Vincenzo Canzanella |
Vincenzo Canzanella, 75 anni, è titolare della più antica sartoria cineteatrale e televisiva di Napoli.
"Il mio sogno è quello di realizzare un Museo del Costume, ma intanto sarò costretto a chiudere il mio laboratorio, il C.T.N75, che è una parte di me": Vincenzo Canzanella, passeggia nel suo atelier che è un archivio storico, osservando veri e propri cimeli: abiti, borsette, stole ed eleganti cappelli indossati da artiste del calibro di Maria Callas, Laura Antonelli, Sofia Loren, Audrey Hepburn. E’ entusiasta del suo lavoro ma con un velo di malinconia sul volto parla della possibile chiusura tra poco più di un mese. “L’affitto di 2500 euro mensili più altri 800 euro per il deposito è insostenibile e poi qui pochi turisti che vengono a trovarci ci raggiungono solo per il Maggio dei Monumenti. Ho già incontrato il sindaco proprio per questo problema”
Nei 220 metri quadrati al primo piano dello stabile vanvitelliano in via Solitaria, a due passi da piazza Plebiscito e dal Pallonetto di Santa Lucia, si snoda un percorso fatto di stoffe e locandine teatrali e cinematografiche, merletti, passamanerie e persino una stanza dei “bottoni”, con 7mila esemplari dagli anni Venti ai Cinquanta. Il C.T.N75 e’ un mix di stili diversi, tra glamour, mondanità ma anche sobrietà, con manichini che sembrano prendere vita sotto lo sguardo amorevole di chi quegli abiti -ce ne sono 15mila- li ha creati e modellati in base alle esigenze dei grandi attori e dei copioni. Ci sono tanti ritagli di giornale incorniciati in bella mostra, foto e immancabili riconoscimenti che in 60 anni di attività ha collezionato Panzanella. Con accanto la moglie Maria Grazia, il noto sarto lavora con i figli Davide e Luca e gli assistenti. Ha cominciato nel 1954 vestendo Ingrid Bergman per “Santa Giovanna” al teatro di San Carlo per la regia di Roberto Rossellini. “Vorrei poter esporre questi abiti e tutti gli accessori. Ho chiesto alla Provincia di ottenere i locali dell’istituto d’arte Palazzi-Boccioni qui vicino e al Comune quelli degli uffici in via Egiziaca ma non ho avuto risposte”, precisa Panzanella.
Nelle sale gremite di cimeli c’è l’abito di 6 chilogrammi indossato da Maria Callas al San Carlo nel 1963, il collier di Matilde Serao donato dalle nipoti alla sartoria Maria Consiglio Fashion dove Vincenzo Panzanella a 14 anni cominciò a lavorare come apprendista, ci sono gli elmi autentici in ottone di “Scipione l’Africano”,. Il lavoro diminuisce sempre più. A me richiedono solo i preventivi e poi abiti e accessori, anche per rappresentazioni che si svolgono in città, vengono da Roma e Milano. Ora sto preparandogli abiti per “Siamo appena tornati da Napoli”, lo spettacolo di Gloriana e del mio amico di sempre, Pino Moris”. Eduardo De Filippo era uno dei maggiori acquirenti di Vincenzo Panzanella, così come i produttori che realizzavano opere nei teatri lirici e quindi anche al San Carlo. Ora non è più così. All’interno del C.T.N:75 oltre alla sartoria e alla raccolta artistica si insegna anche grazie ai progetti Pon ed i percorsi di alternanza istruzione-lavoro. Pochi i turisti che visitano l’atelier. “L’ingresso e’ gratuito ma appena sentono che stiamo al Pallonetto e’ una tragedia. Certo, se fossimo in una sede più agevole da individuare, potremmo essere inseriti nei percorsi di visita cittadini. Il sindaco De Magistris ha già visitato il mio atelier. Ora aspetto l’assessore alla Cultura, Nino Daniele.”.
Pronta la risposta dell’esponente della giunta:”Sarà un piacere visitare questo suggestivo spazio, lo farò già nei prossimi giorni. E’ importante non disperdere un simile patrimonio che ha segnato la storia del teatro italiano e delle più note produzioni televisive e lavoreremo senza dubbio per questo. D’altronde -conclude Daniele- il sindaco ha già annunciato una delibera che tutela i luoghi legati all’artigianato storico e sarebbe importante potenziare anche l’aspetto formativo legato all’apprendistato di antichi mestieri artigiani, come già fa Panzanella con alcune scuole”.
La sartoria Panzanella e’ legata a tanti ricordi della mia giovinezza, quando ogni anno fittavo i costumi per partecipare alle grandi feste di carnevale che si tenevano al Gran Hotel Cipriani di Venezia. Ricordo tra i tanti travestimenti: io pagliaccio mia moglie domatrice, marana ed odalisca, adamo ed eva, ma soprattutto un abito da diavolo con coda rigida, che mi permise di vincere il 1° premio di 10 milioni, equivalenti a tre giorni di soggiorno per una coppia nel celebre albergo.
Due vallette in abito rosso mi invitarono a passare tra i tavoli a fare un po’ di propaganda elettorale. Da loro accompagnate cercai di accaparrarmi l’elettorato femminile: Il costume era quasi trasparente e poco lasciava alla fantasia, inoltre io giravo in avanti la coda rigida e la facevo toccare alle signore promettendo:”Per ora vi faccio toccare questo, se mi votate l’originale!” Fu un grande successo, i voti fioccarono e la vittoria straripante.
Sartoria Canzanella |
Vincenzo Canzanella |
Hallo guten Tag,
RispondiEliminaich suche Informationen zu dem Originalkostüm des Calaf ( Franco Corelli) aus dem Schwarz/Weiß Film "Turandot"
Herzlichen Dank
Sabine Wee
La magia di Turandot
https://www.facebook.com/groups/752797961529005/
Herzlichen Dank