Le avventure pastorali di Dafni e Cloe sono una delicata storia d’amore scritte da un romanziere greco antico, Longo, vissuto nel III secolo, al quale, solo nel 1600 fu attribuito l’appellativo di sofista. Probabilmente l’autore era originario di Lesbo, perché il racconto è ambientato in quell’isola, ed è databile tra il 235 e il 238.
Il romanzo, in quattro libri, narra le vicende di Dafni e Cloe che, abbandonati neonati e divenuti pastori (lui di capre, lei di pecore), dopo varie traversie sono infine riconosciuti dai ricchissimi genitori.
Nell’opera, che è più raffinato degli antichi romanzi greci pervenutici, più delle vicende esterne interessano la descrizione poetica del mondo arcadico e soprattutto del nascere del desiderio e dell’amore tra i due adolescenti.
In una Lesbo bucolica e fantastica, due bambini abbandonati, Dafni e Cloe, vengono allattati l’uno da una capra, l’altra da una pecora.
Vengono poi raccolti da due pastori, Dafni da Lamone, Cloe da Driante. Cresciuti in campagna, trascorrono insieme il tempo dell’infanzia, pascolando l’uno le capre, l’altra le pecore. Nei primi due libri Longo Sofista si concentra sulle scoperte di Eros da parte dei due giovani, nel terzo e nel quarto libro sono elencate le varie traversie prima del riconoscimento di Dafni e Cloe da parte dei veri genitori, ricchissimi e di famiglia nobile, Infine i due si sposeranno in un “matrimonio pastorale”.
E’ una struggente favola d’amore moderna, attuale: non dimentichiamoci che il tema erotico era insolito per l’epoca, presentato solitamente di scorcio (Ulisse è solo sfiorato dall’amore di Calipso e Nausicaa). Longo Sofista presenta, toccando anche argomenti “piccanti”, un coinvolgimento passionale bilaterale, una novità rispetto alla tradizione tragica. Abbiamo una successione di elementi passionali forti, che si completano solo nella descrizione finale dell’amplesso tra Dafni e Cloe: il sesso è lo specchio del loro rapporto. L’amore è uno squisito godimento dei sensi che si articoli su un climax sessuale. Il rapporto completo è il massimo dell’Edonè, ma è eticamente perfetto solo nel matrimonio.
Il romanzo ha ripetutamente ispirato scrittori, pittori e altri artisti sin dal Rinascimento.
Il romanzo si apre con la descrizione di un quadro raffigurante una storia d’amore. L’autore narra allora la vicenda raffigurata: Dafni e Cloe sono figli di due famiglie ricche e nobili, ma abbandonati da piccoli, sono stati allevati per tutta la vita dai pastori nell’isola di Lesbo. Cresciuti senza sapere cosa sia l’amore, i due a un certo punto scoprono di essere innamorati l’uno dell’altro. Cloe viene rapita, ma dio Pan interviene e la libera. Dafni riesce a raggiungerla e la vita va avanti, con due ragazzi sempre più attratti fra di loro, ma con un’ingenuità che impedisce loro di unirsi. I genitori di Cloe intanto decidono di darla in sposa a un ricco giovane; Dafni, disperato, si da’ da fare e riesce a ritrovare suo padre, quello vero, e quindi scopre di essere ricco. Così, dopo molte peripezie, riesce a sposare Cloe, che in seguito scoprirà di appartenere ad una nobilissima famiglia di Mitilene. Dopo un matrimonio pastorale, i due hanno la possibilità di vivere nel lusso in una città, ma scelgono la vita libera e dura dei pastori e vanno a vivere in campagna.
I LIBRO
Nell’isola di Lesbo due neonati, prima un maschio e due anni dopo una femmina, vengono abbandonati nella campagna di Mitilene. L’uno è allattato da una capra, l’altra da una pecora. Un pastore di nome Carione raccoglie il maschietto e vi trova accanto una mantellina di porpora fermata con una fibbia d’oro e un pugnale con l’elsa d’avorio; decise di adottarlo. Un altro pastore, Driante, che abita in una vicina fattoria raccoglie e adotta la bambina accanto alla quale rinviene una cuffietta ricamata in oro, un paio di sandali dorati, e cerchietti d’oro per le caviglie. I due trovatelli vengono chiamati Dafni e Cloe. Trascorsi tredici anni i genitori adottivi ritengono che i due fanciulli non debbano essere destinati alla vita pastorale per il loro rango elevato, ma, avvertiti da un sogno, sono spinti ad affidare loro il pascolo delle greggi. I due trascorrono insieme le giornate finché Cloe comincia a provare i primi sentimenti d’amore per Dafni. Non conoscendo Eros, è spaventata dalle sensazioni che prova e crede che si tratti di una malattia. Quando poi il giovane Forcone, innamoratosi di Cloe, propone una gara di bellezza tra sé e Dafni, il cui premio è un bacio della fanciulla, Cloe assegna la vittoria a Dafni il quale, dopo averla baciata, se ne innamora. Forcone, deluso per la sconfitta, tenta di conquistare Cloe con la violenza, ma il tentativo fallisce e l’amore tra Dafni e Cloe sboccia. Durante l’estate trascorrono il tempo vivendo continuamente a contatto con la natura e divertendosi a narrarsi storie pastorali. (excursus: racconto della fanciulla trasformata in uccello). In autunno inoltrato, alcuni pirati di Tiro approdano a Lesbo per fare razzia di quanto capiti loro sotto mano: bestiame, grano, vino, e catturano anche Dafni. Vedendo un giovane così grande e bello, i pirati rinunciano a qualsiasi altro bottino e prendono il largo. Le grida di Dafni e la vista delle capre del fanciullo in grande agitazione, spingono Cloe a cercare aiuto presso Forcone. Il giovane, steso a terra, massacrato dai colpi dei pirati, prega Cloe di salvare la vita a Dafni, e in cambio di un suo ultimo bacio, le dona il flauto magico suonando il quale Cloe spinge le mucche a dirigersi in massa verso le navi dei pirati. A causa dell’impetuoso ingresso in mare del bestiame, alcuni pirati cadono in acqua e per la pesante armatura annegano; Dafni invece raggiunge la riva trascinato dalle sue mucche. I fanciulli, una volta ricongiuntisi, rendono onori funebri a Forcone. Intanto il loro amore continua a crescere, alimentato anche dalla condivisione di momenti di intimità, come il bagno alla sorgente.
