sabato 7 dicembre 2013

Friz e Buby: una coppia formidabile



Buby Dennerlein al Molosiglio

Per decenni Friz e Buby Dennerlein hanno rappresentato degnamente all’estero il nuoto e la palla a nuoto italiana.
Buby dopo aver scritto pagine indimenticabili di storia sportiva è stato recentemente ospite del Canottieri Napoli. E l’avvenimento è stato sottolineato dalla stampa cittadina.
Gli ex ragazzi terribili di Buby Dennerlein, oggi compassati professionisti sessantenni o affermati uomini di sport, si preparano. con emozione a riabbracciare il vecchio «maestro» di vita e di sport che martedì sera si riaffaccerà sulla terrazza della Canottieri Napoli. Manca dal 1967, cioè da 46 anni, e in questo lunghissimo arco di tempo ha resistito a tutte le tentazioni come se avesse cancellato Napoli dal suoi pensieri. Pur continuando ad amarla nel profondo, insieme a Portici dove il padre Giorgio, un apprezzato perito chimico tedesco che trovò lavoro e serenità in una delle aziende della possente cittadella industriale sorta all'ombra del Vesuvio e ora ridotta in macerie - e a Vico Equense dove la sua famiglia, nel dopoguerra, trovò rifugio e affetto. 
Tra questi riferimenti che hanno segnato la vita di Buby si è consolidata una vicenda professionale da Guinness dei primati: per 24 anni è stato CT della Nazionale di  nuoto e ha partecipato a otto Olimpiadi, sette da allenatore, una da atleta. Sarebbero state addirittura  nove se un tecnico che non ha lasciato rimpianti Umberto Usmiani, non lo avesse ingiustamente e clamorosamente escluso dalla staffetta 4x200 che gareggiò ad Helsinki '52. I motivi addotti furono vagamente tecnici, la verità, però, è che il gran rifiuto venne apposto per motivi razziali perché i Dennerlein erano ebrei.
Buby ritorna e si accendono per lui le luci della piscia del Molosiglio. Quando Nando Lignano e Gualtiero Parisio gli hanno rivolto l'invito - «Vogliamo festeggiare i tuoi 80 anni» (che poi sono ottantuno) - ha risposto alla sua maniera, cioè con assoluto disincanto. Poi, dopo un attimo, si è sciolto: «Sono felice e verrò con gioia, tutti mi ridate la gioia di un tuffo nel passato giallorosso che è la parte più bella della mia carriera». Guarda che abbiamo invitato anche Carletto PedersoIi –Bud Spencer e Novella Calligaris, la sua «Federica», che ne dici? «E’ bellissimo, il vostro affetto mi ricompensa dopo un'attesa tanto lunga. Per me è importante tornare a Napoli, anche se, non me ne sono mai andato, almeno con il cuore. Ci vediamo martedì e spero di portare fortuna atta squadra di pallanuoto per il ritorno in A1».
Ad accogliere Costantino, per una volta chiamiamolo con il suo nome, ci sarà il presidente Eduardo Sabbatino, l'alfiere della rinascita giallorossa, e tutti gli ex «ragazzi» di Buby, anche quelli che vivono e lavorano lontano da Napoli e non hanno saputo resistere alla gioia di un tuffo nel passato. «È una gioia immensa, un sogno che abbiamo inseguito per anni e che finalmente si avvera», dicono ad una voce Gualtiero Parisio, Paolo De Crescenzo, Nando Lignano e Christian Schollmaier. 
Ci saranno tutti, con Carlo De Gaudio, il presidente dei record, Fofò Buonocore e Gigi Mannelli, mancheranno solo quelli che davvero non sono riusciti a liberarsi. Come Giuseppe Castagna, già direttore della Banca dei territori del, Gruppo Intesa-San Paolo. «Consideratemi presente e abbracciatemi Buby».
Federico, detto Fritz, nato a Portici nel 1936 e scomparso, in un incidente nel 1992. Nato da madre rumena e padre tedesco, fu contemporaneamente pallanotista e nuotatore arrivando in nazionale in entrambe le discipline. Dopo il ritiro come atleta divenne allenatore di pallanuoto, prima del Circolo Canottieri Napoli e quindi della squadra nazionale di pallanuoto per sette anni.
