lunedì 19 marzo 2012

Amedeo Modigliani, il pittore maledetto

17/8/2007



Amedeo Modigliani incarna nell’immaginario popolare il mito dell’artista maledetto, dalla vita sregolata, dedito all’alcool, alle donne e alla droga e questa fama è stata dilatata da libri e film di grande successo. 
Inizia la sua attività in Toscana, sotto l’influenza dei Macchiaioli, ma trasferitosi a Parigi rimane colpito dai dipinti di Matisse e dalle esperienze dei Fauve. Il suo stile, originale e affascinante, è una feconda sintesi di elementi culturali diversi, dai ritratti del Rinascimento toscano alla statuaria delle Cicladi e alle maschere africane. 
L’artista dipinse numerose donne dal volto minuto, il collo abnormemente lungo e gli occhi a mandorla, che hanno reso la sua pittura inconfondibile. Le prime teste risalgono al 1910 e sono caratterizzate da un ovale molto allungato e da una forma tondeggiante; somigliano in maniera sorprendente a fusti di colonne o cariatidi, rinvangando stili del passato, dal gotico italiano all’arte greca. L’approccio al personaggio è rigorosamente frontale e il volto è visto come un’astrazione botticelliana, bizantina o africana. Lo sguardo è perso nel vuoto, a rimarcare il triste destino dell’uomo, costretto alla solitudine e a una malinconia senza scampo.
Il Nudo disteso (165), realizzato nel 1917 e conservato al Metropolitan di New York, è una delle opere più importanti di Modigliani e uno dei suoi nudi più famosi.
I primi nudi risalgono al 1908, ma soltanto dopo il ’16, quando entrò nell’entourage del mercante Zborowski, divennero una sua specialità, molto richiesta dal pubblico per le pose ardite e per il modo di rappresentazione originale dell’anatomia femminile.
La sua personale del 1917 suscitò grande scandalo per la presenza di tanti corpi di donne con lo sguardo insolente che fissavano l’osservatore e il commissariato di polizia dovette intervenire, minacciando di sequestrare i dipinti più spinti, tra i quali vi era anche quello di cui stiamo parlando, nel quale la modella, distesa su un letto coperto da una stoffa rossa, allunga il braccio sinistro sopra la testa per meglio esporre la meraviglia di un seno debordante di straripante monumentalità, che contrasta con un addome piatto mollemente allungato. Le sottili variazioni cromatiche, ricche di una luce intensa e calda, mettono in risalto la calma serafica della fanciulla con gli occhi chiusi, che sembra dormire tranquilla, conscia dell’eccitazione provocata nello spettatore dalle sue splendide forme.
Modigliani adoperava numerose modelle, a volte anche prostitute o ragazze di facili costumi che si offrivano, per pochi spiccioli, a posare di giorno e quasi sempre a concludere la prestazione con una notte di follie. La modella del dipinto possiede un seno fuori del comune, raro a riscontrarsi in altri lavori dell’artista e una carica di sensualità spontanea ed estremamente coinvolgente, ostenta le sue forme opulente in una posa quanto mai esplicita, carica di un erotismo dirompente e istintivo. 
Tutta la composizione sembra fremere di una calda sensualità, che emana potente dai due globi carnosi solidi e imperiosi, i quali stregano e attirano con una morbidezza peccaminosa e irresistibile. Un pizzico di pruriginoso erotismo è fornito anche dai cespugli naturali, dal cavo ascellare, pregno di afrori e ferormoni invitanti, al monte di Venere, che richiama a viva voce gli intrighi di una inesplorata foresta tropicale.

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