II LIBRO
Trascorso il periodo della vendemmia i due pastorelli ricevono una visita di Filate che narra loro come Eros gli abbia rivelato di proteggere i due giovani. Dafni e Cloe, felici di essere finalmente giunti a conoscenza di quale fosse la causa dei loro sentimenti e ricevuti da Filate consigli su come soddisfare completamente il loro desideri amorosi, incorrono però in una sventura. Infatti dei giovani di Metimna approdati in quelle terre e essendo privi di gomena per legare l’imbarcazione, ne fabbricano una con dei vimini verdi. Tuttavia quando le capre di Dafni si cibano delle piante, i giovani si trovano privati dell’imbarcazione. Dunque si recano da Dafni per punirlo e lo percuotono, ma quando il consiglio del villaggio stabilisce che la responsabilità di tutto ciò non è imputabile a Dafni, decidono di tornare in patria. Convincono il loro paese a portare guerra contro Mitilene e durante una delle scorrerie dei Metimnesi Cloe viene rapita. Le ninfe promettono a Dafni disperato che con l’aiuto di Pan per il giorno seguente Cloe sarà libera. Infatti il dio ordina in sogno al capitano dei Metimnesi di liberare Cloe e le sue greggi e il capitano obbedisce con gioia infinita di Dafni. Seguono i ringraziamenti alle ninfe e a Pan e festeggiamenti. (Excursus: creazione da parte di Pan della Zampogna). I due pastorelli, felici di essersi ritrovati e ancora più ardenti d’amore, si scambiano reciprochi giuramenti di fedeltà.
Jean Jacques Rousseau ha scritto un’opera di due atti ed un prologo, sul libretto di Oliver Decorancez, all’amore di Dafni e Cloe, tra il 1774 ed il 1776.
Rousseau iniziò a comporre Dafni e Cloe dopo il suo incontro con Christoph Willibald Gluck (avvenuto nel febbraio del 1774 a Parigi), e in seguito alla prima assoluta dell’opera Ifigenia in Aulide del compositore tedesco (a cui Rousseau ebbe occasione di partecipare in qualità di spettatore).
Incominciò l’opera nel giugno di quell’anno, lavorando in linea con le concezioni estetiche che aveva appena acquisito. A questo proposito scrive: Oserei dire che il piacere delle orecchie debba a volte prevalere sulla verità dell’espressione…
Tuttavia il lavoro non venne portato a compimento: Rousseau abbandonò la composizione di Dafni e Cloe nel 1776 (a causa della sua salute malferma), e nel 1778 morì.
La prima esecuzione assoluta si ebbe solamente nel 2003, nell’ambito del Festival di Mezza Estate di Tagliacozzo. Il m° Willy Merz s’incaricò della revisione degli abbozzi Roussoiani, e diresse l’orchestra Wiener Barock Soliste, al Teatro Talia di Tagliuzzo, il 6 agosto di quell’anno.
ATTO I
Philetas, anziano pastore dell’isola di Lesbo, si lamenta con la pastorella Aphne poiché non riesce a trovare un amico che ami la musica come lui. I due, in seguito, dichiarano la loro invidia per l’amore che lega Daphnis (Dafni) a Chloè (Cloe), quindi si allontanano. A questo punto giunge Chloè, che mentre attende l’amato Daphnis si addormenta. Egli la risveglia con un bacio, e le fa sapere di essere stato chiamato a corte dal nobile Dyras (il signorotto del luogo), prevedendo di rimanervi per un breve periodo. Allora Daphnis e Chloè giurano reciprocamente il loro amore.
Chloè, disperata per la partenza di Daphnis, vede arrivare un coro di pastori al seguito del ricco Lampis (infatuato di lei). Egli le promette ogni genere di ricchezza e bene, e poi la porta via con sé.
ATTO II
Chloè viene liberata da Philetas, ed entra in scena accompagnata da un coro pastorale. Ma quando viene a sapere che Dyras ha riconosciuto Daphnis come suo figlio, e che quindi dovrà rimanere a corte per tutta la vita, la sua felicità si spegne. Tuttavia l’amato è riuscito a fuggire, e dichiara di essere scappato per incontrarla.
Dyras va a cercare Daphnis, ma appena vede Chloè si ricorda di aver salvato quest’ultima quand’era neonata. Gli torna in mente, inoltre, che anche lei è di sangue blu (come Daphnis). Commosso dall’amore che lega i due protagonisti, consente il loro matrimonio. Il finale vede un coro di pastori cantare le lodi della vita bucolica.
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