pubblicato il 24/3/2005
Grande concorso di pubblico ieri per l’inaugurazione, alla Pinacoteca provinciale di Salerno, della mostra della collezione della famiglia Ruffo di Calabria, organizzata dal professor Mario Alberto Pavone, ordinario di Storia dell’Arte e da anni vulcanico curatore di interessanti rassegne itineranti, tra le quali ricordiamo, nel 2003, una memorabile “Metamorfosi del Mito”.
I Ruffo, una nobile famiglia del Sud, le cui origini risalgono al XIII secolo, è divisa attualmente in molteplici rami secondari, ma nel Seicento era proprietaria di una leggendaria raccolta di dipinti, nota in tutta Europa.
Gran parte della collezione è ai nostri giorni dispersa, e scopo della rassegna è recuperarne l’immagine sulla guida degli antichi inventari, proponendo artisti e temi iconografici, grazie a prestiti, soprattutto da musei. La mostra si compone di circa cento quadri: del Seicento e del Settecento, ai quali è associata un’antologia di opere di Mino Delle Site, un futurista pugliese, che ci trasmette il suo immaginario pieno di luci, di colori e di calore mediterraneo.
L’elenco degli artisti rappresentati è mozzafiato: da Ribera a Giordano, da Preti a Vaccaro, da Stanzione a Salvator Rosa, da Recco a Belvedere, da De Mura a Giaquinto e Bonito. Una galleria di pittori che rappresentano degnamente il secolo d’oro della pittura napoletana.
Descriviamo brevemente qualche opera in mostra partendo dal ritratto a figura intera ed in abiti regali del principe Guglielmo Ruffo, eseguito intorno al 1740 dal De Mura, su ispirazione del celebre dipinto del principe di Tarsia del Solimena conservato a Capodimonte. Lo sguardo viene attirato poi dalla Santa Maria Egiziaca, capolavoro del Ribera, prestato dallo sfortunato museo Filangieri, che da anni aspetta pazientemente la riapertura.
Il Marullo, uno stanzionesco immeritatamente considerato un minore, è presente con due dipinti: una Carità, con ben evidente in basso a destra lo stemma nobiliare dei Ruffo ed una Madonna e S. Anna, di sfolgorante bellezza, a palese dimostrazione della inadeguatezza del giudizio del Causa, che lo definì “un provinciale ispido e legnoso”.
Andrea Vaccaro riempie un’intera parete con i suoi dipinti tra i quali segnaliamo una Natività, di qualità museale ed una conturbante S.Agata, che espone, complice un’abissale scollatura, con voluttà le sue grazie prorompenti allo smaliziato osservatore.
Di Andrea Di Lione, celebre battaglista, un’Adorazione dei pastori, dal cielo di uno splendido azzurro, di cui abbiamo oramai perso anche il ricordo, firmata per esteso ed infine il divino Massimo (Stanzione) con una Santa martire dal volto dolcissimo, un’eterea bellezza mediterranea, incurante degli affanni terreni e con gli occhi che, pur fissando lo spettatore, sembrano proiettati fuori dal tempo e dallo spazio. Potremmo continuare a lungo, ma meglio venire di persona ad ammirare tanti capolavori.
L’esposizione sarà visitabile gratuitamente, sia di mattina che di pomeriggio, fino a tutto aprile. Palazzo Pinto -Salerno via Mercanti, 63 Apertura: dal martedì al sabato, ore 9/13 - 16/19 domenica, ore 9/13
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