sabato 25 gennaio 2014

Doma ma non vinta

Monica Guerritore


Monica Guerritore nata a Roma nel 1958 da una famiglia di origine napoletana esordisce nel 1974 a soli sedici anni sotto la regia di Giorgio Strehler ne Il giardino dei ciliegi (ma la sua prima piccola apparizione la vede appena tredicenne nel film di De Sica Una breve vacanza). Nel 1977 interpreta Elena nello Zio Vanya cechoviano diretto da Mario Missiroli con Annamaria Guarnirei e Glauco Mauri. Nel 1978/79 è Viola nella Dodicesima Notte, per la regia di Giorgio De Lullo, e Angelica ne Il malato immaginario con Romolo Valli. Nel 1981 si lega sentimentalmente e artisticamente a Gabriele Lavia, iniziando a recitare ne I masnadieri di Schiller, Lavia la dirige soprattutto in ruoli femminili molto forti come Giocasta, Lady Macbeth, Orfelia e la Signorina Giulia. Nel 1995 interpreta Il giardino dei ciliegi questa volta nel ruolo della madre Liuba. Successivamente ricopre il ruolo di Marianne in Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman. La coppia si separa nel 2001: la Bovary, Carmen e La Signora delle Camelie.
Accanto alla carriera teatrale porta avanti anche quella televisiva e cinematografica: nel 1976 è accanto a Marcello Mastroianni nel film Signore e signori, buonanotte, nel 1977 è protagonista del primo sceneggiato Rai a colori, Manon Lescaut; al cinema fa scandalo il suo film sull’incesto Fotografando Patrizia di Salvatore Saperi (1984). Ricopre il ruolo di co-protagonista accanto a Laura Antonelli ne La veneziana di Mauro Bolognini (1986).
Torna in Rai per sua decisione solamente nel 1997 con Costanza di Pierluigi Calderoni e nel ’99 con L’amore oltre la vita. Nel marzo 2004 la troviamo nel ruolo di Ambra in Amanti e segreti, e due anni più tardi in quello di Ada Sereni nel film in due puntate Exodus: i clandestini del mare. Gabriele Lavia l’ha diretta al cinema in due film dal forte contenuto sessuale: Scandalosa Gilda (1986). Nel 1996 Lavia la dirige insieme a Giancarlo Giannini, Raul Bova e Michele Placido nel grande successo La lupa (1996). Nel 2007 invece iniziano le riprese di Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek, che conquista consensi al Festival del cinema di Venezia nel 2008.
A marzo 2008 viene chiamata da Mimmo Calopresti per interpretare la madre di uno dei ragazzi uccisi nel film documentario sulla tragedia della THYSSEN-Krupp: La fabbrica dei tedeschi. A maggio lavora sul set dell’amico Pappi Corsicato per una partecipazione nel film che segna il ritorno del regista, Il seme e della discordia. A settembre-ottobre 2008 gira La bella gente con Antonio Catania e Elio Germano, per la regia di Ivano De Matteo. La pellicola vince il Festival di Annecy e riscuote in Francia notevole successo. Nel 2009 è stata impegnata nelle riprese di Sant’Agostino nel ruolo di Monica con Alessandro Preziosi e la regia di Christian Dugay, produzione Lux Films. La miniserie televisiva è andata in onda su Raduno nel gennaio 2010. Sempre sulla rete primaria l’anno successivo ritorna la serie “Rossella”, regia di Gianni Lepre. Nel cinema ottiene un altro grande successo con “La peggior settimana della mia vita” di Alessandro Genovesi.
Ma è nel teatro che Monica Guerritore trova la sua via, anche come interprete-regista, drammaturga di spettacoli di grandissimo successo come Giovanna d’Arco e Dall’Inferno all’Infinito. Il 25 febbraio 2011 le viene consegnato il premio Morioni come “Protagonista della scena”. L’importante riconoscimento internazionale è stato assegnato all’artista per la sua forte personalità artistica e per la passionalità delle interpretazioni teatrali e cinematografiche. Il primo maggio 2012 è andata in onda la commedia di Eduardo De Filippo Sabato, domenica e lunedì in cui la Guerritore ha interpretato il personaggio di Rosa Priore. In quest’occasione si registra una polemica piuttosto accesa con il giornalista Bruno Vespa. Quest’ultimo, per motivare l’assenza dell’attrice nella puntata di Porta a porta dedicata alla commedia eduardiana, asserisce che è molto malata. Di fronte alla secca smentita dell’interessata Vespa è costretto a chiedere pubblicamente scusa.
Con Mi chiedete di parlare, un testo su Oriana Fallaci da lei scritto e interpretato, conquista il Festival di Spoleto nel 2011. Nel 2012 torna al Piccolo Teatro registrando il tutto esaurito. Nel febbraio 2013 va in onda Trilussa di Michele Placido, dove interpreta Rosa Tomei la popolana che fu accanto al poeta per tutta la vita, morendo poi sola e di assoluta povertà.
Intensa è stata la sua vita sentimentale: ha due figlie, Maria e Lucia, avute dal suo matrimonio con Gabriele Lavia. Negli anni Settanta ha avuto una relazione con l’attore Giancarlo Giannini ed una con Giancarlo Leone. Dal 2001 è la compagna dell’ex presidente della RAI, professore di Diritto Costituzionale e parlamentare del PD Roberto Zaccaria, sposato poi nel 2010.
Ha tenuto sempre a dichiarare: ”ti salva solo l’abbraccio di un uomo: dopo il divorzio ed un tumore, un giorno mi sono sentita forte, concentrata”. E per questo ringrazia Dio e suo marito.
