26/2/2008
Napoli - Una malattia da alcuni anni sta decimando i palmizi, infatti, dopo la Spagna, anche in Italia è entrato in vigore uno stato di allerta permanente per via di un insetto che nuoce gravemente alle palme: si tratta del Rhynchophorus ferrugineus, un curculionide chiamato comunemente Punteruolo Rosso, il cui ciclo vitale si svolge in parte all'interno di queste nobili piante.
Non è una novità che nel corso degli ultimi trent'anni molti parassiti e fitofagi siano stati introdotti accidentalmente in Italia a causa della leggerezza di vivaisti e rivenditori di piante, che fanno sbarcare sul continente grosse quantità di esemplari adulti, privi di adeguata certificazione fitosanitaria.
Le larve di curculionidi si trovano all'interno dell'apice vegetativo delle palme, dentro il quale scavano gallerie e nidi, rosicchiando il legno spesso in maniera udibile senza stetoscopio, e una volta completamente sviluppate invadono letteralmente l'ambiente circostante, contaminando altri esemplari.
Sembra che durante gli ultimi inverni, per via delle temperature innaturalmente miti, la virulenza dell'attacco sia aumentata. Molte regioni italiane a clima dolce, come Campania, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, hanno infatti dato segnalazione di numerose piante attaccate.
Esemplari storici, che da diversi decenni danno una precisa connotazione a molte belle città italiane, potrebbero essere completamente spazzati via. Anche in questo caso si assiste ad una tragica ed irritante passività delle autorità che dovrebbero essere competenti della materia. Per ora infatti non sono stati posti né vincoli né controlli alle piante importate dall'estero, né vengono presi, se non occasionalmente e a livello comunale, dei seri provvedimenti per prevenire un futuro disastro.
Purtroppo la lotta è molto difficile, e se l'individuo contaminato è adulto, pare non ci sia al momento altro rimedio che estirparlo e bruciarlo il più presto possibile. In esemplari giovani è stato tentato un trattamento d'urto, irrorando la corona foliare dall'alto e avvolgendo la pianta in un grande telo di plastica, un gigantesco preservativo, a mo' di camera a gas, ma risulta evidente che questo tipo di azione è difficile da adottare su esemplari già cresciuti.
Inoltre sarebbe raccomandabile evitare la potatura delle palme, poiché il Punteruolo si infila all'interno delle piante attraverso i tagli. Tra l'altro la potatura in sé per sé non sarebbe affatto necessaria, anche se viene abitualmente eseguita a scopi estetici (spesso con risultati che di estetico non hanno nulla), o per questioni logistiche, di passaggio o di viabilità.
Bando alla tristezza perché ora vogliamo parlare di un gigantesco esemplare di palma, il più alto di Napoli, che pochi conoscono essendo situato, non nell’Orto botanico, né nella Villa comunale, bensì nel segreto di un parco privato posto sul crinale della collina del Vomero, tra il corso Vittorio Emanuele e San Martino.
Gli esperti ritengono che le palme più alte della città siano quelle che svettano quiete da oltre quattrocento anni nel cortile del monastero di S. Andrea delle Dame, dove oggi si trova la cattedra di oculistica del vecchio policlinico, ma la palma… di palma più alta da oggi deve passare (misurare per credere) all’esemplare sito all’altezza del numero civico n 167 della storica strada, che noi amiamo chiamare tangenziale di Ferdinando II, in onore del sovrano che la costruì e non di quello che ne usurpò il merito, in un lussureggiante giardino che insiste sulla palazzina n.7 di Parco Eva.
Il fusto sembra voler raggiungere con le sue fronde più alte la collina sovrastante e datele qualche altro secolo di tempo e potete essere sicuri che vi arriverà.
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