venerdì 13 dicembre 2013

Amore e perversioni




Dal sadomasochismo alla pedofilia, dal feticismo alla necrofilia le perversioni sessuali sono sempre state ritenute delle aberrazioni da giudicare con ripugnanza e disprezzo, per cui non dovrebbero trovar posto in un libro sull’amore, se sull’argomento non avesse pontificato Freud, il quale affermava che “l’onnipotenza sull’amore non si rivela mai con tanta forza come in  queste aberrazioni”.
Egli interpreta l’origine della perversione, a differenza della nevrosi, che nasce dal conflitto tra le pulsioni dell’inconscio ed i divieti del Super-Io, nel miscelamentodelle differenze che il bambino acquisisce nella fase edipica, quando si delinea la differenza tra i sessi e tra le generazioni; un momento delicato, nel quale un universo caotico cerca una sua organizzazione e classificazione.Un esempio magistrale di questa confusione di ruoli, che si conclude in un’ammucchiata generale, ce lo fornisce il marchese De Sade nelle 120 giornate di Sodoma, da cui Pasolini ha ricavato un film che fece scalpore, nel quale uomini e donne, vecchi e bambini, suore e prostitute, vergini e maitresse, fratelli e sorelle, padri e figlie, nobili e plebei si abbandonano ad ogni genere di perversioni dalla sodomia all’incesto. E’ la dimostrazione lampante del caos originario, nel quale ogni differenza sessuale è abolita e non esiste barriera tra generazioni e classi sociali.L’aspirazione del perverso è quella di raggiungere una mescolanza che escluda ogni struttura organizzativa, un anelito in contrasto non solo della morale corrente, ma anche della tradizione giudaico cristiana, che fa sorgere l’universo dalla netta separazione della luce dalle tenebre. Il perverso non riesce a godere di una sessualità naturale, ma cerca di portarla oltre quel limite dove vi è l’incontro con la morte e per Freud: ”opportunamente organizzata può fornire una carica d’energia in grado talune volte di dare un contributo alla società”.                                           
A dimostrare l’esattezza di queste parole vi sono gli artisti ed i poeti che attingono al caos primitivo, dove non vi sono regole né leggi, cui si può attingere per definire e plasmare la realtà.






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