L’ultimo lavoro della Guerritore è ”Endoft the Rainbow. Vita e morte di una grande stella” di Peter Quilter, con l’attrice che dà voce, anima e corpo alla star hollywoodiana in un musical agiografico, che ripercorre le ultime sei settimane prima della morte. Siamo nel 1968 a Natale e la Garland alloggia in un’elegante suite dell’Hotel Ritz Carlon al centro di Londra. Con il suo amico pianista e compagno di tante avventure, Anthony (interpretato da Aldo Gentileschi), e con il suo nuovo giovane amante, Mickey Deans (Alessandro Riceci), si prepara una serie di concerti nella capitale londinese. Ha 46 anni ed è decisa a tornare alla ribalta alla grande. I matrimoni falliti, i tentativi di suicidio, le dipendenze da alcol e farmaci sembrano lasciati definitivamente alle spalle.
“La Garland sta cercando di disintossicarsi – racconta la Guerritore – E’ spiritosa, folle, piena di ironia e leggerezza, ma attraverso le sue canzoni si percepisce una profonda solitudine. La vicinanza delle persone di cui si fida sembra a tratti scaldarla è offrirle riparo, ma il suo immenso talento brucia una energia tale da divorarla e la luce del palcoscenico, i lustrini, le paillettes, gli abiti eleganti, le pellicce, nascondono una solitudine assoluta che la porterà a crollare in scena per overdose da barbiturici. E’ il destino comune ad altre stelle come Edith Piaf, la Houston, la Winehouse…”
Un musical tragico ma anche divertente, assicura la protagonista che, per l’occasione, si è totalmente trasformata: “canto tutti i brani dal vivo, con musicisti che suonano in scena – tiene a precisare – Non ho mai cantato, in tanti anni di teatro, ma non ho avuto paura di mettere nella mia voce Judy Garland e il suo mondo, i suoi gesti, le sue intemperanze, la sua leggerezza. Non penso alle conseguenze dei miei gesti, non mi interesso di me…E’ l’esperienza straordinaria la materia che voglio maneggiare, a quella voglio dare il mio sudore, la mia energia…E’ la prima volta che in uno spettacolo, attraverso la musica, lo sfavillio straordinario e accecante dello star system hollywoodiano, le luci della ribalta, racconto quello che c’è dietro il mondo dello show business. Le sue stelle e la loro tragica fine”
Essere una star è stato facile, vivere è stato difficile. Magnetica, sicura, irresistibile in scena, fragile lontano dal palcoscenico.
Judy che incantava intonando Over the Rainbow o saltellando nel Mago di Oz, Judy che ebbe cinque mariti e per amante Fred Astaire, Judy il cui sorriso era lo spot della Hollywood scintillante degli anni Quaranta, Judy che tentò il suicido, che viveva di anfetamine e scappava di scena per farsi un cicchetto, Judy che ebbe per figlia Liza Mannelli, Judy che morì a 47 anni, sola in bagno, nel mezzo di una serie di concerti londinesi. Overdose di barbiturici. Judy che aveva una fragilità nota a tutte le donne, parola di Monica Guerritore, che di donne ne h interpretate molte. Madame Bovary, Oriana Fallaci, La Lupa, Gorge Sand sono solo alcune. Donne a volte talentuose e fragili, a volte solo fragili. In End of the Rainbow, il musical di Peter Quilter che ha spopolato a Broadway e racconta le ultime settimane di Judy Garland, Monica Guerritore, oltre a ballare, canta ed è la sua prima volta: otto brani, pubblicati anche in CD.
Le grandi dive sono fatte per stare sotto i riflettori e quando questi si spengono si perdono. La Gardland, infine, sposò il suo pusher. Cinque mariti tra cui Vincente Minelli (da cui ha avuto la figlia Liza), una schiera di amanti, felice solo con chi la capiva davvero, gli amici gay, la Garland è il volto scintillante di Hollywood e una maschera tragica. Schiava delle anfetamine, muore a 47 anni per un’overdose di barbiturici. “Mi ha affascinato” racconta la Guerritore “Ritrovo nella sua parabola la fine di tanti talenti immensi, star fragili che si sentivano inadeguate. Penso a Amy Winehouse, Whitney Houston, Edith Piaf. Il corpo umano non sopporta tanta divinità. Abbiamo aggiunto un momento nel musical: Judy muore cantando i primi versi di Over the rainbow, vestita di piume e lustrini. Finisco io e parte la voce della Garland che canta senza musica. Il pubblico resta muto, è un momento magico. Dedico tutte le sere il musical a Judy e ad Andrea, il ragazzo gay che si è tolto la vita; Judy i gay li sentiva vicini e in qualche modo bisognosi d’amore. Come lei che si sentiva estranea al mondo”.
Cos’altro ha imparato dalle donne che ha interpretato?
“Che c’è un filo rosso che le accomuna tutte, tranne una, ed è il senso di vuoto dentro, come se soffrissero la mancanza di qualcosa. La Lupa cerca di riempire il suo buco in petto con il sesso. Madame Bovary non può fare a meno di andare verso l’amore, senza progetto, anche se va verso il suicidio. Solo Giovanna D’Arco sa ascoltare e sa cosa vuole ed è piena: è anima, corpo e mente.
A volte, avverto che qualcosa di meravigliosamente grande mi accompagna. L’ho sentito dopo essere uscita dal tunnel della separazione di Gabriele, un periodo in cui mi svegliavo di notte con gli attacchi di panico. Dopo aver superato quel dolore, e dopo il cancro, un giorno, mi sono sentita centrata, forte, accompagnata dagli angeli. Mi sono inginocchiata e ho ringraziato Dio”.




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