due sedute quotidiane.
Alla fine i risultati saranno clamorosi, mentre sono del tutto superflui decine di chilometri di marcia con tacchi vertiginosi, utili forse unicamente per procacciarsi, con un’andatura da femmina fatale una preda da ghermire e da coinvolgere nei ludi amorosi.
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