30/11/2006
La tangenziale di Ferdinando II
Nel 1853 il re borbone Ferdinando II realizzava la prima tangenziale al mondo: un’arteria di cinque chilometri, che, superando delicati problemi orografici, metteva in collegamento la parte occidentale della città con la parte orientale, permettendo l’urbanizzazione di vaste aree.
L’opera fu apprezzata in tutta Europa per le soluzioni tecniche e la velocità di esecuzione. I Napoletani cavallerescamente vollero dedicarla alla regina Maria Teresa, ma il toponimo ebbe breve durata, perché subito dopo l’unità d’Italia, i Savoia decisero che un nuovo nome: corso Vittorio Emanuele, dovesse ricordare il loro re conquistatore dell’antico regno, anche se la strada era stata realizzata da un altro sovrano.
Questa appropriazione indebita è passata sotto silenzio per 150 anni, ma è giunto il momento per fare giustizia di questi soprusi del passato, grazie al certosino lavoro di coraggiosi storici che, lentamente, ci stanno insegnando a rivalutare la nostra storia gloriosa.
Un invito al nostro sindaco a voler dedicare questa strada a chi l’ha ideata e realizzata nell’interesse della sua amata città: Ferdinando II.
Strada con tre nomi primato imbattibile
Ho letto con interesse tempo fa nella rubrica “Curiosità” de Il Mattino che l’autore dell’articolo sulla strada napoletana in possesso di due toponimi riteneva la circostanza degna di figurare nel Guiness dei primati. A tale proposito vorrei segnalare ai lettori un’altra strada che straccia ogni primato, essendo in possesso di ben tre nomi chiaramente espressi in tre distinte targhe che campeggiano austere ai lati della stessa.
Trattasi di una perpendicolare tra via Piedigrotta e via Mergellina. Da un lato possiamo leggere la scritta “Jan Palach”, al lato opposto due diverse lastre marmoree, l’una indicante “Traversa Mergellina” e l’altra, resa quasi illeggibile dal tempo e dall’incuria, “Vico lungo”. Tale anomalia fu da me segnalata in un articolo pubblicato tempo fa e di cui mandai copia ai componenti della commissione toponomastica cittadina, senza sortire alcun risultato.
Curiosità nella curiosità, in questa strada trovasi una dimenticata edicola votiva dedicata alla Madonna di Piedigrotta, un antico stendardo settecentesco, memore di chissà quante processioni, la cui effigie tradisce in maniera lampante delle sembianze virili, segno inequivocabile dei gusti particolari dello sconosciuto artista, il quale ha voluto immortalare il volto del suo amato glorificandolo e trasfondendolo in un’immagine sacra.
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