Fino a pochi anni fa ed ancora oggi in molte culture la verginità della sposa era ritenuta condizione indispensabile, al punto che i tribunali ecclesiastici concedevano l’annullamento del matrimonio, su richiesta del marito, se questo requisito non fosse stato presente.
Vogliamo cercare una risposta plausibile sulle motivazioni che per millenni hanno dato credito a questo tabù?
Dobbiamo partire dalla constatazione che l’imene non è presente solo nella donna, ma anche in tutti i mammiferi ed ha, come tutti gli organi, una funzione ben precisa: quella di proteggere l’ambiente vaginale dalle infezioni, prima che, con l’approssimarsi del menarca, il mutato quadro ormonale, permetta il proliferare del bacillo di Doderlein, il quale abbassa il PH vaginale verso l’acidità, fattore contrario all’attività dei batteri. Venuta meno la sua funzione biologica e divenuta fertile la femmina, il primo rapporto, alla ricerca della perpetuazione della specie, imperativo categorico, infrangerà ogni ostacolo.
Su questi imprescindibili presupposti biologici, molte società, sia per far fronte al dilagare delle malattie veneree, sia per dare una maggiore certezza della paternità hanno creato questo tabù.
E’ lo stesso meccanismo con cui alcune religioni, per far fronte alle infestazioni di trichinella nei suini hanno vietato di mangiare carne di maiale.
Il sesso (proprio, ma soprattutto degli altri) angustia da sempre la chiesa e lo Stato, i sociologi e gli psichiatri, i medici e i fabbricanti di biancheria, i legislatori e i filosofi, gli scrittori e i sondaggisti, gli storici egli antropologi, i poliziotti e magistrati, e ovviamente i mai tanto indaffarati sessuologi. Più di tutti gli altri, perché a seconda dei tempi e delle società, il sesso non ha mai conosciuto la tranquillità. Troppo peccaminoso, oppure criminale, punito con lapidazione, castrazione, taglio della testa, o all’opposto troppo libero, addirittura obbligatorio, guai a sottrarsi all’orgia e alla frusta, e per le donne soprattutto un inferno, custodia della verginità fino alla morte (vedi la beata Goretti), oppure di frenetica ricerca di un buon giovanotto disposto ad eliminarla (vedi gli anni Sessanta della caotica liberazione sessuale).
O tempora o mores verrebbe da esclamare.
Concludiamo consigliando, a chi volesse approfondire l’argomento, la lettura del mio libro “La frigidità e la verginità della donna”.
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