È morto all'età di 56 anni nel 1992 a causa di un incidente stradale. A lui è dedicata la piscina olimpica situata nel complesso della Mostra d'Oltremare. A lui è stato dedicato il 15 luglio 2012 il tratto di mare dalla Marina di Vico a Capo la Gala diventato il “Miglio Azzurro Fritz Dennerlein” della città di Vico Equense perché da giovane si allenava sempre in quel tratto di mare e negli ultimi anni, dal 1947 si era trasferito proprio nella bella città in Penisola Sorrentina. Riposa presso il Cimitero degli Inglesi di Napoli, in via nuova del Campo. Specialista nel nuoto a farfalla ha stabilito 5 primati europei tra 100 e 200 e nei campionati italiani, tra individuali e staffette, ha conquistato 25 titoli. La sua presenza più memorabile lo ricordo come fosse oggi, fu alle olimpiadi di Roma, quando, rinunciando ad una medaglia d’oro sicura nella palla a nuoto, decise di gareggiare nei 200 farfalla, nei quali, pur giungendo 4° (medaglia di legno) calò di moltissimi secondi il record europeo, portandolo a 2’16’’00.
Fritz ha rappresentato un raro esempio di serietà: inflessibile nella preparazione atletica, sensibile ai problemi sociali, aperto ai richiami culturali, redattore di un periodico artistico letterario, missionario per vocazione.
La sua predicazione era sempre rivolta ai ragazzi pigri ed apatici. Al grido: «Fate sport e conoscerete il mondo» ha lanciato una sorta di crociata, raccogliendo negli anni centinaia di entusiastiche adesioni.
Nato a pochi metri dal bagnasciuga non ha mai conosciuto cosa significhi stare senza impegnarsi.
L’incontro con l’acqua avvenne a 15 anni, un età alla quale oggi i nuotatori sono già olimpionici. Fu notato mentre con un paio di bracciate faceva ingoiare schiuma agli altri ragazzi e gli fu proposto di finire gli studi a Roma a spese della Federazione per potersi allenare in impianti al coperto del tutto assenti a Napoli.
Cominciò ad allenarsi nella vasca del Foro Italico ed esordì a Barcellona ai giochi del Mediterraneo come pallanuotista e nello stile libero. Vinse un gruzzolo di medaglie e conobbe un personaggio destinato a divenire famoso: Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, centravanti della squadra di pallanuoto, con il quale partecipò l’anno successivo alle Olimpiadi di Melbourne.
L’avventura australiana fu per lui un’esperienza esaltante, soprattutto per l’incontro con atleti formidabili, con i quali, grazie alla sua padronanza delle lingue parlò a lungo dei loro metodi di preparazione.
Poté ritornare a Napoli, dove si era aperta la micro piscina nella mostra d’oltremare e cominciò ad allenarsi come un forsennato sulla base delle tabelle adoperate dei suoi più terribili avversari.
Dietro di lui cominciarono ad allenarsi anche i ragazzi della Canottieri Napoli, mettendo così le basi, nei primi anni Sessanta, di una indiscutibile supremazia a livello nazionale.
Poi decise di studiare da vicino i “Mostri” made in USA, che abbattevano primati come birilli e grazie a Bob Kiputh, il padre del nuoto americano moderno, il suo sogno poté realizzarsi, perché il guru l’ospitò nella sua casa. Si abituò a sgobbare 12 mesi su 12 ed a seguire una dieta ferrea, mentre le sue bambine e la moglie si ingozzavano allegramente, ma i risultati lo hanno ampiamente ricompensato e rimangono imperituri nella storia del nuoto italiano.

Friz  Dennerlein


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